di PAOLA ROMANINI
Una cosa non è mancata: il tempismo.
Mentre suonano le campane a morto per il Grande Albergo Roma, la giunta comunale annuncia la volontà di introdurre la tassa di soggiorno. Abbiamo capito bene? Tassa di soggiorno non voucher di benvenuto.
Una scelta strategica per incrementare turisti che non ci sono. Turisti che, in vista dell'Expo, avrebbero già dovuto inondare di prenotazioni il centralissimo e storico hotel, unico rimasto nel cuore della città, per pernottare senza salassi a sessanta chilometri da Milano.
Ma di prenotazioni non se ne sono viste. Per mettersi davvero in luce oltre i confini, alberghi e ristoranti hanno bisogno di un motore istituzionale che favorisca idee sulle quali costruire pacchetti per weekend o più giorni. Non si tratta di "aiutare gli albergatori" ma di dare impulso allo sviluppo locale perché turisti che si fermano almeno per una notte, girano per i negozi, entrano nei bar.
Purtroppo, a parte rare eccezioni che si sono mosse in tempo, la campagna "promuovi Piacenza" in vista dell'appuntamento di maggio con la vetrina internazionale, arranca. Mentre vediamo fiorire singolari idee di benvenuto come l'imposta ora proposta dalla giunta comunale.
Una decisione coraggiosa al limite dell'incoscienza: per quali servizi dovrebbe essere pagata? Per i bagni pubblici che non ci sono? Intendiamoci: giustissimo il tentativo degli amministratori locali di cercare canali che possano recuperare un po' di quel denaro perduto fra tagli e ritagli ma, in tutta franchezza, la proposta di una tassa di soggiorno nella città di Piacenza, in questo momento, ci sembra del tutto inopportuna. Vogliamo confrontarci con Viareggio dove pure è in corso un forte dibattito per chiedere di sospenderla almeno d'inverno? O con Roma che ha rinunciato ad aumentarla? O con Trento che ha scelto di rinviarne l'ingresso al primo novembre? O sarà meglio guardare alle realtà vicine, a Mantova dove la proposta è stata categoricamente bocciata dalle associazioni di categoria, a Reggio Emilia dove è stata introdotta e sospesa, a Parma dove resiste ma viene periodicamente contestata?
La coincidenza con l'imminenza dell'Expo fa nascere il sospetto che, ancora una volta, si voglia trarre vantaggio dall'effetto pioggia (il rincaro degli ombrelli quando il cielo si annuvola) di un'economia miope e superata. E' vero che "le maschere si vendono solo a carnevale" ma quando si cerca di sfruttare malamente una circostanza favorevole, si perde di vista l'obiettivo più alto di avere clienti tutto l'anno. La tassa di soggiorno è una piccola imposta ma rischia di fare un grosso danno d'immagine.
Paola Romanini 15/02/2015
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