Incontro di Scelta civica con Monti con Cazzola, Della Vedova, Putzu e Squeri
«Uno scambio di idee per comprendere come il territorio di Piacenza è considerato dagli altri, affinchè avvenga un cambiamento di mentalità che ci possa consentire di far conoscere meglio il nostro territorio all'esterno». Così ha introdotto Filiberto Putzu, consigliere comunale di "Piacenza Che Verrà" e candidato al Senato in Emilia per Scelta Civica con Monti per L'Italia, l'incontro organizzato da FLI Piacenza, giovedì sera nella sala della Circoscrizione 1, in via Taverna 39, sul tema di "Piacenza cerniera tra Lombardia ed Emilia. Sviluppo Economico, Culturale e Sociale di un territorio che vuole fare sistema".
Il dibattito, moderato dal coordinatore provinciale di FLI Piacenza, Fabio Callegari, ha chiamato al confronto l'onorevole Benedetto Della Vedova, candidato in Lombardia al Senato per la lista Monti, insieme all'onorevole Giuliano Cazzola, candidato al Senato in Emilia per Monti, allo stesso Putzu e ad Alberto Squeri, promotore dell'Associazione civica Piacenza Viva.
«Piacenza è la Gallia Romana, territorio di frontiera all'estremo dell'Emilia-Romagna, terra di passo e transizione, ma sempre inteso come territorio ai margini». Ha introdotto Putzu: «ll nostro territorio è forte dal punto di vista culturale, sociale e soprattutto economico, ma la città non fa sistema».
Della grande flessibilità evolutiva di Piacenza che nel 2012 ha visto aumentare del 25% le proprie esportazioni, con la crescita del settore agroalimentare, metalmeccanico e tessile ha parlato, invece, Alberto Squeri: «Piacenza deve rivendicare la propria individualità come centro di più territori - ha detto - perché i confini di un territorio non sono solo quelli amministrativi».
Al riguardo è intervenuto anche Giuliano Cazzola: «avete ragione a dire che non ha senso che i confini fisici possano determinare una situazione più o meno vantaggiosa; ma l'unione con Parma ha i suoi vantaggi, dato che è la capitale italiana dell'agroalimentare».
Sull'accorpamento delle Province «come un'occasione persa» ha puntualizzato Della Vedova, ribadendo «l'entità non amministrativa di un territorio che si può estendere con il proprio paradigma vincente ai territori vicini, anche al di là dei confini regionali», perché « le regioni hanno un senso solo se servono a unire l'Italia». Poi, ha puntualizzato: «la scommessa con cui siamo ripartiti è che tutto dipende da noi italiani, perché siamo convinti che il destino di ogni città italiana sia comune: o rinasciamo tutti o non rinasce nessuno».
Valeria Poggi Libertà 23/02/2013
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