Buona Mmusica BWA Buona Mmusica Buona Mmusica Buona Mmusica Buona Mmusica
Filiberto Putzu :. Home :.  ECONOMIA Piacenza  :.  Polo militare  :. Polo Militare : quale destino ?
sottocategorie di ECONOMIA Piacenza
 :. Patto per Piacenza
 :. Marketing territoriale
 :. Fondazione
 :. Camera Commercio
 :. PcExpo
 :. Industria
 :. Meccanotronica
 :. Tecnopolo
 :. Estero
 :. Polo Logistico
 :. Agricoltura
 :. Authority Alimentare
 :. Artigianato
 :. Commercio
 :. Centro storico
 :. TESA-NewCo-ENIA-IREN
 :. Tempi spa - SETA
 :. Pendolarismo
 :. Polo militare
 :. Cooperazione
 :. Milano Expo 2015




sabato
3
giugno
2023
San Carlo Lwanga e Compagni martiri



Polo Militare : quale destino ?

«Ministro, salvi il Polo militare»

La città delle “tre C” (una delle quali, com'è noto, si riferisce alle caserme) presenta il conto al ministero della Difesa.
Tanta accoglienza e disponibilità verso le forze armate deve essere meglio ricompensata, oggi che l'Esercito sta dismettendo parte dell'ingente patrimonio di spazi e strutture che detiene a Piacenza. Ma non solo.
Non vanno disperse le professionalità maturate in tanti anni a Piacenza grazie al supporto lavorativo che migliaia di civili hanno fornito ai militari.
E' questo, in estrema sintesi, il senso della lettera che sarà inviata al ministro della Difesa, Antonio Martino, sottoscritta - in pratica - da tutti i piacentini che rappresentano le istituzioni ai vari livelli: sindaco, presidente della Provincia, parlamentari, assessore e consiglieri regionali, rappresentanti del sindacato.
Un fronte unito che supera gli schieramenti politici per un unico interesse: quello della città.

«Sono due le “partite” sulle quali chiediamo di incontrarci al più presto con il ministro - ha spiegato in una conferenza stampa il sindaco Roberto Reggi - da un lato le prospettive occupazionali del nostro Polo con l'annunciato accorpamento delle tre strutture presenti (ex-Arsenale, Macra e Laboratorio Pontieri) e dall'altro la questione delle aree militari presenti a Piacenza e della nostra richiesta di delocalizzazione degli stabilimenti militari».

«Dal ministero, nei giorni scorsi, è arrivata una buona notizia - ha spiegato il parlamentare Tommaso Foti, anche a nome dei colleghi Massimo Polledri e Antonio Agogliati - e cioè la dismissione di una parte significativa delle aree presenti a Piacenza».
Foti ha invitato a non perdere tempo e a fissare in tempi brevi incontri a tre livelli: «Uno - ha spiegato - con il direttore dall'agenzia del Demanio, Elisabetta Spitz, per capire in che modo e in che tempi sarà attuata questa dismissione e potersi così muovere in anticipo. Un altro con il generale superiore del generale Mario Righele (che si sta occupando dell'annunciato accorpamento dei nostri stabilimenti militari) per capire come avverrà (soprattutto con quali prospettive occupazioni) questo interventi. Il terzo con il generale Vittorio Colucci (della direzione generale dei Lavori e del Demanio) per avviare il discorso sulla proposta di delocalizzazione degli stabilimenti militari».
Il presidente della Provincia, Gianluigi Boiardi, ha sottolineato come «nell'interesse generale Piacenza è capace di superare le divergenze politiche»; mentre il consigliere regionale Nino Beretta ha sottolineato come il tema occupazionale debba essere ritenuto «assolutamente preminente».


