Nessun voto contrario sul piano energetico comunale che prescrive le linee guida delle politiche di risparmio energetico per il territorio cittadino.
Il più critico ieri in consiglio comunale è stato il verde Emanuele Pasquali (gruppo misto) che ha derubricato il provvedimento a «studio (e non piano) energetico, un'enunciazione di principi che doveva avere basi molto più incisive», ma che al momento della conta era fuori dall'aula (in commissione aveva votato "no" insieme ad Antonio Levoni, del Cpe, pure lui assente ieri). Si è espresso a favore il resto della maggioranza, mentre l'opposizione (con l'ex dielle Massimo Silva, oggi nel gruppo misto) si è distribuita tra astensioni e non partecipazioni al voto.
Nell'illustrare la pratica, l'assessore all'ambiente Pierangelo Carbone ha riferito i dati sulle principali cause di consumo energetico: il 37% è attribuibile ai trasporti, il 31% all'edilizia residenziale, il 17% all'industria e il 15% al terziario. Sul versante delle fonti si osserva un ricorso quasi nullo alle fonti rinnovabili, terreno su cui l'amministrazione intende intervenire per ottenere un uso «più razionale dell'energia».
L'assessore ha indicato alcune linee di indirizzo nel teleriscaldamento, nei principi costruttivi della nuove case, nel ritorno al riscaldamento non centralizzato e nella certificazione energetica degli edifici. Critica l'opposizione con Paolo Mancioppi (Lega) che ha parlato di «timidezza» del centrosinistra sul fronte ambientale, e con Carlo Mazza ed Emilio Gorgni (entrambi del gruppo misto), che hanno rinfacciato alla giunta di avere portato in consiglio a fine mandato per l'adozione un piano che sarà approvato dalla prossima amministrazione.
Filiberto Putzu (Forza Italia) ha presentato un emendamento che è stato approvato all'unanimità: chiede un protocollo d'intesa con i privati che possiedono i magazzini e capannoni industriali del polo logistico di Le Mose al fine di «realizzare impianti solari termini e fotovoltaici sulla aree di copertura degli edifici».
Il piano energetico comunale adottato ieri ricalca il protocollo di Kyoto che prevede una riduzione di anidride carbonica (CO2) del 6,5% entro il 2012. In commissione l'assessore Carbone aveva evidenziato come una rotatoria rispetto a un semaforo (l'esempio si riferiva in particolare a barriera Torino che vede transitare 41mila veicola al giorno) riduca la CO2 del 53%, le polveri sottili del 35 insieme al 50% di carburante risparmiato. Il piano introduce il vincolo di allacciarsi al teleriscaldamento per tutti i futuri insediamenti che vanno da via Pisoni a corso Europa. C'è l'obbligo, sui nuovi edifici di avvalersi di un approvvigionamento, nell'ordine del 10%, di fonti rinnovabili, mentre per gli edifici comunali la quota sale al 20%.
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