Tutto secondo i piani. Da ieri Iren ha un nuovo consiglio di amministrazione presieduto da Francesco Profumo che subentra a Roberto Bazzano. La lista dei tredici nomi è stata votata all'unanimità o quasi (99,9%) dall'assemblea dei soci riunita nella sede di Reggio Emilia.
Il ministro all'Istruzione del governo Monti - classe '53, natali a Savona -, ex rettore del Politecnico di Torino, prende così il timone della multiutility (energia, rifiuti, ciclo idrico) la cui maggioranza è in mano ai Comuni di Torino, Genova, Reggio, Parma e Piacenza.
Al suo fianco, nominati dal primo cda seguito all'assemblea, i due predestinati alle cariche di vertice, ossia l'amministratore delegato Nicola De Sanctis, ex manager del gruppo Edison, e il vicepresidente Andrea Viero, direttore generale uscente.
le parole d'ordine Queste le parole d'ordine di Profumo, comunicate ieri ai giornalisti nella conferenza stampa di esordio: «La sfida per Iren sarà quella di mantenere la priorità dell'ascolto al territorio, uno dei miei obiettivi è portare il servizio più vicino ai cittadini, è il servizio che deve andare ai cittadini e non viceversa. Oggi ci sono tutti gli strumenti per far sì che molti processi siano più dematerializzati per via telematica». Priorità dunque sui territori, un'indicazione del resto salita con forza dai vari ambiti della politica locale legati a Iren, e recepita anche nella riforma dello statuto e della governance societaria deliberate all'assemblea straordinaria del 19 giugno scorso con la previsione di comitati territoriali da far nascere nelle singole realtà di riferimento.
innovazione Certo l'azienda non è più di rango municipale come un tempo. Non a caso ora vengono chiamate ex municipalizzate. Ne è consapevole Profumo: «Esiste una sorta di mutazione genetica delle municipalizzate che prima avevano un rapporto quasi ombelicale con il territorio, mentre oggi possono diventare anche fattore di sviluppo economico». E' all'innovazione di prodotto e di processo che va il pensiero del neo presidente che ha insistito nell'enfasi sulle comunità locali pur tenendo conto dell'inevitabile allargamento dimensionale: «I territori riusciremo a riconquistarli puntando sulla qualità dei servizi, dimostrando che siamo più bravi degli altri».
«azienda sana» Conforta, in tale quadro, che Iren «è una azienda sana, i fondamentali sono corretti». E' vero che, a causa della crisi che ha colpito duramente i settori di attività di Iren, gli ultimi anni sono stati pesanti, specie il 2011, con una perdita di 108 milioni di euro e un indebitamento al picco storico di 2.653 milioni. Ma i risultati di bilancio si stanno raddrizzando e «guardiamo con una certa serenità alle difficoltà del momento, e possiamo recuperare efficienza per aumentare la qualità», si è detto convinto Profumo, spalleggiato dall'uscente Bazzano secondo il quale Iren il «tracollo» del mercato lo paga eccome, ma meno dei competitori a lei paragonibili per tipologia di attività, da A2a a Sorgenia.
i piccoli azionisti Parole in replica alle osservazioni critiche arrivate in assemblea da rappresentanti dei piccoli azionisti. Francesco Fantuzzi ad esempio ha puntato il dito contro i dati di bilancio concludendo che «tecnicamente il gruppo è fragile e ancora a rischio insolvenza e fragile». Ettore Camozzi, piacentino, ha parlato di una «gestione pachidermica che la nuova governance non appare in grado di snellire». A dar voce alle lamentele per istanze territoriali spesso inascoltate è stato invece l'assessore all'ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli: «C'è stato un periodo in cui l'azienda è stata fortemente scollegata dai suoi territori, esiste invece una forte valenza sociale che non va ignorata». Ben vengano allora i nuovi comitati territoriali, «lavoreremo per far sì che siano il più possibile rappresentativi della società civile».
ciclo idrico A Piacenza, da qualche mese a questa parte, le incomprensioni tra Iren e territorio si sono determinate sul servizio idrico. Alla multiutility i sindaci rinfacciano di avere disatteso gli impegni di investimento presi, e minacciano di cambiare soggetto gestore. Una conflittualità su cui si inserisce l'apertura di un percorso di verifica della pubblicizzazione dell'acqua in omaggio al referendum del 2011, ossia dell'affidamento della gestione a un soggetto interamente pubblico, o nella forma in house, cioè direttamente ad opera dell'ente locale, una strada su cui pare già solidamente avviata l'amministrazione di Reggio Emilia.
gli impianti «Dipende dai Comuni», ha considerato Profumo sul punto, «credo che noi abbiamo tutti i requisiti tecnici e di storia per sederci a un tavolo con loro per trovare un accordo». «Facendo anche presente che gli impianti della rete idrica sono di proprietà di Iren, ne va tenuto conto insieme alla qualità del servizio», ha osservato il presidente riprendendo quanto in precedenza richiamato in assemblea da Bazzano rispondendo ai piccoli azionisti.
costi da coprire La ripubblicizzazione del servizio idrico comporta per il gestore subentrante il costo rappresentato dal valore residuo (non ammortizzato) degli impianti di proprietà della multiutility: si tratta di 64 milioni di euro per Reggio e di 30 per Piacenza da versare a Iren, ha quantificato l'ex presidente invitando «chi deve prendere queste decisioni a valutare anche questo aspetto». «Sono anche più di 30 milioni, ci avviciniamo ai 40», commentava in proposito il sindaco Dosi a fine assemblea: «Il costo delle reti è la principale criticità per una società in house, insieme ai vincoli del patto di stabilità».
la grillina A prendere la parola ieri a è stata pure Mirta Quagliaroli, capogruppo grillina al Comune di Piacenza. A nome di un gruppo di piccoli azionisti ha puntato il dito contro Viero per il suo operato di amministratore di Sinergie Italiane, società costata al bilancio di Iren 36 milioni di euro di svalutazione.
Gustavo Roccella LIBERTA' 28/06/2013
Sono tredici i componenti del consiglio di amministrazione: Lorenzo Bagnacani, Roberto Bazzano, Tommaso Dealessandri, Nicola De Sanctis, Anna Ferrero, Alessandro Ghibellini, Fabiola Mascardi, Francesco Profumo, Ettore Rocchi, Andrea Viero, Barbara Zanardi, Franco Amato e Roberto Walter Firpo. La rappresentante designata dal Comune di Piacenza è Barbara Zanardi. Il primo cda l'ha indicata come membro del comitato Controllo e Rischi. In assemblea la nomina di Zanardi effettuata dal sindaco Dosi ha ricevuto il plauso del piccolo azionista piacentino Ettore Camozzi: «Faccio i complimenti al mio sindaco che ha scelto una persona fuori dai giochi della politica». L'assemblea ha anche dato il via libera al bilancio 2012 che registra un utile netto di 152,6 milioni di euro, ricavi di 4.327,8 milioni. Approvata la proposta di diividendo di 0,0523 euro ad azione.
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