di MAURO MOLINAROLI
Da sempre si è cercato di progettare le città a misura dei desideri e dei bisogni degli uomini, ma quante volte si è riusciti in tutto questo?
Difficile dirlo, ci provano "Le fabbriche della felicità" 2008, con la loro "Felicittà", e ne parlano con entusiasmo i promotori, che forse hanno letto "Le città invisibili" di Italo Calvino e da lì hanno preso spunto per un'idea di Piacenza che vada oltre gli indicatori dei quotidiani nazionali e che coinvolga il maggior numero di gente possibile per la costruzione di un progetto, di un'idea, di un sogno in grado di dare a tutti maggiore benessere in una città ideale.
Allo Svep, dove ha luogo la conferenza stampa di presentazione, ci sono gli ideatori: lo psicologo Massimo Esposito, Laura Sidoli in rappresentanza del Centro Psicopedagogico per la Pace diretto da Daniele Novara (altro promotore della manifestazione ma assente per impegni di lavoro), Paolo Rizzi, docente di Economia Locale all'Università Cattolica e poi Giuseppe Pistone e Giuseppe Chiodaroli, presidente e direttore di Svep, Daniele Fanzini, docente di Economia ambientale al Politecnico - sede di Piacenza e Franco Paratici, delegato provinciale del Comitato Italiano Paralimpico.
Ognuno, a modo proprio, mette in rilievo lo sforzo compiuto e ciò che accadrà nella tre giorni che prenderà il via domani e chiuderà i battenti domenica, che vede il sostegno della Provincia e dell'Ausl e il patrocinio del Comune. Chiodaroli, afferma che lo Svep "è ben felice di essere in questa cornice, perché - dice - misurare la felicità non è un compito facile, anzi; è qualcosa di particolarmente difficile, soprattutto quando sono i cittadini a dirti ciò che vorrebbero e come desidererebbero fosse il benessere urbano. Lo Svep si è impegnato, insieme a tante altre associazioni, a dar vita a questa iniziativa".
E Massimo Esposito, incalza affermando che il programma del 2008, intitolato "Felicittà", è incentrato sul rapporto tra il benessere, le trasformazioni urbanistiche e la gestione del territorio: "Si abita e si vive bene solo se siamo in grado di costruire benessere. La Fabbrica della Felicità incontra, e forse a volte si scontra, con gli edifici, spesso non proprio a nostra misura; ma noi vogliamo che il vivere nel territorio sia caratterizzato dall'accoglienza, dalla sanità, da un ambiente piacevole e sicuro. Perché questi sono i presupposti fondamentali del benessere, senza i quali non può esserci felicità né per noi stessi, né per l'intera comunità".
E allora si può essere costruttori di felicità o di infelicità? Ne parleranno, in questi giorni, architetti, ingegneri ed esperti d'arte. Perché se domattina il convegno "Misurare la felicità - Verso l'osservatorio del benessere" renderà noti i nuovi indicatori della felicità, e i risultati dei gruppi di lavoro del laboratorio locale, sabato, attraverso la tavola rotonda "Le trasformazioni urbane a Piacenza: dalla logistica verso l'acqua del Po", il sindaco Roberto Reggi, l'economista Giacomo Vaciago e altri rappresentanti istituzionali o di associazioni ambientali, quali Gianni D'Amo, Filiberto Putzu e Umberto Fantigrossi prenderanno in esame il nostro ambiente e il nostro territorio tra logistica, viabilità e ruolo del Grande Fiume.
"Il rapporto con l'Amministrazione, l'impresa, l'industria è fondamentale - spiega Paolo Rizzi - ma soprattutto è importante il rapporto con il cittadino, cui è destinato il benessere che le Fabbriche vorrebbero tirare fuori dalla città, ma è spesso, purtroppo, protagonista del malessere, quando nella Fabbrica qualcosa non va". Commenta Laura Sidoli: "Andremo alla ricerca della tradizione attraverso i giochi di una volta, vivremo i percorsi di felicità al museo e vedremo la casa e la città dell'uomo che cambia, per migliorare la nostra salute".
E se è vero che il Politecnico è una realtà consolidata nel nostro territorio, Daniele Fanzini afferma che, nella giornata di domenica, l'Urban Center sarà sede di un laboratorio creativo riservato a tutti i cittadini: "Esprimeranno le loro idee di città un gruppo di docenti del Politecnico, stimolando i presenti ad esprimere il loro parere. Per una città diversa, in una realtà che cambia". Franco Paratici sostiene che la città deve adattarsi alla disabilità, ed è per questo che domenica pomeriggio, al liceo artistico "Bruno Cassinari", è prevista una gara di tiro con l'arco cui parteciperà Giuseppe Garelli, già campione del mondo e presente a quattro Paralimpiadi". Sì, il tiro con l'arco per eludere ogni forma di discriminazione e per dire che anche stavolta le Fabbriche hanno fatto centro.
Libertà, 08/05/2008
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