Molti le temono, altri le vogliono per affossare definitivamente il Pdl.
Il 16 dicembre 2012 potrebbe essere una data storica per il centrodestra italiano, perché, per la prima volta attraverso le primarie, verrà scelto il successore di Silvio Berlusconi come candidato a Palazzo Chigi.
O forse no, forse i gazebo non verranno mai montati, e le urne non conterranno mai le schede con il nome del dopo-Cav. E quella data storica, forse, storica non lo sarà mai.
Non è un segreto che Berlusconi, pur avendole accettate, non ami di certo le primarie. E se il segretario Alfano è convinto che saranno «l'occasione del nostro rinascimento», si dice che il Cavaliere speri, in segreto, che vadano malissimo, per dimostrare che il Pdl non funziona, che è ormai una creatura morta e che, come lui va dicendo da tempo negli incontri riservati, ne servirebbe una nuova. Sicuramente i sondaggi che circolano in queste ore, che riportano che solo l'8% dei tesserati sarebbe intenzionato, ad oggi, a recarsi a votare alle primarie, vanno più nella direzione del cosiddetto padre nobile che in quella del successore.
All'interno del partito, per questo, molti dirigenti guardano con molto scetticismo a questa consultazione, in cui, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, si rischierebbe "un bagno terribile". Dalla Biancofiore alla Prestigiacomo, molti berluscones eviterebbero volentieri questa conta, e se non si stanno impegnando per boicottare l'evento, di certo non si può dire che lo stiano lanciando nelle loro dichiarazioni: si prenda ad esempio la stessa Prestigiacomo, quando dice «Non so quanto facciano bene», oppure la Bertolini, secondo cui servirebbero alla nomenclatura «per salvare se stessa».
Alfano però non molla, e si mostra sicuro di arrivare ad un compromesso: «io vado avanti, riusciremo nell'intento e per quanto faticosa sia la democrazia é l'unico modo per rilanciare il centrodestra. Tra martedì e mercoledì chiuderemo sulle regole per le primarie. Giovedì 8 novembre ci sarà l'ufficio di presidenza con Berlusconi».
Anche sulle regole, però, il Pdl è una polveriera in cui i leader sono divisi su tutto. Capezzone vorrebbe le primarie all'americana, Giancarlo Galan e Daniela Santanché (candidati contro Alfano), spalleggiati dagli ex An come La Russa, contestano il numero di firme necessarie per candidarsi (sarebbero 10.000, prese in almeno 5 regioni in pochissimi giorni).
Su tutta l'organizzazione pende il discorso dei costi: 3 milioni di euro che Berlusconi non sarebbe disposto a spendere, e che il Pdl dovrà probabilmente trovare da sé, problema non da poco, soprattutto per una competizione a rischio flop. Pende ancora di più, però, la domanda su cosa succederà il 17 dicembre, a primarie finite. Sempre ammesso che il Pdl non si sfasci (per mano di Berlusconi, che sarebbe seguito verso una nuova lista anche dai candidati Galan e Santanché) ancor prima di cominciare.
da politicaesocieta.blogosfere.it del 6 novembre 2012
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