Il disegno è vasto, affascinante e condiviso.
Piacenza, in virtù della sua posizione geografica, è il retroporto naturale dei porti liguri di Genova, La Spezia e Savona, le cui autorità sono venute a proporre alleanze. E' il trampolino per trasferire beni e merci arrivati via-mare nel quadrante nord del Paese, facendo leva sulle ferrovie. Ancor meglio quando avremo il terzo valico dei Giovi. Ci si può spingere oltre, lungo la direttrice Genova-Rotterdam.
Ma a questa mappa dei desideri si oppone una situazione embrionale e talvolta di totale assenza di infrastrutture.
E' stato chiaro l'assessore regionale Alfredo Peri (Trasporti): lo scalo-merci piacentino vuole avere un peso forte? «Ma si fa troppa fatica a convincere le ferrovie che Piacenza è un polo di interesse nazionale e non locale e che potrebbe essere fra i pochi scali-merce di serie A nel Paese». Così non decolla. Peccato pure che nelle condizioni di insediamento delle imprese di logistica a Le Mose ci fosse la realizzazione di connessioni ferroviarie per l'intermodalità rimaste in parte sulla carta.
Ieri il convegno di Confindustria si è giocato sul doppio registro di quanto si potrebbe fare se fosse effettivamente assecondata la vocazione logistica della nostra provincia e di come siamo messi.
A ricordare tutto quanto ci manca è stato un energico Sergio Giglio. Il presidente di Confindustria ha elencato l'esigenza della Pedemontana, della Cispadana, il completamento della tangenziale sud, il secondo ponte ad ovest della città e il passante nord che elimini l'attuale bretella A1-A21, miglior trasporto intermodale e scalo merci a Le Mose proprio per collegarci alla Liguria. Tutto questo serve ad arginare il declino e ad evitare che la provincia diventi una «strozzatura» più che una «cerniera» fra regioni.
La giornata ha poi presentato la consistenza notevole dei Porti Liguri, ne hanno riferito gli aderenti a Ligurian Ports, i presidenti delle autorità portuali Cristoforo Canavese (Savona), Luigi Merlo (Genova) e Giovanni Lorenzo Forcier (La Spezia). Queste tre realtà movimentano il 60 per cento del traffico portuale del Paese per 8 miliardi all'anno, con 5 milioni di passeggeri e un trend di crescita dopo la battuta d'arresto (-16 per cento) della crisi.
Gli interlocutori privilegiati sono oggi Algeria, Tunisia, Marocco. Le rotte del nord Africa.
«Tutti i nostri porti esigono un sistema retroportuale molto efficiente» riassume Forcieri. E vasto, perché lo spazio in Liguria è risicato. «Lavoriamo insieme» esortano le autorità portuali, rivolgendosi a Piacenza.
Il Comune, per voce dell'assessore Pierangelo Carbone (Mobilità) presenta il progetto nazionale ricco di implicazioni e dal taglio cultural-economico delle città snodo a cui noi apparteniamo. Patrizia Barbieri, assessore della Provincia, si spende a favore della proposta ligure. Piacenza non può orientarsi verso Ravenna. Il suo destino si gioca su Genova, ma la logistica a cui pensa Barbieri si coniuga con "manifattura", esige lavorazioni da portare in loco («E il capannone vuoto non va bene»). Patrizia Soffientini LIBERTA' del 27 novembre 2010
Viadotto sul Po. Passaggio ad ovest: anche la Lombardia apprezza il progetto C'è qualche notizia positiva dal Prit, il piano regionale integrato dei trasporti. L'assessore Alfredo Peri riferisce di aver già avuto uno scambio di vedute con Raffaele Cattaneo, assessore alla mobilità della Lombardia. C'è sintonia di vedute sul passante ovest tra Rottofreno e Guardamiglio, l'idea potrà essere portata avanti. Peri conviene che Piacenza ha anche altre problematiche: la quarta corsia della A1 che arriva da Modena a Piacenza presenta un «buco» tra Piacenza e Lodi e mancano dei "pezzi" ferroviari sulla Tav: «con qualche interconnessione in più e qualche connessione in meno». Piacenza retroporto ligure? Ottimo, tutta l'Emilia Romagna è una piattaforma logistica fra Tirreno e Adriatico. E la Regione oltretutto detiene il 40 per cento di Fer, la società pubblico-privata che movimenta 40 treni per La Spezia. Intanto buone notizie sulla Cispadana (178 milioni dalla Regione, 1 miliardo da privati), la gara è fatta e il contratto firmato.
|