Da Sandro Busca, segretario provinciale della Cisl, un invito ad investire di questi temi anche il Comitato strategico territoriale, «che dovrà progettare la Piacenza del futuro». Mentre Sandro Copelli (segretario Cgil) ha invitato a trovare al più presto «un interlocutore certo, operazione non facile quando ci si confronta con l'autorità militare e con i suoi “biblici” tempi di decisione. Da Massimiliano Borotti (segretario provinciale Uil e dipendente del Minsitero della Difesa) un invito, «non solo a salvaguardare, ma a valorizzare e potenziare le competenze professionali dei lavoratori piacentini che operano presso i nostri tre stabilimenti militari».
Sul futuro del Polo di Mantenimento Pesante Nord e sulla salvaguardia dei posti di lavoro si sono accentrati anche gli interventi dei rappresentanti delle Rsu. Fabrizio Ratti sottolinea che «in dieci anni il “comparto militare” ha perso a Piacenza ottocento posti di lavoro» e confessa di non vedere«grossi risultati all'orizzonte» dell'annunciato accorpamento dei tre stabilimenti. Poi lancia un'idea: «Creare un legame tra nostri stabilimenti militari ad altre due “eccellenze” locali: la Facoltà d'Ingegneria del Politecnico e la nostra industria meccatronica». Anche Ernesto Catino snocciola cifre sugli insediamenti militari presenti a Piacenza ed esprime forti dubbi sull'ipotesi di trasformare l'ex-Ospedale militare in un centro direzionale dell'Esercito.
Antonio Tagliaferri chiede che venga maggiormente riconosciuta l'importanza delle strutture piacentine: «Tutti i mezzi pesanti dell'Esercito vengono revisionati e manutenzionati da noi - spiega - e potremmo fare molto di più». L'ultimo rappresentante delle Rsu intervenuto, Gianpaolo Crespoli, pone dei seri dubbi sulle dichiarate intenzioni del ministero della Difesa di potenziare il nostro Polo militare: «Quelo che sta avvenendo - paventa - ci sembra più propedeutico a un ridimensionamento o a una chiusura». E invita a recuperare il dialogo con l'autorità militare «che a livello locale si è purtroppo da tempo perso e non certo per colpa nostra».
Giorgio Lambri



Ecco il testo della lettera che sarà inviata al ministro della Difesa, Antonio Martino, e sottoscritta da: Roberto Reggi (sindaco di Piacenza), Tommaso Foti, Antonio Agogliati e Massimo Polledri (parlamentari piacentini della Casa delle Libertà), Marioluigi Bruschini (assessore regionale alla Protezione Civile), Gianluigi Boiardi (presidente della Provincia di Piacenza), Nino Beretta. Maurizio Parma e Luigi Francesconi (consiglieri regionali), Gianni Copelli, Sandro Busca e Massimiliano Borotti (segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil) nonchè dai rappresentanti delle Rsu degli stabilimenti militari di Piacenza.

