Traslocano solo le bancarelle alimentari in via Vescovado
Il mercato di Piazza Duomo resterà dov'è. Non ci saranno spaccature, e neppure estensioni dell'area espositiva alle vie limitrofe alla piazza: unica novità dentro al tracciato, via Vescovado, che si appresta a diventare, se il nuovo progetto degli uffici comunali riceverà il via libera, la nuova “cittadella del gusto” piacentina, visto che in questa strada dovrebbero confluire tutte le bancarelle di prodotti alimentari - una quindicina in tutto - del mercato: una volta raggruppato il settore alimentare in via Vescovado (e quindi “sottratto” dalla piazza e dalle aree limitrofe, dove attualmente si trova distribuito), dopo le opportune rimodulazioni della mappa, verrebbe a sciogliersi anche il nodo della sicurezza all'ombra del Duomo (quello stesso nodo che in passato aveva prodotto una lunga serie di ipotesi di trasloco, a causa di una quota di bancarelle “in esubero”). Questa sarebbe anche la nuova sistemazione del mercato come risulta trovarsi in corso di formalizzazione da parte degli uffici comunali presso i vigili del fuoco e presso l'Ufficio traffico. Risposte ufficiali, su questo fronte, è ancora prematuro attenderle; è possibile prevedere tuttavia che il nuovo progetto possieda più di una possibilità per avere l'Ok di carattere tecnico. Se così dovesse accadere, il nuovo assetto mercatale, dopo l'esame in sede di Giunta, prima di mettervi mano, verrà sottoposto per un parere definitivo a tutti gli operatori commerciali coinvolti. Secondo l'assessore comunale al Commercio Stefano Pareti, si tratterà, in definitiva, di una «messa a punto» del sistema, senza alcuna rivoluzione, e a carattere sperimentale. «Il nuovo assetto - ha detto Pareti - si limita a consentire il passaggio sulla piazza degli eventuali mezzi di soccorso e dei vigili del fuoco». «In questo senso - ha ribadito l'assessore - si prevede lo spostamento di un numero molto limitato di bancarelle (quelle alimentari, da far convergere in via Vescovado, ndr)». «Contemporaneamente - ha spiegato ancora Pareti - è in programma anche la riduzione degli ingombri di taluni banchi, sempre con l'obiettivo di facilitare l'accessibilità dei mezzi di soccorso». Le bancarelle del mercato di piazza Duomo sono attualmente 186. Una quindicina, in tutto, quelle di genere alimentare, per le quali si è affacciata la proposta di un loro “trasloco” di gruppo in via Vescovado. «Questa ipotesi - ha commentato Pareti - dovrebbe garantire per questo specifico settore merceologico una migliore reperibilità da parte del pubblico». A sfoltire le presenze in piazza Duomo potrebbero venire in soccorso anche tre nuovi posti in piazza Cavalli, resisi di recente disponibili.
Via Vescovado? Boccone amaro Gli ambulanti di generi alimentari dicono no al trasloco Salame nostrano, pecorino e polli allo spiedo, da traslocare in blocco in via Vescovado. Il piatto è succulento ma il boccone - suggerito dagli uffici comunali che hanno proposto il raggruppamento degli ambulanti di generi alimentari nella via dietro alla Cattedrale - è amaro soprattutto per i primi convenuti al banchetto, gli operatori di piazza Duomo e dintorni. Ad ascoltare ieri il loro parere sull'ipotesi di trasferimento - rendere via Vescovado una nuova “cittadella del gusto” piacentina - si raccolgono molti “no” ed una ristretta serie di “ni”. L'“Ok si proceda” riunisce al suo tavolo pochissimi avventori. Tra questi c'è Renzo Anselmi, porcini “aulentissimi” e tartufo in bella vista, che arriva dalla Valtrebbia e che staziona all'imbocco di via Chiapponi. «Trasferirci in via Vescovado? Potrebbe essere un'idea azzeccata - considera - ma sono pure 25 anni che si parla di cambiamenti del mercato e, francamente, non so nemmeno più cosa rispondere». Tra i sostenitori di un ventilato trasloco di gruppo c'è Alberto Ferretti, salumi e formaggi in via Pace. «E' un esperimento che si può fare - ritiene l'ambulante - sono già stato in via Vescovado in occasione dei lavori di via Pace ed il risultato, per me, è stato positivo». Stesse coordinate, stessa tipologia merceologica, ma rotta ben diversa quella suggerita da un altro alimentarista che vende in via Pace, Roberto Dagradi. «Durante lo spostamento dello scorso luglio - dichiara - di clienti non se ne sono visti. Se oggi mi sposterei? No, almeno non volentieri. Vorrei che il mercato fosse regolamentato, questo sì, ma che rimanesse com'è adesso». L'ipotesi di raggruppare i banchi alimentari in via Vescovado consentirebbe alla piazza, secondo gli uffici comunali autori della proposta, una boccata d'ossigeno, con l'obiettivo di rispondere alle esigenze di messa in sicurezza che da tempo pendono sul capo del mercato del Duomo. «Ma da chi hanno preso quest'idea? - si chiede polemicamente Giovanni Garbi, banco nei Chiostri -. Gli alimentari devono essere al centro del mercato, non in periferia. Col trasloco, si farebbe danno a noi e pure agli altri operatori. Ed io, assolutamente, non intendo andare via». «Ogni spostamento - aggiunge pepe un'altra operatrice, Angela Malanca - è un disagio per chi lavora e per il pubblico. Diciamo che si potrebbe pure provare, a trasferirci, ma io resto titubante. E dell'avviso che chi ci rimette è sempre chi lavora». Andare a vendere in via Vescovado? «Dietro al Duomo no, assolutamente». Non ammette repliche il parere di Roberto Rastelli, banco di prodotti alimentari in piazza Duomo. «Ma perché - domanda l'ambulante - non si è provveduto a trasferire i 60 banchi sul Facsal ed invece si intende oggi spostarne solo una decina in via Vescovado? Così finiranno per tagliarci fuori. Una proposta? Riunirci tutti in piazza Cavalli: sulla piazza però, non ai margini come era stato proposto». E poi, lo sparuto drappello dei “possibilisti”. Come Giampietro Vescovi, polleria in via Pace. «A sperimentare sarei pure disposto - considera -. Ma se la nuova collocazione è quella di questa estate, che dire? Facevo metà incasso». Oppure come Pietro Carlino, frutta e verdura nei Chiostri: «Sì, a riunirci insieme, si a provare il trasferimento. Ma occorre ricordare che la gente viene in piazza a farsi un giro. Dove si trova, compra. E spezzare il mercato non è mai troppo salutare».
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