il progetto è entrato nel Prit
La prima campata del ponte sul Po ad ovest è stata "gettata". Almeno idealmente.
La Regione Emilia Romagna ha accolto la richiesta piacentina che punta, per il prossimo decennio, alla realizzazione di un collegamento ad ovest della città, una bretella per la A21 con viadotto sul fiume, fra Rottofreno e Guardamiglio, unendo la sponda emiliano romagnola e la sponda lombarda e sollevando la città da un passaggio autostradale che oggi l'avvelena. Non solo, anche l'altro grande progetto piacentino collegato al potenziamento dello scalo merci ferroviario e a una sinergia con i porti liguri è stato recepito.
La conferenza istituzionale di pianificazione a Bologna si è tenuta nei giorni scorsi, esattamente il 20 dicembre, per Piacenza era presente l'assessore provinciale Patrizia Barbieri che ha sempre lavorato in collaborazione con l'assessore comunale Pierangelo Carbone.
In quella sede si è ratificato l'accoglimento dei due progetti sui quali ha puntato prioritariamente la comunità piacentina con un'inedita posizione unitaria di Comune e Provincia. Ora il prossimo passaggio è il deposito del Prit, il piano regionale integrato dei trasporti proiettato sul prossimo decennio, dovrebbe avvenire entro febbraio - essendo state recepite le proposte delle varie province - e così essere disponibile per le osservazioni. L'intenzione espressa dall'assessore regionale competente, Alfredo Peri, è quella di veder approvato il piano entro il prossimo anno. La notizia, a pochi giorni dall'inaugurazione del nuovo ponte sul Po, riaccende interesse sulla necessità di infrastrutture di portata nazionale nel nostro territorio.
I desiderata piacentini sono frutto di concertazione fra enti locali e categorie economiche, ora la mano passa alla Regione che si impegna a trovare risorse facendo accordi con Anas, Autostrare e Rfi.
E proprio a Piacenza, in occasione della cerimonia di inaugurazione del ponte, il 18 dicembre, a Peri avevamo chiesto se ci fossero opportunità di finanziamento per il passaggio a nord-ovest. «Potrebbe essere gestito da concessionari, con Anas abbiamo parlato e rappresentato l'ipotesi e stiamo ragionando». E Pietro Ciucci, presidente Anas, sempre nella stessa circostanza, confermava: «E' un problema non tecnico ma di risorse, bisogna ragionare in termini di compatibilità finanziaria e di priorità, che vanno messe nell'ordine giusto».
In quanto al legame fra Piacenza e i porti liguri, di cui si è discusso recentemente in Confindustria nel corso di un convegno, l'idea è quella di avere uno scalo merci ben organizzato che supporti con una piattaforma logistica ferroviaria l'esigenza dei porti liguri di movimentare merci verso il nord. Peri non aveva nascosto le difficoltà di investimento da parte delle ferrovie. Per l'assessore Carbone si deve pensare, nel caso dello scalo merci piacentino, ad una sinergia con privati, con i porti liguri appunto, bissando operazioni come la Savona-Cuneo. A Cuneo, spiega Carbone, si è fatta una piattaforma logistica a servizio di Savona e l'autorità portuale ha acquistato cinque motrici per una "navetta" dedicata al trasporto-merci. La via è questa.
Patrizia Soffientini. Libertà del 29/12/2010
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