Che la Tasi sia iniqua lo dicono tutti, da destra e da sinistra. E il motivo basta un colpo d'occhio alla tabella a fianco per coglierlo, a quei segni meno nell'ultima colonna che mostra la differenza rispetto alla vecchia Imu, con valori crescenti man mano che salgono le rendite catastali - ossia, in buona sostanza, gli indici del pregio degli immobili in cui si abita -, a fronte di variazioni al rialzo, che riguardano invece le rendite catastali inferiori.
Dopodiché dalle file della maggioranza di centrosinistra si pone l'accento sull'azione di riequilibrio che quell'iniquità si è proposta di ridurre a dimensioni accettabili, mentre dall'opposizione - tanto il centrodestra, quanto il Movimento 5 stelle - si spara ad alzo zero su quella che viene definita una stangata bell'e buona.
Il regolamento della Tasi - tecnicamente il tributo chiamato a coprire i costi dei servizi indivisibili sostenuti dal Comune, dall'illuminazione pubblica alla manutenzione di strade e verde, dalle biblioteche alla polizia municipale - è stato approvato ieri in consiglio comunale in una seduta segnata da vibranti polemiche che hanno portato le minoranze ad abbandonare l'aula.
Una protesta sviluppatasi su aspetti procedurali, anche se già i primi assaggi di discussione nel merito del provvedimento avevano visto l'opposizione salire sulle barricate.
Tutti d'accordo sul fatto che la Tasi sia stata introdotta (governo Letta) per sostituire l'Imu sulla prima casa abolita nel 2013. L'ha detto con toni ruvidi il M52 con Mirta Quagliaroli («E' una stangata sul ceto medio targata Renzi-Delrio, rimpiazza la famigerata Imu ma facendola rimpiangere, è una batosta su cittadini e imprese»), le hanno dato man forte il Pdl con Marco Tassi («Ci sono Comuni che non hanno applicato l'aliquota più alta e hanno messo le detrazioni al massimo, qui siamo capaci solo di aumentare le tasse») e Forza Italia con Lucia Girometta («E' una patrimoniale»).
Ma «è pacifico che sia stata introdotta per recuperare il gettito Imu senza il quale sono stati messi in ginocchio i Comuni e che giustificarla con la copertura dei servizi indivisibili è una foglia di fico», non ha fatto fatica a riconoscere l'assessore al bilancio Luigi Gazzola addebitando al governo che la Tasi l'ha istituita soprattutto l'iniquità del tributo. E soffermandosi sulle contromisure messe in campo da Palazzo Mercanti.
Anzitutto le detrazioni rese possibili, a termini di legge, dalla decisione di aumentare dello 0,8 per mille l'aliquota massima fissata nel 2,5 per mille. L'averla portata al 3,3 per mille consente infatti di destinare il maggior gettito ad agevolazioni che limitino l'impatto sulle rendite catastali più basse. Sono detrazioni scalari concepite in proporzione inversa all'aumentare della rendita: ridimensionano significativamente il rincaro dell'imposizione sulla prima casa rispetto all'Imu versata nel 2012.
L'altra misura di mitigazione è dedicata alle famiglie numerose e ai nuclei con disabili. Viene introdotta una detrazione di 50 euro per ogni figlio dal terzo in poi di età non superiore ai 26 anni. La giunta aveva fissato l'asticella dal quarto in su, un emendamento del Pd ha allargato la platea partendo dal terzo, il che comporterà un minor gettito stimato di 35mila euro. Quanto ai figli disabili con invalidità al 100%, lo sconto si applica senza limite di età.
Correttivi per i quali Daniel Negri (Pd) ha espresso «grande soddisfazione» riconoscendo alla giunta «lo sforzo di avere fatto tutto quanto era in suo potere per rendere il tributo il più equo possibile».
Anche su immobili diversi dall'abitazione principale si applica la Tasi: sono quelli affittati, per i quali la legge prevede un concorso di spesa da parte del locatore. L'aliquota è dell'1 per mille, l'inquilino è chiamato a contribuire per il 10% dell'imposta (si è scelto il limite minimo della forchetta stabilita dalla legge che arriva al 30%), mentre il restante 90% spetta al possessore dell'immobile.
Il gettito atteso dalla Tasi è di 10,6 milioni di euro, cifra parecchio lontana dalla copertura integrale dei servizi indivisibili il cui costo nel 2013 è ammontato a 16,7 milioni.
Ma la stessa Imu, che comunque rimane in vigore per le abitazioni oltre la prima, ha un gettito stimato nel 2014 inferiore di 500mila euro a quello del 2013 (7,7 milioni anziché 8,2).
La Tasi si pagherà in due rate: la prima entro il 16 giugno, la seconda entro il 16 dicembre.
C'è anche la Tari (rifiuti) Via libera ieri in consiglio comunale anche al regolamento della Tari, la nuova tassa sui rifiuti. Il quadro delle tariffe sarà approvato in un secondo tempo. Intanto vanno registrate due differenze rispetto alla Tares in vigore nel 2013. Si tratta di utenze non domestiche. In un caso sono le aree per le quali già viene versato il canone di occupazione del suolo pubblico, ad esempio i déhors di bar e ristoranti: imposta dimezzata «in virtù - si legge nelle carte - della minore attitudine a produrre rifiuti». Nell'altro caso riguarda locali con attività stagionale purché inferiore ai 183 giorni all'anno: la riduzione è pari al 30%. La prima rata della Tari ha scadenza il 30 giugno, la seconda il 30 ottobre.
Gustavo Roccella LIBERTA' 13/05/2014
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