I cittadini valutano la sanità regionale. «Ma a Piacenza ci sono molte ombre»

Gli emiliani sono soddisfatti dei propri servizi sociosanitari, si fidano della professionalità dei medici, ma individuano i fattori critici nei tempi di attesa delle visite specialistiche e in quelli per ottenere un ricovero.
E' l'identikit della sanità regionale che esce da un sondaggio promosso da “Nuovo Welfare” e Unicab. Per il 79% degli intervistati il sistema del welfare emiliano risponde molto o abbastanza alle esigenze dell'utenza, solo il 19% lo ritiene poco o per nulla adeguato. Solo il 42% si dice soddisfatto nel caso di visite specialistiche, e il 48% per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri.
Un discorso a parte merita Piacenza.
«Certo che restiamo una regione all'avanguardia in campo socio-sanitario - afferma il segretario provinciale della Cisl Sandro Busca - ma la situazione non è uniforme in tutti i territori. A Piacenza, dove l'azienda sanitaria si distingue da vari anni per avere il deficit di bilancio più elevato dell'Emilia, vi sono problemi specifici. «Le difficoltà finanziarie hanno imposto - fa notare - una politica di razionalizzazione e anche di taglio di alcuni presidi ospedalieri. Ma il risanamento non può essere condotto secondo una logica puramente ragionieristica». «Occorre contrastare - sostiene - il fenomeno della mobilità passiva che ci affligge anche in quanto territorio di confine mediante investimenti mirati al potenziamento della rete ambulatoriale specialistica e soprattutto con l'inserimento di figure mediche di alto prestigio professionale.».
«Fra le cause dell'emigrazione dei pazienti vi sono proprio i tempi di attesa eccessivamente lunghi ».
Nel sondaggio regionale, spicca il dato assai alto, relativo alla fiducia tributata ai medici (91%).
«Il dato positivo - sottolinea il presidente dell'Ordine dei Medici Giuseppe Miserotti- è in sintonia con una ricerca di qualche tempo fa sui medici di famiglia ».