Quota da 80.000 euro
Piacenza sarà presente nel Padiglione Italia di Expo, la kermesse mondiale dedicata al cibo e alle energie per la vita (Milano, maggio-ottobre 2015). A che prezzo, lo si vedrà entro un breve volgere di giorni.
Nel Palazzo Italia - pensato visivamente da Marco Balich come un intreccio di radici - che, da gennaio, verrà costruito sul criterio di un accampamento romano lungo le due linee ortogonali del cardo e del decumano si possono acquistare uffici di rappresentanza semestrali (80-100mila euro), settimane espositive (100 mila euro), eventi o grandi eventi (anche 200 mila euro un solo giorno con chef stellato che cucina per gli ospiti), piazzette di 40 metri quadrati da 300 mila euro per tre mesi. Poi c'è chi, come la città di Brescia, battendo tutti sul tempo, ha già stipulato un contratto con Expo da 1 milione di euro e più e sta incontrando delegazioni consolari dei Paesi dove l'industria bresciana fa affari, dal Brasile al Kazakistan.
E nel frattempo, chi ha aderito al protocollo piacentino pro-Expo che si propone di sostenere progetti di valorizzazione del nostro territorio (turistico-industriali-enogastronomici) può masticare e rimasticare la regola numero uno dettata dal direttore delle relazioni esterne di Expo, Alberto Mina, ieri a Piacenza per incontrare gli attori economici e istituzionali interessati: «Expo 2015 funzionerà per chi ha qualcosa da dire e da trasmettere, altrimenti non funziona. E' un reagente efficace, ma dipende da cosa ci si mette dentro. Piacenza è stata fra i primi a crederci, fatevi avanti! ».
Se ne deduce che il territorio deve avere le idee molto chiare su cosa vuol promuovere e cosa si aspetta dalla grande esposizione universale che dovrebbe attrarre 20 milioni di visitatori e conta 140 Paesi aderenti. Ascoltando Mina che parla di spazi e di occasioni, la nutrita platea di enti e forze accorse ieri in Provincia - ci si continua a meravigliare di questa compattezza fino ad oggi sconosciuta - esprime una forte aspettativa.
Piacenza alla Coppa d'Oro è stata lodata da Diana Bracco, commissaria del Padiglione Italia, per essere stata fra i primi territori a proporsi in modo unitario, ora può agire rapidamente. «Abbiamo due mesi di tempo per chiudere spazi e palinsesti, stiamo ricevendo migliaia di richieste» avverte Mina, che è già occupatissimo ad andar su e giù per lo Stivale a stringere accordi.
Ad accogliere Mina, i massimi esponenti dei tre enti promotori: Massimo Trespidi, presidente della Provincia, non nasconde la soddisfazione per il fatto che Piacenza «sia in prima fila» e invita a «volare alto»; il sindaco Paolo Dosi s'interessa di chi potrebbe promuovere pacchetti turistici, per esempio la società Explora, e pensa a una città vivificata delle presenze; il presidente camerale, Giuseppe Parenti, fedele alla sua proverbiale concretezza, chiede chiarimenti su tutti gli aspetti pratici e il "listino" prezzi.
