Una grande "zolla" di terra, sostenuta o esibita come fosse su palafitte, sarà il simbolo di Piacenza ad Expo 2015, sarà la Piazzetta che ci rappresenta e ci raccoglie. Al suo interno, una superficie specchiante e caleidoscopica fornirà tante possibili immagini di Piacenza, con interventi interattivi del pubblico.
Il valore più forte della nostra comunità, nella concezione dei giovani progettisti, è la terra madre che trasforma e produce e dà vita.
La commissione giudicante ha scelto non senza difficoltà questo progetto fra i quattro presentati a tempo di record dalle squadre di studenti del Politecnico e da giovani architetti. Nottate su nottate per immaginare Piazzetta Piacenza, ieri finalmente il verdetto.
Ora ci sono pochi giorni per produrre il progetto definitivo (entro il 5 dicembre) e mostrarlo alla direzione artistica di Milano.
Al Campus Arata l'entusiasmo era alle stelle, appena Silvio Ferrari, presidente dell'Ats Piacenza per Expo 2015, ha pronunciato il "verdetto" si è levato un grido di gioia dalla sala e sono scattati gli abbracci. La squadra vincente è il Gruppo 2, coordinata da Sandro Rolla (Polimi) ed Enrico De Benedetti (Ordine degli Architetti) e formata dagli studenti: Michele Bassi, Lorenzo Cocchi, Greta Andreoli, Ilaria Bianchi, Simone Varani e dai giovani architetti Rosemary Ramelli, Marta Piana, Mila Boeri, Filippo Ravera, Daria Ghezzi. Belli anche i tre progetti che non hanno vinto, ma saranno oggetto di una mostra in dicembre e di una pubblicazione perché il percorso di progettazione partecipata è un unicum che merita di essere portato in palmo di mano.
Ferrari ha motivato la scelta parlando dell'aderenza alle richieste fatte sulla qualità architettonica, la fattibilità, l'aderenza agli obiettivi e la sostenibilità, ma anche cercando quell'effetto di stupore e coinvolgimento emotivo come ha chiesto il "guru" di Expo Milano, Marco Balich.
Bisognerà rendere ancor più "piacentino" il grande cubo che viene realizzato come un aggregato materico, ovvero con un impasto di terre e argilla trattato con resina.
E' stato il professor Rolla a parlare per tutto il gruppo, spiegando che ci si è interrogati su quale potesse essere l'elemento che rappresenta il territorio e si è scelta la terra, appunto, luogo di trasformazioni. La zolla è stata poi resa "astratta" nella forma del grande cubo, ma porta in seno la simbologia del quadrato che sta alla base delle torri campanarie anche là dove si elevano poi in altre geometrie, come l'ottagono di Sant'Antonino. E viene evocato il Dna stesso di Piacenza, costruita con mattone, con terracotta.
Il modellino non rende fino in fondo l'immagine del progetto, di cui sono stati mostrati alcuni rendering illuminanti, ma è a sua volta un prezioso esempio di pensiero architettonico tradotto in opera, realizzato sovrapponendo 326 lamelle di legno, a indicare le stratificazioni del terreno. Patrizia Soffientini LIBERTA' 28/11/2014
La Grande Zolla è un segno forte, può rivelarsi anche incombente, anche "duro" apparentemente, in realtà non ha solo una potente carica simbolica, ha una sua ricchissima interiorità, proprio come il carattere dei piacentini, ruvido e chiuso solo ad un occhio superficiale. «Le linee guida del progetto puntano su un elemento fortemente simbolico - riassumono alcune delle giovani progettiste - e subito riconoscibile: cosa più della terra incarna i valori suggeriti da Expo e da Piacenza? ». E sottolineano quanto sia importante scoprire l'interno: «Da fuori è una zolla di terra sospesa, dentro nasconde una molteplicità, bisogna addentrarsi appunto, non è una zolla difficilmente penetrabile, se uno ha il coraggio di venirci sotto, trova possibilità infinite». Ora si sta già pensando al budget, i costi sembrano sostenibili, qualche sponsor non mancherebbe. Certo bisognerà correre per la progettazione definitiva da presentare a Milano il 5 dicembre. «Ma siamo molto felici di lavorarci, domenica scorsa non c'era neppure il progetto, lo abbiamo fatto in tre giorni fra dieci persone che non si conoscevano prima... ». Con l'allestimento si darà un tocco ancor più piacentino, insistendo sulle "sfaccettature" interne riflettenti, sulla cultura e la tradizione, oltre che sull'imprenditorialità. E oggi, Libertà , presenta non solo il progetto vincitore della Piazzetta, ma anche il sito dove sorgerà (sulla copertina del dossier dedicato ad Expo). La commissione giudicatrice del progetto vincente era composta da Silvio Ferrari, presidente di Ats Piacenza per Expo 2015, Elisabetta Virtuani, governance Ats Piacenza, Giuseppe Baracchi, presidente dell'Ordine Architetti e Stefano Stabilini, docente di progettazione urbanistica del Politecnico. Baracchi e Guya Bertelli, che dirige la facoltà di Architettura, hanno coordinato il progetto generale che ha impegnato una cinquantina di persone in questa grande opera di progettazione collettiva. Sono state valorizzate soprattutto le professionalità giovani e le nuove leve di architettura. La Piazzetta Piacenza sarà infine offerta agli occhi di milioni di persone che visiteranno Expo 2015. Un bel traguardo. ps
|