POSIZIONAMENTO COMPETITIVO.
Il posizionamento competitivo di Piacenza tra luci ed ombre.
L'argomento è stato affrontato da Enrico Ciciotti, preside della facoltà di Economia della Cattolica e di Matteo Tirotto, del Laboratorio di economia locale, durante il secondo incontro dei seminari dell'Osservatorio socio-economico, ospitato presso l'auditorium della Fondazione in via Sant'Eufemia.
La nostra provincia è stata messa a confronto, utilizzando indagini della Cattolica ed elementi forniti dalla classifica redatta ogni anno dal Sole 24Ore, con i propri competitors, ovvero le realtà a noi più vicine, come la province di Parma, Reggio Emilia, Lodi, Cremona e Pavia.
«La competitività è un tema affascinante, complesso ed anche contraddittorio - ha sottolineato nell'introduzione Ciciotti -. E' una parola usata ed abusata, che consente di dire tutto e il contrario di tutto».
Per questo motivo è stato preso in considerazione il “posizionamento” del territorio piacentino («Piacenza non è certo ai primi posti, e sotto alcuni aspetti è anche peggiorata»), attraverso parametri che andassero al di là della semplice localizzazione - per quanto magnificata per le sue potenzialità strategiche - di Piacenza. Sono stati quindi esaminati e confrontati economia, società, infrastrutture, e il risultato emerso mette in luce come la nostra provincia abbia perso terreno sia sul fronte dell'ambiente, sia sulla qualità della vita, una volta fiore all'occhiello della nostra provincia.
Per quanto riguarda i punti positivi della ricerca, tra questi emerge l'economia («sempre rispetto alle altre realtà a noi limitrofe»), la logistica, la società civile, la partecipazione.
Il dibattito si è poi allargato agli altri partecipanti all'incontro.
Augusto Rizzi di Assoindustria Piacenza ha fatto notare che la nostra provincia si inserisce in un contesto nazionale decisamente non facile («è necessario tenere presente che l'Italia è un paese in declino»), e l'unica risposta positiva può arrivare solo con la capacità di «attrarre culture diverse, investimenti, anche a vantaggio dell'ambiente, in un ottica di progresso non solo economico, ma socio culturale».
Gianni Salerno di Cisl, presente ieri insieme a Vittorio Silva della Provincia di Piacenza, ha messo invece in evidenza come «nei prossimi anni noi avremo a che fare con il problema di seguire strategicamente lo sviluppo, che diventerà sempre di più un fatto locale». Un riflesso della globalizzazione che non si chiama certo federalismo, puntualizza il segretario aggiunto di Cisl «si tratta di ragionare in termini reali. Una ricerca come quella svolta dalla Cattolica è una ricchezza grandissima per questa città, per chi deve progettare e guidare Piacenza».
Il prossimo appuntamento dei seminari dell'osservatorio socio-economico di Piacenza si terrà dopo l'estate, il pomeriggio del 23 settembre. I relatori dell'incontro saranno Paolo Rizzi, di Economia della Cattolica, e Luca Quintavalla del Laboratorio di Economia Locale (Lel), e si parlerà di “Nuovi soggetti economici di Piacenza”. Paola Pinotti (Libertà del 1/5/2005)
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