Piacenza ha recentemente aderito all'Associazione dei Comuni della Via Francigena. La Via Francigena, dopo un periodo di promozione nell'anno 2000 durante il Giubileo, ha fatto perdere le sue tracce. Non ha avuto lo sviluppo del cammino di Santiago di Compostela che si è affermato come uno dei percorsi più consolidati per i turisti-pellegrini europei e internazionali, con un'indubbia ricaduta positiva sul territorio interessato. Già conosciuta in epoca longobarda e utilizzata per scopi commerciali e militari, la Via Francigena viene stigmatizzata nel 944 da Sigerico che, durante il viaggio che lo porta da Roma a Canterbury dove aveva sede la sua diocesi, annota le tappe e rilascia ai posteri la prima memoria autorevole del percorso. Da quel momento la Via Francigena (anche via Romea) diventa ufficialmente il canale privilegiato del pellegrinaggio cristiano che parte dal nord e dal centro Europa per recarsi nel baricentro della cristianità, cioè Roma, e poi raggiungere anche Gerusalemme. Le tappe comprendono: Calais, Bruais, Arras, Reims, Chalons sur Marne, Bars sur Aube, Besancon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Santhia, Vercelli, Pavia, Piacenza, Fiorenzuola, Fidenza, Parma, Fornovo, Pontremoli, Aulla, Luni, Lucca, S. Genesio, S.Gimignano, Siena, S. Quirico, Bolsena, Viterbo, Sutri e Roma. Oggi potremmo catalogarla come “turismo esperienziale” in chiave religiosa. La Via Francigena, dichiarata “Itinerario Culturale Europeo” dal Consiglio d'Europa, è quindi un giacimento tendenzialmente inesplorato di culture e di opportunità. Il fatto che la nostra città abbia aderito all'Associazione dei Comuni della Via Francigena è un buon segno che apre una strada possibile per far recitare a Piacenza un ruolo primario. In termini pratici Piacenza dovrebbe collaborare concretamente con l'Associazione e i Comuni che la compongono per costruire un'identità generale del percorso, mettere in campo una strategia comunicativa che serva da piattaforma per iniziative ed eventi di visibilità sui media. Parallelamente è necessario operare sul territorio locale per identificare i nostri beni storici, artistici, culturali e architettonici creando partnership con il sistema ricettivo fatto di conventi e ostelli, ma anche alberghi, ristoranti e agriturismi. Significa progettare percorsi e relativi strumenti di comunicazione che partano da una segnaletica dedicata per arrivare a documenti cartacei e risorse digitali che possono essere accessibili anche dal sito del Comune di Piacenza. Piacenza si è accorta che ha bisogno di essere più visibile con il suo patrimonio genetico e la Via Francigena può essere un'occasione per illuminarlo, riqualificarlo e per “mettersi in rete” in un sistema più ampio, aprire un nuovo fronte di attrattiva turistica e incrementare il consumo di cultura che già altrove genera un impatto positivo, sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Nel 2000 erano stati fatti tentativi che hanno lasciato segni deboli sul territorio, ora c'è l'opportunità di trasformare la Via Francigena in una risorsa per la città e la provincia, non solo un qualcosa su cui molti di noi camminano inconsapevolmente. Francesco Bergonzi Politecnico di Milano, Paolo Rizzi Università Cattolica di Piacenza Master Must in Sviluppo turistico territoriale
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