Tiepide sin qui le adesioni, si parte con il 50% del capitale
LIBERTA' del 25/01/2003 : A conferire le quote sono state le tre banche (Cariparma, Banca di Piacenza, Banca Farnese), Rdb, Camera di Commercio e Assindustria.
«E' finita che dovrò fare il “porta a porta”, il commesso viaggiatore, per raccogliere adesioni su Piacenza Holding». La battuta dolceamara di Augusto Rizzi, coordinatore del Piano strategico, sigilla la giornata di lavori («è andata bene ma poteva andare meglio») per arrivare a costituire Piacenza Holding Spa.
Il parterre degli invitati, nella sede ospitante della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha mostrato significative presenze, ma non meno vistose assenze per la parte industriale. C'erano i quattro consiglieri della Fondazione - elenca Rizzi - (assente il presidente Mazzocchi per impegni), vale a dire Donatella Ronconi, anche in veste di imprenditrice, Umberto Chiappini, Attilio Ceresa e Pietro Bragalini, quindi i rappresentanti delle tre banche locali (Cariparma, Banca di Piacenza, Banca Farnese), Giovanni Ronchini in rappresentanza della Camera di Commercio, mentre Giacomo Marazzi (nel ruolo anche di imprenditore) ha espresso la posizione dell'Associazione Industriali. E si è seduto al tavolo dei lavori Mario Spezia della Confcooperative (non c'era invece Marco Carini, presidente della Legacoop, che ha però dato in precedenza un assenso di massima, riferisce Rizzi). «C'erano assenze tra le imprese invitate - sintetizza alla fine Rizzi - ne cito alcune, come Mazzoni, Schiavi, Hermann, anche Lpr non c'era, ma ho avuto conferme dell'adesione. Tuttavia ad un certo punto mi sono chiesto se andare avanti o meno» ammette con franchezza Rizzi che certo, alla vigilia della presentazione pubblica del Piano strategico, questa mattina, forse sperava di poter dare una notizia compiuta sul primo progetto del Piano in scaletta, Piacenza Holding, appunto. Unico di natura privata, ma con finalità sociali dichiarate. Però, si capisce da come sono andate le cose, ci deve essere ancora una certa perplessità e diffidenza su questo strumento che servirebbe, nelle intenzioni, a contribuire allo sviluppo di nuova imprenditoria medio-piccola o ad entrare con percentuali contenute negli assetti societari di imprese già esistenti che necessitano di supporti finanziari, portandovi anche un'azione di management efficace.
«Molte aziende seguono uno sviluppo naturale fino ad una certa fase, ma se poi manca un supporto organizzativo e manageriale si rischiano grosse difficoltà, Piacenza Holding serve ad evitarle». «Il dibattito si è concluso comunque con una valutazione positiva sullo strumento - riassume - e con un invito al sottoscritto ad andare a parlare con altri soggetti.
Peraltro l'avvocato Ridella della Banca Farnese ha riferito che il suo istituto aveva avuto un'idea simile, trovando già adesioni di diversi imprenditori e ci metterà a disposizione la lista, così la loro iniziativa cede il passo alla nostra, più ampia».
La Fondazione cosa farà? «Si è detta molto interessata e ha ribadito, per voce dei consiglieri, la validità della cosa, anche se c'è qualche problema di tipo statutario. A noi non interessa l'importo, ma una partecipazione che dia prestigio all'iniziativa». La Fondazione dovrebbe entrare, dopo aver valutato i vincoli statutari e cercando una formula tecnica adeguata per fornire il suo appoggio. «E' anche un momento complicato dalla trasformazione stessa delle Fondazioni, che si chiedono cosa possono o non possono fare».
Alla fine dell'incontro di ieri la conta dei sì e dei no lascia la situazione inalterata: si resta a quota 50 per cento del capitale, fissato a 200mila euro. Le tre banche (che avevano chiesto di avere quote paritetiche) hanno confermato l'adesione per 10mila euro ciascuna (5 per cento), mentre la Rdb di Rizzi ha deliberato di entrare con 20mila euro (10 per cento), Camera di Commercio e Associazione Industriali con 20mila euro ciascuna.
Tra gli imprenditori privati interessati: Aurelio Orgoni della Tyco-Biffi, Marazzi della Cementirossi e altri. Ma prima di aderire, par di capire che i più vogliano soppesare bene tutti gli attori in gioco e trovare il modo di aver voce in capitolo. Ed è emersa, dice Rizzi, l'opportunità di avere in Piacenza Holding una società di venture capital (capitale di rischio), un soggetto che per professione faccia questa attività. «Si voleva invitare la professoressa Gervasoni, direttore generale delle associazioni delle società di venture capital, per darci una mano. Società simili difficilmente vengono a Piacenza, potremmo essere lo strumento per introdurle su territorio». Oggi il convegno Da ricordare che questa mattina, alla Cappella Ducale di Palazzo Farnese, a partire dalle 9.30, si svolge il convegno “Dal Patto per Piacenza al Piano strategico”, alla presenza delle autorità.
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