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Piacenza verso le elezioni politiche.
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UDC
L'Udc al Senato punta su Rossana Mazzoni.
La fedelissima di Dario Squeri: «Voglio vincere, mi appello al voto delle donne»
L'Udc piacentina svela i nomi dei propri candidati alle elezioni del 9 e 10 aprile.
Ieri pomeriggio, nella sede del partito in corso Garibaldi, il segretario Alessandro Guidotti
ha presentato ufficialmente la candidatura di Rossana Mazzoni come indipendente al Senato
(quarta in lista, anche in un primo momento si era pensato al terzo posto), già assessore
provinciale in quota Margherita nelle due giunte Squeri, e responsabile del settore formazione
politica e culturale del Centro popolare europeo fondato dall'ex presidente della Provincia,
sancendo così la contiguità di vedute politiche del movimento politico nato a Piacenza e la sezione locale dell'Udc.
«Crediamo profondamente nella candidatura di Rossana Mazzoni - ha sottolineato
Alessandro Guidotti - perché rappresenta l'idea di centro cui fanno riferimento i moderati
piacentini, ed ha ricevuto l'approvazione del presidente Casini, che si è detto entusiasta
della scelta.
Rossana Mazzoni figura al quarto posto nella circoscrizione dell'Emilia Romagna, dopo il capogruppo al Senato Francesco D'Onofrio e il segretario regionale dell'Udc Mauro Libè.
Ci sono concrete possibilità che la nostra candidata venga eletta e possa portare le istanze dei piacentini in parlamento».
Rossana Mazzoni lancia un appello ai «valori del centro, al patrimonio del cattolicesimo
e all'etica della responsabilità - ha affermato Mazzoni alla conferenza stampa di presentazione,
alla quale è intervenuta accompagnata dal portavoce del Cpe Poggi -
I tempi nuovi richiedono senso di responsabilità verso un passato di cui non possiamo liberarci.
Mi candido per vincere, e per dare visibilità alla realtà territoriale piacentina.
Rivolgo quindi un appello al voto delle donne, che devono diventare protagoniste della politica: i paesi che hanno maggiori difficoltà sono quelli che non hanno riconosciuto un ruolo alle donne».
In serata sono stati ufficializzati anche i nomi e posizioni dei candidati alla Camera:
Michele Frassinelli (decimo) e Elena Carini (22esimo), già candidati alle elezioni regionali del 2005, e Rosario Pennisi (36esimo).
Escluso invece Stefano Frontini, presidente della circoscrizione 3.
La testa di lista dell'Udc vede il presidente uscente della Camera Casini, seguito da Carlo Giovanardi e da Gianluca Galletti.
Al Senato il capolista è il capogruppo uscente al Senato Francesco D'Onofrio, seguito da Mauro Libè.
La quota degli eletti, stando ai voti delle regionali del 2005, dovrebbe essere per l' Udc di due deputati e di un senatore.
È probabile che Casini opti per un'altra circoscrizione così come D'Onofrio, già capolista in Veneto e in Calabria.
LEGA.
Polledri in lista, ma stavolta corre per Palazzo Madama
Il deputato uscente è secondo dietro Calderoli.
Per lui elezione in bilico, uno soltanto è il posto sicuro
Potrebbe essere Massimo Polledri il senatore piacentino virtualmente in grado di sostituire Antonio Agogliati anche se la casacca di partito non sarebbe la stessa.
Il deputato leghista uscente non sarà ricandidato alla Camera ma al Senato, sempre comunque nella circoscrizione dell'Emilia-Romagna.
Per lui, a differenza di Agogliati (Forza Italia), le chances di elezione sembrano migliori visto che è al secondo posto nelle lista del Carroccio dietro l'ex ministro Roberto Calderoli.
Da tenere presente, però, che in Emilia-Romagna il Carroccio viene accreditato solamente di un senatore sicuro secondo le stime sulla base del meccanismo elettorale e delle tendenze sul bottino di voti.
Nel qual caso, per poter sedere a Palazzo Madama, Polledri dovrebbe sperare che Calderoli
optasse per l'elezione nella circoscrizione del Piemonte, dove pure è candidato come capolista.
Certo, le prospettive del piacentino sarebbero migliori in caso di vittoria elettorale della Casa
delle Libertà, visto che per Calderoli sarebbero concrete le chances di una chiamata al governo
al che potrebbe anche pensare di dimettersi dal Senato lasciando via libera al secondo in lista.
Per quanto riguarda la lista della Lega alla Camera dei deputati, a guidarla c'è invece il leader
del partito Umberto Bossi che sarà seguito in lista da Angelo Alessandri, segretario della Lega Nord Emilia e da Gianluca Pini, segretario della Lega Romagna.
Al quarto posto Fabio Rainieri leader dei Cobas delle quote latte protagonista di una lunga
protesta negli anni scorsi.
FORZA ITALIA.
Senato, a rischio il seggio di Agogliati.
Il forzista è solo settimo nella lista per l'Emilia-Romagna, lontano dagli "eleggibili".
Altri piacentini nelle retrovie
«Sono amareggiato, mi dedicherò al partito».
Scarse le chances di rielezione per Antonio Agogliati.
Il senatore di Forza Italia è solo settimo nella lista dell'Emilia-Romagna per Palazzo Madama, lontano dai posti eleggibili che sono quattro, cinque al massimo in caso di vittoria del centrodestra alle politiche del 9 aprile.
