da Libertà del 2 maggio 2009
Il nuovo impianto che sarà realizzato a Borgoforte da Enìa per il recupero dei materiali ferrosi e pietrosi prodotti dal termovalorizzatore di Tecnoborgo proprio non piace al consigliere comunale del Popolo della libertà Filiberto Putzu.
Il quale, dopo aver presentato un'interrogazione e averlo criticato in aula, ieri si è avvalso della consulenza di un esperto per spiegare i motivi che dovrebbero spingere Comune e azienda a bloccare l'investimento.
«Ci sono tre ragioni - hanno detto Putzu e Filippo Visconti, operatore del settore che ha progettato diversi impianti dalla tecnologia innovativa - che a nostro avviso dovrebbero fare riflettere e rivedere l'intervento. Innanzitutto l'aspetto economico: si utilizzeranno due milioni 200mila euro per costruire una struttura che non porterà ad alcun risparmio, visto che il livello di spesa resterà uguale a quello attuale.
Secondo: ora Enìa paga una ditta per smaltire i residui ferrosi e pietrosi che il termovalorizzatore non riesce a incenerire, ma con questo impianto non si arriverà alla fine del ciclo, visto che ci sarà un ulteriore rifiuto che a sua volta dovrà essere portato via».
Infine, l'aspetto gestionale: «Visto che Piacenza è parte di una grande multiutility, che tra poco diventerà addirittura un colosso grazie alla fusione con Iride - hanno aggiunto - perchè non si è pensato a realizzare una struttura che potesse servire anche gli altri territori? Così facendo, non solo si potrebbero azzerare le spese, ma si potrebbe addirittura generare un guadagno, ovviamente vendendo il prodotto derivante da un impianto con caratteristiche diverse da quelle attuali. Una stima fatta sui bisogni delle province che confinano con la nostra indica in 8 milioni di euro all'anno il potenziale incasso da questo tipo di attività».
Visconti si dice anche pronto a scendere in campo in prima persona per finanziare il progetto: «Ci metterei soldi miei per costruirlo, a Parma ne opera già uno simile che sta dando risultati assolutamente positivi. Perchè a Piacenza non si può fare?».
Libertà del 03/05/2009
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