A che punto è il secondo ponte sul Po? Dell'importante opera viaria chiamata ad alleggerire il traffico sul sovraccaricato viadotto che da piazzale Milano raggiunge la sponda lombarda del fiume, e per la quale negli anni scorsi, e tra il 2002 e il 2003 in particolar modo, le istituzioni locali avevano dato vita a una massiccia mobilitazione, si sono un po' perse le tracce e il sindaco Roberto Reggi ha preso carta e penna per un'azione di pressing nei confronti dell'Anas, l'ente che sovrintende alla grande viabilità dello Stato e cui spetta la regìa dell'operazione di progettazione e poi di appalto del cantiere. In teoria, stando al cronoprogramma definito nel settembre 2003, alla firma della convenzione tra Anas, Comune e Provincia di Piacenza, Regioni Emilia-Romagna e Lombardia per finanziare il nuovo progetto di ponte (rispetto a quello preesistente, datato e perciò da aggiornare) che era il passo preliminare per arrivare all'appalto, ormai dovremmo essere vicini al traguardo di questa prima e obbligatoria incombenza burocratica. Questione di pochi mesi, ma in Comune non hanno notizie, di qui l'iniziativa di Reggi che ieri ha scritto all'Anas. La nota del sindaco è indirizzata ad Antonio Valente, responsabile del servizio nazionale progettazione dell'ente statale, e per conoscenza al presidente della Provincia Gianluigi Boiardi, ai responsabili dei servizi viabilità delle Regioni Emilia-Romagna (Cristina Baldazzi) e Lombardia (Mario Cesca), nonché al ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Pietro Lunardi, che proprio nei giorni scorsi a Piacenza, interpellato sul secondo ponte sul Po, pur garantendo che è tenuto nella «giusta considerazione» dal governo, ha ammesso che quello dei finanziamenti dell'opera resta un nodo da sciogliere, non essendo previsti nei piani dell'Anas già licenziati. «Certamente rientrerà nei prossimi», ha assicurato. Fatto sta che vuole vederci più chiaro il sindaco, che nella sua nota ricorda la stipula, il 3 settembre 2003, della convenzione per il co-finanziamento del progetto definitivo, convenzione attraverso la quale «si è, tra l'altro, voluta ribadire e sottolineare la grande importanza che l'opera riveste nel contesto del sistema delle infrastrutture stradali del Nord Italia, importanza confermata anche dal fatto che la Regione Emilia Romagna ha sempre sostenuto il suo carattere prioritario nelle proprie espressioni di parere in ordine ai programmi triennali di Anas». Pertanto, viene specificato dal sindaco che, «in coerenza con tale riconoscimento, l'accordo sottoscritto, oltre a regolare la compartecipazione finanziaria al costo della progettazione definitiva da parte dei soggetti interessati, fissa in un anno dalla stipula il termine per l'ultimazione da parte di Anas delle procedure per l'affidamento dell'incarico di progettazione e in 18 mesi dall'aggiudicazione dell'incarico il termine per l'ultimazione del progetto». «A conclusione di tale fase e della successiva valutazione di impatto ambientale l'accordo prevede l'avvio delle procedure di appalto per l'esecuzione dei lavori da parte dell'Anas, che si è impegnata a reperire le relative risorse all'interno dei Piani triennali di programmazione ovvero a utilizzare le risorse economiche destinate a tale finalità dalla legge obiettivo», annota Reggi facendo presente che «a distanza di poco meno di sei mesi dalla scadenza del termine previsto per l'ultimazione della fase progettuale, questo Comune, che ha puntualmente dato seguito agli accordi dando copertura finanziaria alla quota di cofinanziamento posta a proprio carico, non ha però ricevuto alcuna notizia circa lo stato di attuazione delle procedure che dovrebbero già essere state concluse». Il sindaco chiede perciò di conoscere con la massima urgenza, manifestando per altro un certa preoccupazione in tal senso, «quali iniziative sono state avviate da Anas in attuazione degli accordi sottoscritti». In particolare, il «quali siano le iniziative intraprese dall'Anas sia in ordine alla fase progettuale che al finanziamento dell'opera, atteso che tali elementi sono indispensabili per questa Amministrazione comunale per valutare i tempi di realizzazione dell'opera e gli effetti della stessa sugli strumenti di pianificazione territoriale e di programmazione comunale». Gustavo Roccella Libertà del 20/09/2005
La stipula della convenzione : nel 2003 si disse: pronto in 30 mesi.
Il secondo ponte sul Po correrà in complanare, ossia a fianco (lato Ovest, cioè verso la città) dell'attuale viadotto autostradale della Milano-Bologna. Occorrerà realizzare una variante alla via Emilia per congiungere le due sponde. Già in passato venne redatto un progetto di massima, ma sono intervenute novità normative e andava aggiornato. Non solo: le recenti piene del Po, nel '94 e nel 2000, hanno comportato modifiche idrauliche al corso del fiume e l'Autorità di bacino ha prescritto di tenerne conto. Tutti aspetti per cui si è resa necessaria una nuova progettazione per finanziare la quale il 3 settembre 2003 fu siglata una convenzione tra cinque enti firmatari: le Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, l'Anas e il Comune e la Provincia di Piacenza. Il costo totale di 1,668 milioni di euro venne così ripartito: una quota di 258.200 euro (a testa) alle due Regioni e ai due enti locali piacentini, mentre la fetta restante, e più consistente, 635.200 euro, a carico dell'Anas. Per la redazione del progetto definitivo l'Anas aveva previsto due anni e mezzo da quella data. E già allora dai politici piacentini giunse la richiesta di fare più in fretta. «Siamo già in ritardo di sei mesi sulla tabella di marcia» definita nella prima convenzione inter-istituzionale siglata il 24 aprile del 2002 a Piacenza, aveva fatto presente l'onorevole Tommaso Foti (v. Libertà del 4 settembre 2003). Secondo l'esponente di An, «con questa tempistica» si potrà arrivare a vedere costruito il ponte nel 2010-2011 (tra gara d'appalto e 40 mesi per i lavori). L'importante, a suo giudizio, aveva annotato, era fare sì che l'approntamento del progetto arrivi prima delle elezioni politiche, in modo che del finanziamento del ponte (125 milioni di euro) sia l'attuale governo a rispondere politicamente. A garantire il recupero dei fondi da parte di Roma era stato, in quella come in altre occasioni, il senatore Antonio Agogliati (Forza Italia). E le politiche del 2006 sono ormai dietro l'angolo.
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