Ha diretto per dieci anni il polo piacentino del Politecnico di Milano, seguendone la nascita e il radicamento nella nostra città e oggi il professore «lascia» scegliendo di dedicarsi principalmente alla ricerca.
Ma non è un addio al Politecnico quello di Stefano Consonni, storico presidente della sede locale. E' soltanto una sterzata verso interessi più personali alla vigilia di un ripensamento degli assetti formativi di tutte le sedi decentrate.
«Dopo dieci anni si conclude un ciclo, ora mi dedicherò soprattutto al Consorzio Leap (Laboratorio Energia Ambiente di Piacenza), di cui sono presidente».
I ricordi di Consonni per l'Ateneo scorrono dall'inaugurazione dei corsi, nel settembre '97, sindaco Giacomo Vaciago, affidati ad un testimonial d'eccezione, l'allora ministro Pier Luigi Bersani, all'ospitalità data dalla Cattolica fino al 2000, quando finalmente il Politecnico, sindaco Gianguido Guidotti, si accasava nella bella Caserma della Neve. Un decennio di crescita, da 70 a 650 studenti, e di diversificazione delle lauree.
L'offerta formativa oggi spazia dalle lauree di primo livello in ingegneria meccanica e in ingegneria dei trasporti, alla specialità, ovvero al secondo livello, con gli orientamenti in trasporti e in macchine utensili, fino al corso di architettura ambientale di primo livello, che in molti sperano evolverà nella specialità.
Consonni, piacentino, 47 anni, un curriculum prestigioso, è professore di “macchine e fluido” e co-responsabile di innumerevoli progetti nazionali ed internazionali, nel 2002-2003 ha soggiornato negli Usa, alla Princeton University, per ricerche su produzione di elettricità e idrogeno senza emissioni di CO2.
Perché questa decisione, gli chiediamo. «Ci pensavo da tempo - confida il professore, che ha presentato giovedì scorso le sue dimissioni, accolte lunedì dal Senato Accademico -. Anzitutto c'è l'avvio dei due consorzi il Leap (energia) e il Musp (macchine utensili) che sosterranno i due laboratori di ricerca finanziati dalla Regione e dell'Innovation Center, inoltre tra una decina di giorni usciranno i primi laureati specialistici in meccanica e trasporti e i primi laureati in architettura, si chiude il ciclo di avvio dell'Ateneo e di consolidamento della sede di Piacenza dove lavoro ormai da questi dieci anni».
Anni di soddisfazione, di riconoscimenti, di grande «orgoglio» per la nascita dell'università a Piacenza, riferisce Consonni, un'opportunità formidabile, ma con la crescita della sede «è diventata sempre più impegnativa la gestione, anche amministrativa». Era ora di passare la mano («non si può restare a vita in una posizione e a me piace un maggior dinamismo, è stato un lavoro ricco di soddisfazioni che mi però distolto dai miei interessi su ricerca e didattica a cui vorrei dedicarmi con maggior tranquillità»).
E poi c'è la presidenza, d'accordo con i colleghi del Politecnico, del consorzio Leap su Energia e Ambiente «una sfida molto significativa».
Per le sedi decentrate del Politecnico (Piacenza, Cremona, Lecco, Como, Mantova) si apre, tra l'altro, una fase delicata di riassestamento, voluta dal rettore Giulio Ballio, che verrà presentata in autunno e sarà operativa dall'anno accademico 2006-2007. C'è da temere un depotenziamento locale? «Penso che ci saranno un ulteriore arricchimento e ricadute positive per la città - risponde Consonni -. L'Ateneo con il proprio nucleo di valutazione ha dato incarico di effettuare una ricognizione della situazione delle sedi e da questo momento si apre fase di ripensamento e potenziamento per tutte, a maggior ragione all'apertura di questa nuova “fase due” mi sembra giusto che la sede sia presa in mano da altri validi colleghi, da chi potrà garantirne la continuità».
La presidenza ad interim sarà assunta dal professor Renzo Marchesi, non nuovo al ruolo, fino alle decisioni del Senato («parteciperò a mia volta a questo processo» spiega Consonni). Un punto da risolvere per l'avvenire è certamente il calo di iscritti - peraltro di portata nazionale - delle facoltà di ingegneria («E' anche uno stimolo a costituire a Piacenza corsi di richiamo nazionale, decidendo quali potenziare o attivare»). Per Consonni sono stati anni densi di significato, accompagnati dall'«entusiasmo» della città e dal sostegno di «tanti docenti validi, tra cui numerosi giovani». Un bel bagaglio da portare con sé, congedandosi da via Neve. (Libertà 13 luglio 2005)
Il LEAP. Il tema delle ricerche nel campo dell'energia è più che mai attuale, in particolare i temi legati all'idrogeno, alla produzione di energia a basso impatto ambientale, spiega Stefano Consonni. Il professore, nel suo ruolo al vertice del consorzio per l'energia e l'ambiente Piacenza Leap, potrà seguire il lavoro dei tanti giovani ricercatori da lui coordinati su progetti italiani ed internazionali. «Sul consorzio abbiamo coinvolto soggetti di rilevanza nazionale - riferisce -, ne fanno parte il Politecnico, la Provincia, il Comune di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, e come forze imprenditoriali abbiamo Enìa, Asm Brescia, la società Groppalli. Entreranno a breve - non l'hanno fatto ancora solo per motivi tecnici di rispetto dei tempi della Regione - Enea e Edipower e siamo in contatto con Enel. Il consorzio ha soggetti importanti proiettati a livello nazionale e internazionale ed è una realtà a cui tengo in modo particolare, perché vicina ai miei temi di ricerca da sempre e ai miei interessi e ci teniamo in particolare anche come Politecnico, come dimostra il fatto che si tratta di una iniziativa trasversale, che coinvolge sei dipartimenti, oltre al mio di energetica, c'è per esempio elettrotecnica, elettronica, chimica, ingegneria ambientale, ingegneria nucleare. E' un'opera molto impegnativa che partirà a breve. Un paio di settimane fa è stato nominato anche il direttore, il piacentino ingegner Paolo Anelli». Un ruolo di rilievo per Consonni, che ripete: «Non avendo il dono dell'ubiquità sto cercando ora di seguire i miei interessi di ricerca, dopo aver avuto l'autorizzazione a lasciare la presidenza del Politecnico e con tanti ottimi colleghi potranno proseguire il mio lavoro».
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