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27
maggio
2022
Sant'Agostino di Canterbury
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Pugno di ferro della Polizia in via Roma
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Pugno di ferro della questura contro i call center cittadini che non rispettano il decreto Pisanu.
Parliamo delle norme antiterrorismo che prevedono la registrazione di tutte le persone che utilizzano internet in locali aperti al pubblico. Per violazioni a questa normativa agenti di polizia hanno chiuso due call center: uno in via Roma, l'altro in via Pozzo (che comprende anche un "bazar" rimasto aperto).
La legge attribuisce la facoltà al questore di chiudere i call center fino a due settimane. Il primo esercizio commerciale, in cui sono state riscontrate le violazioni più gravi, chiuderà i battenti per una settimana, l'altro per tre giorni.
I controlli in questi esercizi sono scattati nella tarda serata e si inseriscono in una serie di servizi ordinati dal questore Michele Rosato e messi in campo da polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale, personale dell'Asl e del Comune.
Sono stati verificati anche ventun appartamenti e identificate 42 persone. Quattro stranieri non sono risultati in regola, ma oltre ad alcuni casi di sovraffollamento non sono stati evidenziati nuovi casi di degrado.
«La nostra continua "pressione" sulla zona di via Roma - commentava ieri il capo di gabinetto Gerolamo Laquaniti - sta dando i primi effetti, sono improvvisamente aumentate le segnalazioni ai nostri uffici di proprietari di casa che affittano locali a stranieri e il numero di clandestini che finiscono nella rete dei controlli. Ma non è finita - aggiunge - non abbasseremo la guardia e per questo ultimo scorcio di ottobre e nel prossimo mese di novembre proseguiremo nel passare al setaccio via Roma e le zone limitrofe alla caccia di situazioni irregolari che verranno perseguite».
Il servizio di controllo dell'altra sera ha coinvolto decine di agenti e militari che hanno stretto d'assedio la zona considerata più critica.
Nel mirino degli agenti sono finiti alcuni call center. Per i gestori di questi esercizi il "pacchetto sicurezza" dell'ex ministro dell'interno Giuseppe Pisanuprevede delle regole molto rigide a proposito dell'identificazione dei clienti. Ognuno di questi deve mostrare un documento d'identità che va fotocopiato e inserito in un registro quotidiano consultabile in ogni momento da parte delle forze dell'ordine. Gli agenti hanno verificato che nei due call center poi chiusi questa procedura non sarebbe stata seguita. Quello di via Pozzo comprende sia un'attività di "bazar" che di call center e solo quest'ultima è stata sigillata dalla polizia.
L'attenzione delle forze dell'ordine si è poi spostata sugli appartamenti affittati a stranieri. Grazie anche alla collaborazione dei cittadini ne sono stati controllati ventuno. Complessivamente sono stati verificati documenti di quarantadue persone, quattro sono risultate non in regola con il permesso di soggiorno, mentre sono in corso accertamenti e verifiche sui contratti di affitto di ciascuna unità immobiliare. Non sono emersi casi di degrado, solo alcuni di sovraffollamento per cui è scattata la segnalazione all'Asl e ai responsabili dell'ufficio abitazioni del Comune. Fulvio Ferrari, Libertà del 25 ottobre 2006
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pubblicazione: 25/10/2006
aggiornamento: 29/10/2006
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