Consumi a picco nel 2012, si è tornati agli anni Quaranta-Cinquanta
ROMA - Crolla il potere di acquisto delle famiglie, cala la spesa e i consumi vanno a picco nel 2012.
Tanto che Confcommercio parla dell'anno peggiore per i consumi dal Secondo dopoguerra. Anche le imprese sono in affanno. A certificare le difficoltà delle famiglie è l'Istat che rileva come nei primi nove mesi del 2012 il loro potere di acquisto abbia registrato una flessione del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. Nel solo terzo trimestre del 2012, è calato del 4,4% rispetto al terzo trimestre del 2011 e dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
Se il reddito disponibile delle famiglie, sempre tra luglio e settembre scorsi, è aumentato dello 0,5% rispetto ai precedenti tre mesi, nel confronto annuo è diminuito dell'1,9%. Di conseguenza, dicono sempre i dati dell'Istituto di statistica, la spesa delle famiglie per consumi finali è diminuita dello 0,4% su base congiunturale e del 2,2% su base annua.
La Confcommercio, intanto, registra ancora un dato molto negativo per quanto riguarda l'Indicatore dei consumi a novembre, in flessione del 2,9% nel confronto annuo e dello 0,1% rispetto al mese precedente. Prosegue così il trend in atto dalla fine del 2011 e si mostra «con una certa evidenza come il 2012 si avvii ad essere ricordato come l'anno più difficile per i consumi del Secondo dopoguerra», con la riduzione più elevata dall'inizio delle serie storiche, che risulta ugualmente pari ad un -2,9% nel dato cumulato dei primi 11 mesi del 2012.
E per dire addio alla cris, non basteràe poco tempo. Di fronte infatti al «permanere di dinamiche congiunturali negative, anche nei mesi finali» dell'anno che si è da poso concluso, evidenzia inoltre la Confcommercio, «difficilmente la nostra economia, e i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento».
Il dato, commenta il presidente Carlo Sangalli, «ci dice della drammaticità e della profondità di questa crisi» e «la prima risposta da dare è quella di cancellare qualsiasi ipotesi di un ulteriore aumento dell'aliquota Iva che sarebbe il colpo di grazia per i consumi».
I consumatori parlano addirittura di una contrazione dei consumi del 4,7% a chiusura dell'anno 2012, con una riduzione della spesa complessiva per 33,4 miliardi di euro, ovvero 1.391 euro a famiglia; che supera i 1.500 euro prendendo in considerazione le sole famiglie a reddito fisso. Non se la passano meglio le imprese: il tasso di investimento delle società non finanziarie è infatti sceso, sempre nel terzo trimestre del 2012 e sulla base dei dati Istat, al 20,3%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,9 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.
10/01/2013
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