Pianeta o asteroide? Questo è il dilemma. Non si era ancora spenta l'eco della scoperta di un grande corpo celeste, poco più piccolo di Plutone (il più lontano dei nove pianeti storici del nostro sistema solare), che è arrivato un altro annuncio sbalorditivo.
L'astronomo Mike Brown del California Institute of Technology ha comunicato la scoperta di un altro corpo celeste, grande più di due volte e mezzo Plutone e circa tre volte più distante dal Sole. Per ora il corpo viene identificato con una anonima sigla: «2003 UB313», ma ancora una volta si è riproposto il dilemma se debba essere considerato un pianeta, il decimo della serie, oppure un grande asteroide.
Gli astronomi sono profondamente divisi. Per alcuni è ormai evidente che ai margini del sistema solare c'è un numeroso gruppo di corpi celesti, alcuni dei quali con dimensioni planetarie, i quali formano una vera e propria fascia asteroidale, simile a quella che c'è fra Marte e Giove. I pezzi di questa fascia periferica, battezzata «Kuiper Belt», vengono scoperti solo ora grazie ai progressi tecnologici dei telescopi.
Secondo questo punto di vista, anche se alcuni oggetti Kuiper hanno grandi dimensioni, non avrebbe senso attribuire ad essi lo status di pianeta perchè la loro natura è diversa.
Per esempio l'orbita di «2003 UB313» è sbilenca, cioè molto più inclinata rispetto a quelle dei pianeti, forse a causa di remote collisioni avvenute fra i corpi della fascia di Kuiper.
Altri astronomi, invece, pensano che le dimensioni e la forma dettano legge: «2003 UB313» è il primo corpo di dimensioni ultra plutoniane scoperto finora, è rotondo, quindi merita l'appellativo di pianeta.
C'è una terza opinione maturata in questi ultimi mesi. Lo stesso Plutone, che ha caratteristiche fisiche e orbitali anomale, andrebbe declassato da pianeta e ridotto allo stato asteroidale. Ma questa proposta fa rabbrividire gli astronomi tradizionalisti, soprattutto gli americani, i quali pensano che sarebbe un affronto al loro connazionale Clide Tombaugh, scopritore di Plutone nel 1930. La contesa, a questo punto, sarà arbitrata da un organismo super partes, l'Unione astronomica internazionale, che si dovrà pronunciare nei prossimi mesi. Franco Foresta Martin 31 luglio 2005, Corriere della Sera
|