La tendenza: sempre meno matrimoni, aumentano i divorzi
Fiori d'arancio in forte discesa nel gradimento dei piacentini? I dati relativi ai primi otto mesi del 2003 parrebbero indicare un trend calante per le unioni ufficiali all'ombra del Gotico, siano esse compiute con rito civile oppure religioso. Secondo le cifre fornite dagli uffici comunali, a Piacenza, dall'inizio dell'anno al 31 agosto si sono contati 176 matrimoni contro i 223 messi a segno nello stesso periodo del 2002. Una cinquantina di coppie, dunque, sarebbero scampate finora alla promessa di amore eterno se si intende tenere d'occhio le medie fatte tradizionalmente registrare a Piacenza negli ultimi vent'anni. Ai residui scampoli di quest'anno toccherà emettere il verdetto definitivo, che potrebbe sancire una diminuita voglia di mettere l'anello al dito rispetto ad un passato anche molto recente. Di contro, per ribaltare la situazione, e chiudere l'anno in pareggio, i prossimi quattro mesi dovrebbero contare tanti matrimoni quanti quelli celebrati dall'inizio dell'anno a fine agosto. Ma, da dove proviene questa insolita brezza avversa ai fiori d'arancio? Tante le ipotesi, nessuna che abbia i crismi dell'esclusività. Per esempio, occorre tenere presente il dato anagrafico: i fanciulli e le fanciulle in età di matrimonio (orientativamente, la fascia che arriva ai trent'anni d'età) a Piacenza sono numericamente inferiori ai coetanei di qualche anno fa. Colpa del “baby sboom”, i cui effetti arrivano fin qui. Ma un ruolo di deterrente potrebbe averlo contingentemente svolto anche il carovita patito, in maniera piuttosto generalizzata, nel corso degli ultimi 12-18 mesi: decidere di mettere su casa, con tutto ciò che in termini economici ne consegue (a partire dalle nozze), sarà apparso a qualcuno un'impresa incongrua rispetto ai tempi. All'interno di questo panorama, si conferma intanto, per il secondo anno consecutivo, la preferenza dei piacentini per un sì pronunciato davanti all'ufficiale di stato civile piuttosto che in chiesa: 77 matrimoni celebrati con rito religioso contro i 99 in Comune. Un'inversione di tendenza (visto che i religiosi aveva storicamente avuto sempre la meglio a Piacenza) manifestatasi lo scorso anno ma che, in base agli ultimi numeri, pare finire per radicarsi in maniera piuttosto stabile. Tuttavia, se ci si sposa di meno a Piacenza, uguale rimane il desiderio, ad un certo punto dell'iter matrimoniale, di “sconiugarsi”: nei primi 8 mesi del 2003, agli uffici comunali di Piacenza, sono arrivate 32 annotazioni di divorzio (pervenute dai Tribunali di tutta Italia per unioni che si erano celebrate nel Comune di Piacenza). Come dire che, ogni cinque promesse di matrimonio, occorre mettere in conto una sentenza definitiva (e davvero ufficiale) che butta alle ortiche il famoso “sì per sempre”. Rapporto più o meno confermato negli ultimissimi anni, sia nel 2002 (con 352 matrimoni e 55 divorzi) e pure nel 2001 (338 matrimoni e 61 rotture definitive). I giorni attuali, quelli del mese di settembre in generale, restano i preferiti per dirsi si: settembre è infatti il mese per eccellenza scelto dai futuri nubendi per la cerimonia. Come dire, dopo le ferie siamo tutti più in forma, abbronzati e distesi per affrontare il grande passo. Nell'ultimo ventennio, a Piacenza, settembre ha visto la ratifica di qualcosa come 1463 matrimoni, civili e religiosi. Settembre guida pertanto la classifica, con una media di 70 celebrazioni (seguito di stretta misura da giugno, e, a distanza maggiore, da aprile, luglio e maggio). Il meno scelto per dirsi si è il “mese dei morti”, novembre, e ciò non sembra essere neppure il frutto di una casualità. Occorrerà a questo punto vedere i dati di settembre-dicembre 2003 per sancire a pieno diritto la diminuita propensione a sposarsi. Ma, come annotato all'inizio, perchè si possano raggiungere le quote degli ultimi anni, e ribaltare le previsioni, sarebbero richiesti in questo ultimo scorcio d'anno tanti matrimoni quanti quelli celebrati nei primi otto mesi. Un miracolo possibile?
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