Da "corpo di polizia municipale" a "servizio di polizia municipale", con il risultato di minor fondi regionali per Piacenza e un dirigente di settore in meno. Almeno secondo la Regione, che con la delibera 1169 del 2005, ha fissato degli standard qualitativi minimi per l'organico della polizia municipale di ogni città e ogni Comune.
Secondo questi parametri, stilati sostanzialmente in base alla popolazione (1,2 agenti per ogni mille abitanti), l'organico minimo della polizia municipale del Comune di Piacenza, adatto a garantire il minimo qualitativo del servizio, sarebbe di 117 agenti.
«Ma se il territorio presenta alcune peculiarità, come un'Università o un Polo logistico come quello di Le Mose ? spiega Massimo Mingardi del Sulpm, sindacato che raggruppa circa l'80 per cento degli agenti di via Rogerio -, il minimo qualitativo richiesto lievita fino 139 agenti in organico».
Mentre a Piacenza, attualmente, gli agenti di polizia municipale in organico sono 101, tra quelli di stanza in via Rogerio e quelli di pattuglia.
La Regione ha anche fissato un limite (dicembre 2007), aldilà del quale si rischia la sanzione: esser declassati da "corpo" di polizia municipale a "servizio". «Lo standard minimo confermo che è di 117 agenti in relazione alla popolazione " ha commentato il comandante della polizia municipale Carlo Sartori "ed è anche vero che questo non tiene conto della popolazione studentesca e di altre peculiarità territoriali come il Polo logistico, ma il calcolo del numero effettivo con queste aggiunte, non è stato ancora fatto. In ogni caso il passare da "corpo" a "servizio", non comporterebbe alcun cambio di sostanza: le funzioni assegnate agli agenti sarebbero le medesime, e saremo sempre impegnati, per esempio, a svolgere attività di ordine pubblico. Cambierebbero invece i contributi regionali stanziati, che diminuirebbero».
A tagli dunque, si aggiungerebbero tagli, perché quando la città di Piacenza è passata sotto i 100mila abitanti, ha visto un ridimensionamento dei fondi regionali erogati a suo favore.
«Questi minimi non vanno visti come un diktat "ha continuato Sartori" ma come uno stimolo diretto ai Comuni per far ampliare l'organico. Ma com'è noto, sugli enti locali pesa il blocco delle assunzioni a seguito della Finanziaria, e come fa un Comune se non può assumere ad aumentare gli agenti?».
Gli standard minimi sono stati decisi anche attraverso la consultazione di un tavolo tecnico composto dai comandanti delle polizie municipali delle province capoluogo, da quattro rappresentanti dei consorzi che raggruppano più Comuni, e da due della polizia provinciale. «Questi parametri richiedono una lettura più complessa "ha spiegato Sartori ", che trova posto al tavolo tecnico regionale, che tenga conto delle ore di servizio che variano di città in città». Mattia Motta, Libertà del 18 ottobre 2006
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