In Forza Italia i nodi per la composizione delle liste si sono sciolti solo nelle ultime ora a ridosso della chiusura dei termini fissata per ieri sera.
Soprattutto in Emilia-Romagna la situazione è apparsa ingarbugliata e per la Camera in particolar modo.
Anche per l'assemblea di Montecitorio da Piacenza si accarezzavano ambizioni di candidatura. Risultavano averci fatto più di un pensierino sia Carlo Mazzoni, consigliere comunale a Piacenza, sia Luigi Francesconi, consigliere provinciale e regionale.
Ma entrambi si sarebbero infine defilati quando è apparso chiaro che per loro avrebbero potuto
liberarsi collocazioni tali da non lasciare speranze di elezione.
Nella lista di Forza Italia alla Camera due piacentini comunque ci sono anche se nello retrovie: Rosalba Stentella, di "Azzurro Donna", e Matteo Lunni, di "Forza Italia Giovani".
Tornando al Senato, assieme ad Agogliati, in lista c'è Paola Pizzelli, consigliera comunale a Fiorenzuola, che è però molto indietro, soltanto 21esima.
Uno scenario complessivamente deludente per la rappresentanza "forzista" piacentina che è il dato su cui il senatore uscente concentra la sua valutazione negativa dell'esito della partita per le candidature:
«Piacenza ne esce male, va a finire che tra Camera e Senato non avrà alcun parlamentare».
Non nasconde, Agogliati, l'amarezza per la sua collocazione.
Non sa spiegarsi come possa essere finito soltanto al settimo posto:
«Credo che Renato Schifani (capogruppo di Forza Italia al Senato) mi abbia portato come uno
dei primi, poi sono sceso al sesto, e alla fine si è inserito anche un altro che non so neanche chi sia».
È Sandro Balletto, cagliaritano, pare che sia un architetto e che goda dell'amicizia personale di Silvio Berlusconi.
Sta al sesto posto, appena sopra Agogliati; mentre risalendo la lista troviamo tre senatori uscenti come Vittorio Guasti (quinto), Laura Bianconi (quarta) e Giampaolo Bettamio (terzo), quest'ultimo sottosegretario agil Esteri, quindi il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Pietro Lunardi (secondo) e infine, capolista, il presidente di Palazzo Madama, Marcello Pera.
Per restare in Parlamento Agogliati deve sperare anzitutto che la Casa delle Libertà vinca alle urne,
in questo modo, spiega, gli eletti di Forza Italia anziché quattro soltanto, come si calcola in caso di sconfitta, potrebbero diventare cinque.
A quel punto occorrebbe contare su un paio di dimissioni tra quelli che gli stanno davanti: o nell'eventuailtà che optassero per l'elezione in altre circoscrizione (è il caso di Pera, capolista anche in Toscana e in Piemonte), oppure che venissero chiamati a qualche carica di governo che li inducesse a lasciare il seggio.
Un gioco a incastri tutt'altro che semplice, tanto che è lo stesso Agogliati a difinire «remota» la possibiltà di una sua elezione.
Ma non c'è senso di rivalsa verso il partito.
È vero, ammette, che si è assistito a tante «sgomitate» per un "posto al sole" e che lui ne ha fatto le spese (e si dice che sia stata la coordinatrice regionale Isabella Bertolini a mettergli più di tutti il bastone tra le ruote) vedendosi sopravanzare dai «paracadutati da fuori», ma è stato così da tante
altre parti, si consola Agogliati, «in Lombardia ad esempio è stato un massacro, le vittime illustri sono parecchie».
Se gli toccasse di lasciare il Parlamento gli resta sempre il mandato di sindaco di Ferriere da concludere.
E poi «l'impegno in Forza Italia», impegno che resterà, assicura, «al cento per cento»:
«Avrò un miliardo di difetti, ma la coerenza e l'onestà quelli no, non mi mancano».
C'è il caso che possano cambiare, a livello locale, gli equilibri interni a un partito da molti considerato senatore-dipendente?
«La sede giusta per discutere di queste cose sarà un congresso, è lì che i partiti prendono le loro decisioni. C'è un direttivo provinciale, un segretario... , e io farò quello che il partito deciderà».
Già, il partito.
Che mai tanta voce in capitolo ha potuto avere nella scelta delle candidature come con la nuova legge elettorale votata in zona Cesarini.
Pentito, Agogliati, che col vecchio sistema avrebbe probabilmente avuto più chances di rielezione, di quella riforma?
«La nuova legge la voterei ancora perché sennò dal punto di vista generale sarebbe andata ancora peggio per la coalizione, certo forse mi sarei dovuto muovere in qualche altro modo essendo tutto in mano al gruppo dirigente. Ma la mia coscienza è cristallina e la vita va avanti».
E ad aprire qualche nuova prospettiva nel suo futuro politico chissà che non sia servito l'incontro che ieri mattina il senatore, accompagnato da alcuni forzisti piacentini, ha avuto ad Arcore coi vertici del partito.
«Con Berlsuconi ci siamo detti cose private. Un incontro riservato che tale resta».
Gustavo Roccella, Libertà del 7 marzo 2006
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pubblicazione: 07/03/2006
aggiornamento: 08/04/2006
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