IL DELITTO. LE TAPPE DEL GIALLO. Il 30 gennaio 2002 Samuele Lorenzi, 3 anni, è ucciso nella sua casa di Cogne ORE 8.16-8.24 Il delitto Alle 7.30 di mercoledì mattina Stefano Lorenzi esce di casa per andare al lavoro. Alle 8.16 Annamaria va ad accompagnare alla fermata dello scuolabus Davide, il fratellino di 6 anni. La donna rientra a casa alle 8.24. Agli inquirenti racconta di aver trovato Samuele in fin di vita ORE 8.28 l' allarme Alle 8.28 la madre del piccolo telefona al 118 e lancia l' allarme: «Mio figlio vomita sangue, venite». Quindi chiama due vicine di casa, Daniela Ferrod e la psichiatra Ada Satragni: alle 8.29 arriva la Ferrod. Le due donne sono le prime a entrare nella villetta dei Lorenzi ORE 9.55 la morte Alle 8.52 l' elisoccorso trasporta il piccolo Samuele dalla villetta di Cogne all' ospedale di Aosta. Mancano cinque minuti alle dieci, circa un' ora e mezza dopo il delitto, quando i medici del nosocomio dichiarano che il bambino è morto 5 PUNTI le indagini Le indagini stabiliscono che Samuele è stato ucciso; è stato aggredito nella camera da letto dei suoi genitori; il piccolo era sveglio quando è stato colpito; è stata la madre a trovarlo in una pozza di sangue; il delitto è avvenuto prima delle 8.29 (l' ora d' arrivo della Ferrod)
Avvocato, sono disperata, non ho ucciso Samuele. Lei lo sa, sono innocente. Ora non possiamo più aspettare, diremo chi è l' assassino». È un' Annamaria Franzoni pallida e dalla voce tremante quella che risponde al telefono a Carlo Taormina, alle otto e mezzo di sera. L' avvocato e il marito l' hanno chiamata per darle la notizia peggiore. È stata la giornata più lunga della sua vita. Ci aveva creduto, Annamaria, in un' assoluzione. «Sono innocente - ha ripetuto al marito - È tutto così ingiusto. Non possono farmi questo». «La raggiungerò subito», ha detto Stefano Lorenzi uscendo dal tribunale di Aosta. E poi: «Oggi hanno di nuovo distrutto il mio cuore. Il nostro caso ha dell' incredibile, fin dal primo giorno e continua a esserlo ogni giorno di più. Ringrazio il cielo di essere ancora calmo perché non è più sopportabile un trattamento di questo genere». Dice di essere «convinto più che mai che Annamaria sia innocente» e di aver «dimostrato tutto quello che c' era da dimostrare». «In questa storia non c' è nulla che stia in piedi. Andiamo avanti e combattiamo nella speranza che prima o poi trionfi la verità e finisca questa vicenda».
(estratto dal Corriere della Sera del 20/7/2004, articolo a firma di Giusy Fasano)
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