La gente non si fida e c'è chi parla di "soldi buttati"
Le scale mobili del sottopasso di piazzale Marconi scendono e salgono senza sosta per tutto il giorno. Un movimento quasi ciclico e per lo più indisturbato, pochi infatti i piacentini che usano le scale mobili per attraversare la strada che costeggia da un lato la stazione ferroviaria e dall'altro i Giardini Margherita.
La maggior parte della gente preferisce le strisce pedonali e qualche giorno fa si è registrato il primo investimento di un pedone. Mentre si innescano le prime polemiche, su questioni relative alla sicurezza ed ai soldi spesi per ristrutturare, riqualificare e riaprire un'opera già esistente, rimasta chiusa per una decina d'anni e riaperta giusto qualche settimana fa con un nuovo restyling.
Ma i cittadini sembrano indifferenti al richiamo di questa comodità. Non bastano i murales artistici lungo le pareti del sottopasso, iniziati nelle scorse settimane, per stuzzicare nei passanti la voglia di una passeggiata sottoterra, e non serve nemmeno elencare i rischi che i pedoni corrono durante l'attraversamento di un'arteria molto trafficata, a indurre i piacentini all'uso degli impianti. «Forse ci vuole un cambio di mentalità nei piacentini, perché rischiare di farsi investire se si può usare il sottopasso? » propone la signora Angela, che però aggiunge: «Spesso una delle scale si ferma perché fuori uso, e questo è un fatto che accade spesso e di certo non aiuta i piacentini ad affezionarsi al nuovo servizio». Detto fatto, anche ieri la scala di risalita verso il lato stazione era immobile. Malfunzionamenti che vanno a braccetto con una sensazione di insicurezza diffusa: "Io di certo il sottoposso non lo uso, non c'è nessuna telecamera visibile e tutti sappiamo com'è la zona della stazione. Per me -dichiara senza incertezze Giorgio, da oltre quarant'anni residente nella zona di piazzale Marconi - sono stati soldi buttati e continuano a esserlo poiché senza sensori di fermata queste scale mobili funzionano anche quando non utilizzate». La moglie Franca rincara la dose: «Il Comune non ha prestato attenzione nemmeno alle persone non vedenti, non è stato fatto alcun percorso segnalato adatto a loro, e poi il sottopasso è sporco, piccoli rifiuti e cicche di sigaretta già decorano il pavimento». Per Stefano S. «tra scendere e salire perdo troppo tempo, spesso sono di fretta e preferisco attraversare la strada, una cosa però manca: le pensiline per chi attende l'autobus». Una mancanza che nota anche Sandi Vaiar: «Se piove ci si bagna totalmente anche perché non c'è una tettoia nelle vicinanze dove ripararsi». A disarmare i possibili fruitori ci si mette anche il ghiaccio: «Io arrivo in stazione la mattina presto ed oltre al fatto che verso le 7.30 ho sempre trovato le scale ferme, l'ingresso agli impianti è pericoloso perché con lo strato di ghiaccio che si forma, le persone rischiano di scivolare» precisa Lucia Ziliani. Più positivi alcuni ragazzi, capitanati dal giovane Andrea Zanetti che apprezzano «i disegni, che sono belli e danno un po' di colore al corridoio del sottopasso». Chiara Cecutta Libertà 15/01/2011
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