Piacenza: giovane, ricca e criminale. Negli ultimi sette anni le performance malavitose dalle nostre parti sfiorano il record italiano. Più in generale, perdiamo altri cinque posti nella classifica della qualità della vita sui centosette capoluoghi dello Stivale redatta dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore".
Era già successo l'anno passato rispetto al precedente, quest'anno si replica: passiamo dal 17° al 22° posto. Di questo passo, i retrobottega della graduatoria, il lato B del welfare, si fanno pericolosamente vicini. Da piccola città gioiello del buon vivere, prima in Italia nell'ormai preistorico 1998 e "argento" l'anno dopo (oggi è prima Ravenna e ultima Reggio Clabria) eccoci derubricati a spaurita comunità che piange sulla sicurezza perduta (80ª), si tiene strette le sue ricchezze private (5ª nel Paese) e ripone le sue speranze su giovani e stranieri, 2ª in Italia per numero di immigrati. Qualcuno potrebbe dire che diventa sempre più difficile difendere i privilegi, che la ricchezza da noi è ingessata e non investita, e certo fa gola.
Tenore di vita. Nella classifica sul tenore di vita, svetta Modena, noi siamo 29esimi e perdiamo undici postazioni. Con un valore aggiunto pro-capite di 24.091 euro. Che siamo ricchi lo sapevamo, il quinto posto in Italia dopo Sondrio, Aosta, Belluno e Milano. Stavolta si è valutato il patrimonio 2012 per nucleo familiare, da noi ha una media di ben 468 mila euro. Mille euro è invece l'assegno medio dei pensionati e i consumi 2013 a famiglia ci vedono nella fascia alta. Costose le case in semi-centro (2.250 euro il metro quadrato). La meno cara è Caltanisetta con 950 euro, la più costosa Roma con 4.800.
Affari e lavoro. Piccolo salto positivo: guadagnamo due posizioni e ci stabilizziamo al 36° gradino. Sul podio sta Reggio Emilia. Stupisce non tanto la media posizione delle imprese registrate ogni cento abitanti, quanto la scarsa capacità d'investimento (74°), lo spirito d'iniziativa dormiente che ci apparenta a Carbonia Iglesias, nessun'altra città emiliano romagnola fa peggio. Se siamo nella media sui crediti difficili, balziamo a un bel decimo posto per propensione all'export. Anche il tasso di occupazione non è male (16°), come la capacità dei giovani imprenditori a rischiare (38°).
Sanità e clima Servizi e ambiente. Scivolone al 59° posto anche sul versante ambientale. Ci penalizzano due dati riferiti al 2013. Il pessimo clima (92esimi) e il tasso di emigrazione ospedaliera (90esimi) che vede il 14,99 per cento dei pazienti scegliere altre regioni, non condividiamo il dato con altre città emiliano romagnole. Lombardia ed Emilia sono infatti prime per asili e sanità. Abbiamo una speranza di vita media di 81 anni, a metà classifica, senza infamia né lode anche la pagella sull'ecosistema urbano, bene invece gli asili nido (24esimi).
Under 15 e stranieri Popolazione. Siamo attraenti e dinamici, questo sì. Piacenza è terza in Italia per la popolazione, dopo Siena e Parma. Secondi in assoluto, a ruota di Prato, per percentuale di stranieri regolari (14,18 per cento). Spicca il dato sulla popolazione giovane, il rapporto under 15/over 64, che ci vede al quinto posto, ma Parma, Reggio, Bologna fanno anche meglio.
Ordine pubblico Tasto dolente, le grandi città sono sempre sotto pressione, ma le piccole - come Piacenza - guadagnano scomode posizioni. Dal 38° posto precipitiamo all'80°, mentre Crotone e Oristano si contendono la palma di centri più tranquilli. Scippi e borseggi ci fanno sprofondare al 92° posto; gli appartamenti svaligiati addirittura al 96°, le rapine all'87°, per fortuna, è il caso di dirlo, risaliamo un po' con le frodi, accasandoci "solo" al 40° posto. Con Ragusa, Trieste e Bolzano siamo la quart'ultima città in Italia per peggioramento tendenziale dal 2007 al 2013. I furfanti ringraziano.
Divertiamoci Se la tasca piange, il tempo libero non soffre. Ci si consola così, saliamo al 17° posto in Italia (prima Genova, ultima Enna). Stiamo nella media matematica per numero di librerie, diamo il meglio sui cinema (8° posto) e store di grande distribuzione (11° posto). Un poco più deboli sulla sportività (22°) e ristorazione (25°), e decisamente più deboli sulle connessioni superveloci (64°).
Patrizia Soffientini da LIBERTA' del 02/12/2014
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