Legambiente è contraria alla posizione espressa dal sindaco
Potenziare il termovalorizzatore di Borgoforte? «Assolutamente no. Andrebbe anzi bloccata anche la proroga».
Nella diatriba nata in questi giorni tra Palazzo Mercanti e via Garibaldi, il circolo di Piacenza di Legambiente si schiera decisamente dalla parte della Provincia e "bacchetta" duramente il sindaco Roberto Reggi.
«Non possiamo che condividere e sostenere la posizione contraria espressa dalla Provincia - si legge in una nota dell'associazione - e specificatamente le motivazioni addotte dal presidente Boiardi e dall'assessore Ziliani in merito alla richiesta di autorizzazione all'aumento della portata dell'inceneritore di Piacenza da 105mila a 136mila, avanzata con toni inaccettabili dal sindaco di Piacenza».
E nel ritenere che non debba nemmeno essere accettata la richiesta di proroga dell'autorizzazione per lo smaltimento di 120mila tonnellate, Legambiente esprime alcune considerazioni: «Rispetto all'autorizzazione originaria di 105mila tonnellate annue, la richiesta di portarla a 136mila rappresenta un aumento di circa il 30 per cento. Quando nel 2005 fu chiesta una proproga temporanea per portare da 105mila a 120mila tonnellate annue la capacità dell'impianto, si addusse la motivazione della repentina chiusura di una discarica nel Pavese e si prese l'impegno di risolvere definitivamente il problema, nei due anni successivi, attraverso il raggiungimento degli obiettivi del Piano provinciale, sia per quanto riguardava la diminuzione della produzione dei rifiuti che l'aumento considerevole della raccolta differenziata».
Il Piano provinciale dei rifiuti prevedeva una diminuzione della produzione del 5 per cento ed il raggiungimento del 50 per cento di raccolta differenziata entro il 2005. «Ma l'Agenzia d'ambito, di cui Reggi è presidente - aggiungono da Legambiente - ha prorogato il termine al 2008, mentre non sono stati sviluppati opportuni percorsi per la diminuzione dei rifiuti prodotti. Pertanto, visto il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione e raccolta differenziata ed il costante aumento della produzione, la richiesta di ulteriore potenziamento dell'impianto rappresenterebbe, in termini di "politica dei rifiuti", un fallimento di quel percorso virtuoso previsto dalle direttive europee, dalla legislazione nazionale e dalla pianificazione territoriale».
L'associazione ribadisce anche come l'aumento del 30% di rifiuti inceneriti significherebbe una pesante crescita d'inquinamento "in un'area particolarmente sensibile ed in un momento in cui non solo l'Ordine dei medici regionale e quello provinciale chiedono uno stop all'aumento della capacità degli impianti per salvaguardare la salute dei cittadini, ma anche Arpa, Ausl e Regione Emilia Romagna stanno realizzando un monitoraggio specifico per valutare, tra l'altro, i problemi derivanti dalle emissione delle pericolosissime nanoparticelle. E poi potenziando l'impianto si andrebbe in rotta di collisione con quei percorsi virtuosi utili anche per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto a livello locale".
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