Il Polo militare volta pagina. E c'è del nuovo anche nel modo, improntato al dialogo e alla partecipazione, in cui i vertici delle Forze Armate entrano in relazione con i quasi mille dipendenti piacentini. Insomma, dopo tensioni e timori, sfociate di recente anche in cortei dei lavoratori, si apre una fase di rilancio su cui si concentrano molte aspettative. Ieri si è svolto un incontro importante nella sede del Polo di Mantenimento, presenti il generale Antonio Palleschi, vice-ispettore logistico e capo dipartimento Trasporti e Materiali e il generale di divisione Giuseppe Maggi, vice-caporeparto di pianificazione generale e finanziaria dello Stato Maggiore. Folte le rappresentanze di dipendenti, Rsu e sindacati di categoria. In breve: verrà affidato ad un generale il progetto di integrare al meglio i tre stabilimenti militari piacentini. Gli alti ufficiali - che hanno già visitato il Laboratorio Pontieri, il Macra e il Polo di Mantenimento - hanno rassicurato i lavoratori sul futuro del Polo piacentino, già considerato una punta di diamante in Italia. Il primo significativo chiarimento riguarda il futuro del Laboratorio Pontieri, di cui un decreto aveva deciso la «soppressione». In realtà, è stato spiegato, le competenze restano tutte e le attività verranno mantenute dove già si effettuano, in Piazza Cittadella, a fianco della Caserma Nicolai, solo che il Laboratorio passerà sotto la gestione del Polo di Mantenimento, un'altra parte di lavoratori attivi sul versante amministrativo e di smistamento delle merci passerà invece al Macra. Dunque nessuna soppressione di fatto, solo una redistribuzione, come Libertà aveva a suo tempo anticipato (6 marzo) riferendo da un'autorevole fonte militare che 110 dipendenti del Laboratorio Pontieri (la struttura oggi dipende dalla Legione Nord di Padova) avrebbero continuato a svolgere i loro compiti specialistici dove già si trovano ma accorpati, come entità, al Polo di Mantenimento Pesante, altri 40 erano invece destinati ad essere accorpati al Macra. In quanto all'occupazione, dovrebbero arrivare potenziamenti di personale - è stato detto ieri - si parla di un'ottantina di unità, soprattutto di giovani che, inizialmente, fin quando la Finanziaria mantiene il blocco delle assunzioni, potrebbero essere inseriti con contratti di formazione, per alimentare poi un necessario - ma per ora assente - ricambio dentro gli stabilimenti. La richiesta di nuovi addetti, avanzata a suo tempo dal direttore del Polo di Mantenimento, generale Giuliano Taddei, e finita poi in una fase di stallo, dovrebbe finalmente dare i frutti sperati. Andiamo avanti: per il Macra è confermato un ruolo di primo piano: sarà il polo nazionale di rifornimento ricambi per la logistica integrata. E si parla dell'opportunità di convogliare i nuovi sistemi d'arma Phz 2000, Dardo e Puma, nell'ex Staveco. Dunque i tre stabilimenti piacentini sembrano destinati ad un riassetto che elimini tra loro certe barriere e renda migliore l'integrazione in un unico grande polo militare «senza steccati». Positivi i commenti dei sindacati, da tempo mobilitati su questi fronti, che hanno apprezzato l'approccio partecipativo e la promessa di attivare una reale concertazione. In questo processo di riorganizzazione a breve e medio termine si vede il disegno di un vero e proprio piano industriale e i tempi sembrano brevi. Si parla di avviare il confronto dopo le festività della Pasqua. All'incontro di ieri erano presenti Claudio Malacalza e Mirella Losi della Funzione Pubblica Cgil, Ernesto Catino (Fp-Cisl), Marco Bersani (Pa-Uil) e Caterina Maggi (Flp-Snad).
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