Egregio Sig. Ministro,
Piacenza è stata storicamente sede di numerosi insediamenti militari oggi per buona parte dismessi dal loro precedente uso o sottoutilizzati, come il Distretto, il Cesae e l'Ospedale militare. La città conosce ancora importanti realtà produttive facenti capo all'amministrazione militare: il Polo di Mantenimento Pesante Nord (nato dalla fusione di Staveco e Arsenale), il Macra (Magazzino Centrale Ricambi Auto) e il Laboratorio Pontieri. Queste realtà, coniugate alla localizzazione geografica, collocano Piacenza in posizione strategica nel generale contesto della difesa. Di ciò la città è consapevole e pronta ad impegnarsi per garantire un futuro agli insediamenti esistenti. Gli insediamenti piacentini sono da tempo interessati a un processo di riorganizzazione e razionalizzazione che, dalle frammentarie notizie che trapelano, condurranno all'accorpamento in un unico Polo con ripercussioni sia sulle aree attualmente utilizzate (ma domani non è dato di sapere), sia sugli occupati diretti e indotti del settore.
Le complesse problematiche inerenti il futuro produttivo degli stabilimenti militari piacentini e i percorsi che l'amministrazione comunale intende attuare per l'acquisizione di parte del patrimonio immobiliare di proprietà del ministero della Difesa hanno portato alla riattivazione del “Tavolo di confronto e di concertazione sul Polo militare di Piacenza”, che si è prefisso di approfondire e trovare adeguate soluzioni in merito a: - difesa del futuro produttivo degli stabilimenti militari, valorizzandone la vocazione industriale e garantendone una prospettiva occupazionale certa; - utilizzo di aree e infrastrutture di proprietà della Difesa che dal confronto risultino non strategiche alle finalità del punto precedente, per una reale riqualificazione dei servizi e della vivibilità urbana; - definizione di un piano che preveda una destinazione finalizzata al rilancio produttivo degli stabilimenti, utilizzando anche risorse derivanti da eventuali cessioni di aree e/o immobili. Signor Ministro, dalla data della sua costituzione, né il Tavolo di concertazione, né i suoi componenti istituzionali hanno mai ottenuto una risposta alle numerose richieste di individuare un interlocutore stabile e certo con il quale fosse possibile dialogare in tempi definiti. Per la verità, ormai da oltre un anno non si è potuto parlare con nessuno appartenente al ministero della Difesa, né a livello centrale, né a livello locale.
Sembra quindi improcrastinabile ai sottoscrittori della presente nota, ossia ai rappresentanti delle diverse componenti istituzionali e sindacali che la città esprime, che lei assuma la responsabilità di dare finalmente una risposta alla pressante richiesta che viene da Piacenza. Non è infatti accettabile, né corretto, che si discuta e soprattutto si decida sul futuro di un importante componente della città prescindendo dal coinvolgimento dei suoi rappresentanti.
Se ciò ha valore con riguardo alle prospettive industriali e quindi occupazionali, del futuro Polo industriale-militare piacentino, ancor di più può dirsi relativamente al futuro delle aree - oggi militari - destinate alla dismissione. In particolare il Tavolo ritiene strategica la delocalizzazione del Polo di Mantenimento Pesante Nord che consentirebbe da una parte di mettere a disposizione dell'uso civico importanti aree in zona centrale di cui vi è grande necessità e dall'altra di collocare gli insediamenti industriali militari in luoghi più funzionali dal punto di vista logistico, della fruibilità e della sicurezza. Eguale ragionamento può farsi per il Laboratorio Pontieri.
Come già comunicato, il Comune ha, dal canto suo, individuato l'area con le caratteristiche appena citate nella quale sarebbe possibile delocalizzare le realtà produttive militari. Fra l'altro tale ubicazione è già attrezzata e collegata stabilmente alle infrastrutture viarie (anche autostradali) e ferroviarie.
Piacenza si è sempre mantenuta nella più scrupolosa correttezza, che imponeva di percorrere la strada della richiesta, dell'istanza di poter finalmente dialogare con il ministero della Difesa. Il silenzio che dura dal giugno del 2003 impone un intervento forte di mobilitazione da parte del sindaco, del presidente della Provincia, dei parlamentari piacentini, dei consiglieri e assessori regionali, delle organizzazioni sindacali che tutti, uniti sottoscrivono questa richiesta.
La parola a lei, signor ministro.



pubblicazione: 25/06/2005

 6462

Categoria
 :.  ECONOMIA Piacenza
 :..  Polo militare



visite totali: 4.529
visite oggi: 1
visite ieri: 2
media visite giorno: 0,69
[c]




 
Schede più visitate in Polo militare

  1. Il Polo militare diventa più forte
  2. «San Damiano resta base militare»
  3. Il generale "chiude" San Damiano
  4. Piacenza : chiude la Scuola di Polizia
  5. «Aree militari, il futuro è al Polo logistico»
  6. Ex arsenale, occorrono rinforzi
  7. Polo militare, ci vogliono cinque anni
  8. Polo Militare : quale destino ?
  9. Duro scontro nell'ex Arsenale
  10. I militari “aprono” sulle aree
  11. Ex Arsenale, scoppia la pace
  12. Polo militare, rilancio e assunzioni.
  13. Laboratorio Pontieri in chiusura ?
  14. Le aree militari? Tutte a Le Mose
  15. Fumata grigia per l'ex Arsenale
  16. Doccia fredda per il Polo Militare.
  17. Alla ricerca di 200mila metri quadrati per i militari
  18. Ex Arsenale, ora parli il ministro.
  19. Sale la tensione all'ex Arsenale ?
  20. Polo militare, schiarita da Roma.
  21. Scuola di polizia, chiusura "congelata"
  22. Sforzo bipartisan per il Polo militare
  23. Aree militari, allarme rientrato
  24. Polo militare, progetto al via
  25. Scuola di Polizia : De Gennaro insiste per chiuderla
  26. «Ex Arsenale, ripartiamo da zero»
  27. Polo militare, malato con 5 anni di vita

esecuzione in 0,203 sec.