Il 55° anniversario della polizia di Stato, a Piacenza, ha gettato un ponte tra le forze dell'ordine ed i cittadini. Questo ponte sono i Giardini Margherita.
D'ora in poi non si potrà più tornare indietro.
Sono stati veramente tanti i piacentini che - ieri mattina - hanno accolto l'invito del questore Michele Rosato e che hanno fatto festa assieme ai poliziotti ed alle loro famiglie, assieme alle autorità civili (ministro Pierluigi Bersani in testa) militari e religiose (con il vescovo Luciano Monari).
Niente muri delle caserme o palazzi storici che incutono timore. Solo le fronde secolari dei cedri del Libano e il profilo di un grattacielo di provincia. Un palco quasi mimetizzato tra le aiuole dei Giardini e oltre 400 sedie, tutte, fino all'ultima, occupate dalla gente. Chi non ha trovato posto ha ripiegato sulle panchine; molti sono rimasti fuori, con le mani aggrappate alla recinzione come se si trattasse di una partita di calcio.
Non ce ne vogliano i suoi predecessori, ma mai "un'allocuzione del questore" - come si dice in gergo tecnico - è stata così seguita come quella di Rosato. E quando il capo della polizia parla di un aumento di furti in appartamento e invita i cittadini ad alzare la guardia, viene accolto da un brusìo di consensi e da un coreografico annuire di teste, in gran parte con i capelli bianchi. Anche il bilancio della lotta al crimine diventa un argomento da panchina.
«L'andamento della criminalità nella provincia con particolare riguardo al capoluogo - dice Rosato dal palco - al momento non presenta aspetti di significativa evoluzione e può considerarsi attestato nei limiti fisiologici, se rapportato al contesto dell'intera nazione». Il questore parla di un andamento crescente degli ultimi anni relativo ai furti in appartamento ed agli esercizi commerciali. «Parallelamente - evidenzia - si è registrato un aumento della scoperta degli autori di tali reati che sono stati assicurati alla giustizia, ed una più che apprezzabile flessione di scippi, borseggi, truffe agli anziani che destano maggiore allarme sociale, mentre lievitano sensibilmente le truffe perpetrate attraverso l'uso di strumenti informatici».
Spiega così la scelta dei Giardini Margherita: «Abbiamo voluto celebrare questa giornata nel cuore di Piacenza proprio per sentirci e farci sentire ancora più vicini ai sentimenti ed al senso di appartenenza di una comunità che esprime le apprezzabili virtù della tenacia, della laboriosità e della capacità di reagire di fronte alle difficoltà. Queste sono esattamente le stesse virtù alle quali noi ci ispiriamo nel nostro servizio quotidiano».
La giornata inizia con il ricordo di chi non c'è più, (da Stefano Villa a Filippo Raciti) con la deposizione della corona di alloro al cippo della polizia di Stato. La scommessa dei Giardini, poco dopo le 10, è già vinta. Quando transitano i primi cittadini ed il ghiaccio è rotto, davanti al plotone schierato in attesa del ministro Bersani e del prefetto Alberto Ardia, entrano tutti. Angela Bongiorni, non ha fatto tanta strada per venire. È scesa da casa, in via Prati, ed ha attraversato la strada: «Dobbiamo tanto a queste persone, agli uomini ed alle donne che stanno sotto quelle divise. Siamo qui perché vogliamo loro bene».
Niente inni, marce militari o dimostrazioni varie di marzialità. Solo The girl from Ipanema, Over the rainbow ed altri classici del genere con la Jingle Jazz Band ad allietare il ricco buffet preparato dagli allievi del Raineri-Marcora. Agli stand poliziotte graziose e pazienti come le hostess dei voli di linea distribuiscono gratis la rivista Polizia Moderna, spiegano come funziona l'autovelox, regalano ai bambini bandane e biscotti. Tutto è più dolce, umano, aggraziato. Perfino l'"attenti" ed il "riposo" del capo plotone è meno severo. Perché tra i poliziotti e cittadini non ci sono i muri di cinta e le pareti delle caserme, ma solo gli alberi e le aiuole dei Giardini Margherita. Federico Frighi
I bambini hanno un amico in più, in divisa Disegni, collage e odi in rima baciata dagli alunni dell'elementare Alberoni
Che i più piccoli fossero tra i protagonisti di questo 155° compleanno della polizia lo si è avvertito subito. Per bocca di un ministro della Repubblica. Nei saluti iniziali, dopo prefetto, questore, vescovo, autorità varie, poliziotti, Pierluigi Bersani chiude con «care bambine e cari bambini», guadagnandosi l'approvazione dei presenti. C'erano anche loro, seduti con le maestre ed alcuni genitori in un settore delle prime file: i bambini della seconda, terza e quinta B della scuola elementare Alberoni, tre delle 13 classi del 2007 che hanno preso parte all'iniziativa "Il poliziotto un amico in più". Invitati dal questore Michele Rosato, sono saliti sul palco per presentare le loro fatiche letterarie sul tema della giornata. Tre poesie ed un'ode dedicate alla polizia, tutte in rima baciata. Si va da "Caro amico poliziotto, come voto di do otto" a "Lei è il questore e ci protegge a tutte le ore", fino a "Viva, viva la polizia che aiuta sempre la mia zia", passando per "Poliziotto, poliziotto, son seduto qui in salotto; son tranquillo e sereno perché so che in città c'è un freno". I piccoli studenti hanno anche realizzato disegni e collage in tema, come quello che pubblichiamo sopra, con lo slogan: "La giustizia ha un alleato: il poliziotto, un amico fidato". A tutti, a fine festa, bandanine blu con il logo della squadra volante e della polizia di Stato, oltre a biscotti e biro con la scritta "Questura di Piacenza". f.fr.
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