Sulla doppia natura della kermesse, da Mina arrivano dei chiarimenti utili. L'Expo, da un lato, avrà un profilo «nazional popolare» per famiglie con bambini, un target generalista, deve incuriosire e interessare in senso ampio, dall'altro lato però c'è una forte componente istituzionale visto che il 90 per cento degli espositori sono i governi di tutto il mondo, e proprio perché si potranno avere decine e centinaia di delegazioni diplomatiche di alto rango, concentratissime, l'occasione di presentarsi con i propri prodotti è formidabile. «Siamo una potentissima piattaforma istituzionale» dirà Mina che cita, fra gli altri, l'ottimo lavoro fatto dalla Coldiretti nazionale per presentarsi a questo variegato mondo dell'Expo. Perché c'è un'altra cosa che conta. Tutti i visitatori devono passare per Palazzo Italia e di fronte a quest'ultimo c'è la Delegazione Ue, dove parlare di energia. Ma questa è un'altra storia. Patrizia Soffientini Libertà 24/10/2013
Dieci giorni per decidere, mandato ad Ats Via libera dei soci per prenotare la partecipazione. Pomodoro come bandiera? (ps) Dieci giorni per decidere e due mesi per chiudere l'accordo con gli organizzatori. E così appena dopo l'intervento di Alberto Mina in sala consiglio della Provincia, si è svolta una breve riunione operativa dell'Ats (Associazione temporanea di scopo) dalla quale è emerso che i soci danno mandato al coordinatore, Silvio Ferrari, di esplicitare una manifestazione di interesse verso Expo, il che significa prenotarsi per avere uno spazio a Milano. Inoltre dovrebbero presto nascere un tavolo esecutivo e uno consultivo per permette alla Ats di lavorare agilmente sui contenuti. Il prodotto-bandiera potrebbe essere il pomodoro, come testa di ponte per far affiorare altre qualità attrattive. Ma sarà il territorio a decidere. «Bando agli indugi» esorta il presidente della Provincia Massimo Trespidi, convinto della bontà dell'impresa che dovrebbe moltiplicare l'investimento. Trespidi pensa anche che sia il caso di mandare un messaggio alla Regione Emilia Romagna, facendo presente che Piacenza è la "porta d'accesso" dei visitatori per tutto il territorio regionale e costiero. Su questo punto però va detto che altre regioni, come Liguria, Lombardia e forse Piemonte, stanno organizzandosi in una società di promozione di pacchetti turistici per Expo, la società di chiama Explora.
Silvio Ferrari - che ben conosce Mina e che fu tra i primi, ha detto quest'ultimo, ad avere l'intuizione del valore dell'impresa milanese - nel corso della seduta dell'Ats ha anticipato che incontrerà i responsabili della società Explora cercando collaborazione nella diffusione dei pacchetti turistici che il territorio saprà confezionare. Anche perché chi decide di visitare un Expo organizza il viaggio molto tempo prima, specie se arriva da Paesi lontani. I numeri di Expo sono sicuramente invoglianti, con 140 Paesi presenti, e sono attesi capi di stato e delegazioni al vertice, 184 i giorni espositivi, il Padiglione Italia è la piazza ideale dell'incontro e delle relazioni, dotata anche di un doppio auditorium. Si pensa che in un sol giorno una postazione dentro Expo possa essere vista da 150 mila visitatori e secondo Mina: «Non c'è paragone con nessun altro budget annuale, in quanto a resa e a ricaduta». Ecco perché la città di Brescia ha acquistato spazi lungo tutti i sei mesi, ma è possibile scegliere la formula più adatta. Alla fine dell'incontro con Mina, i tanti attori economici e istituzionali presenti sembrano aver riportato un'impressione positiva dell'opportunità prospettata. Basta ora dar corso alla manifestazione di interesse, come si diceva, primo passo dopo i due avvisi pubblici lanciati da Expo 2015. Nella riunione riservata dell'Ats c'è chi, come il presidente camerale Parenti, ha sollecitato a cogliere rapidamente la proposta per non perdere l'opportunità di essere presenti a Milano, ma ritiene che non solo l'agro-alimentare, ma anche le imprese di altra natura debbano essere valorizzate. L'assessore Katia Tarasconi ha valutato positivamente la proposta di istituire a Milano durante l'Expo un ufficio di rappresentanza piacentino, idea condivisa da Mauro Balordi, dell'Università Cattolica, mentre Angelo Manfredini, presidente di Piacenza Expo, la fiera di Le Mose, ha accennato alla possibilità di concentrare gli eventi fieristici locali nel semestre di durata dell'Expo milanese.
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