Il giorno dopo il via libera del Senato al disegno di legge Delrio, i consiglieri provinciali dichiarano battaglia. Non va giù, in corso Garibaldi, il passare per quei "tremila politici" che, come detto in un "tweet" dal premier Matteo Renzi, saranno mandati a casa tra poche settimane, additati tra i simboli delle spese della politica. "PRENDIAMO CENTO EURO AL MESE" «Il mio Cud parla chiaro - interviene il capogruppo del Pd, Marco Bergonzi -. Sono quasi sempre stato presente alle sedute di consiglio provinciale e la mia retribuzione è di circa cento euro al mese. Un lordo di 1.700 euro l'anno. Ho sempre vissuto del mio lavoro, e vorrei rimarcare come l'80 per cento di quei 3mila non abbia mai percepito alcuna indennità, ma solo un gettone di presenza: ci ha sempre mossi la passione, l'impegno civile. Lo dico: sarei disposto ad essere consigliere provinciale a titolo completamente gratuito, non credo siano quei cento euro il problema». "FIERO DI ESSERE TRA I TREMILA" Concorda anche il capogruppo di "Pdl per Trespidi", Giovanni Cattanei. «Io sono fiero di essere uno di questi tremila consiglieri - ha precisato -. Sono piuttosto amareggiato da questo modo di comunicare, che individua nelle Province uno spreco, ignorandone invece gli elementi virtuosi. Avrei preferito una riforma generale, distribuita sui diversi livelli di rappresentanza, a partire indubbiamente da quello romano». "COSTIAMO COME UN CONSIGLIERE REGIONALE" Giampaolo Maloberti, consigliere della Lega Nord, ricorda come l'ente Provincia sia da sempre vicino al territorio. «È sempre stata una garanzia - commenta -. La soppressione dei consigli non potrà sanare l'aumento di costi sul personale che si avrà dal trasferimento dei dipendenti alle Unioni o alle Regioni. Sarebbe stato meglio sopprimere enti inutili come le Prefetture o i Consorzi di bonifica. Ricordo che l'intero consiglio provinciale di Piacenza costa quasi come un consigliere regionale». "UNO SCEMPIO ANTICOSTITUZIONALE" Filippo Bertolini di Fratelli d'Italia descrive l'ok del Senato come un vero e proprio «atto di forza, uno scempio anticostituzionale». Secondo il consigliere, non vi sarà alcun risparmio per la popolazione da questa manovra, «priva di alcun senso politico». L'ultimo stipendio del consigliere Bertolini? «Ottanta euro - risponde -. A casa dovrebbero andarci quei politici che prendono migliaia di euro al mese in modo spesso ingiustificato». IL SINDACO DOSI DA GENNAIO PRESIDENTE Riepiloghiamo il contenuto del Ddl Delrio, in attesa dell'ultima lettura alla Camera nei prossimi giorni. Le nuove Province saranno composte da tre nuovi organi, operativi dal primo gennaio 2015: il presidente, che sarà il sindaco del comune capoluogo, quindi Paolo Dosi; un'assemblea di tutti e 48 i sindaci; il consiglio provinciale "riformato", che sarà invece formato da dieci a sedici consiglieri (dovrebbero essere individuati già a settembre) tra i primi cittadini, i consiglieri comunali, o, questo un paradosso, i membri uscenti degli enti in scadenza quest'anno. Dopo il passaggio alla Camera, si aprirà una fase di "accompagnamento", dove verrà prolungato fino al 31 dicembre il mandato del presidente della Provincia, Massimo Trespidi (in qualità di "commissario"), e sarà prorogata anche la scadenza degli assessori. Per quanto riguarda le funzioni, le nuove Province, trasformate in una sorta di Agenzie di comuni non più elette dal popolo, si occuperanno di trasporti, ambiente e mobilità (ma solo per la semplice pianificazione), manterranno l'edilizia scolastica e, per la prima volta, avranno le Pari opportunità. Via libera, con il ddl Delrio, infine, anche al terzo mandato per i piccoli Comuni sotto i 3mila abitanti: si potranno dunque ricandidare i sindaci in scadenza di dieci Comuni piacentini e cioè Zerba, Caminata, Besenzone, Pecorara, Cortebrugnatella, Calendasco, Farini, Nibbiano, Pontedellolio e Vernasca. Elisa Malacalza LIBERTA' 28/03/2014
|