Nel 2005 ogni nucleo familiare ha pagato 935 euro per Ici, Tarsu e Addizionale Irpef
Senza lode e senza infamia. Nella graduatoria generale delle principali imposte locali riferite al 2005, Piacenza con i suoi 935 euro per famiglia si colloca al quarantaseiesimo posto, praticamente a metà classifica tra tutti i 103 capoluoghi italiani, rispecchiando la media nazionale.
In particolare, si parla di Ici, Addizionale Irpef e Tarsu: tributi a carico delle famiglie italiane che, soprattutto in seguito all'assottigliarsi dei contributi statali, rappresentano oggi in media più del 50% delle entrate totali per ogni singolo comune. Come facilmente intuibile, il prelievo locale sulle famiglie varia da regione a regione e da città a città.
Per quanto riguarda le Regioni l'Emilia Romagna si colloca al terzo posto, con una media di 1139 euro annui per famiglia; a guidare la classifica regionale il Lazio (al primo posto con 1286 euro) seguita dalla Toscana (con 1173 euro); seguono Lombardia e Liguria rispettivamente al quarto e quinto posto; fanalini di coda in tema di tasse comunali Sicilia (769 euro), Valle d'Aosta (619 euro) e Calabria (615).
Dalle regioni passiamo ai capoluoghi di provincia dove, tabelle alla mano, la cifra richiesta per il 2005 è in media di 923 euro per nucleo familiare: 530 per l'Ici, 300 per la Tarsu, vale a dire lo smaltimento dei rifiuti e 93 per l'addizionale Irpef. Dalla media nazionale, passiamo al dettaglio scoprendo che sono i cittadini di Firenze a subire il prelievo più pesante (1.424 euro), seguiti a ruota da Rimini (1.388 euro) e da Roma (1.307 euro); agli ultimi posti invece le famiglie del sud con le città di Messina (544 euro), Reggio Calabria (540 euro), Caltanissetta (516 euro) e, ultima, come pressione tributaria Ragusa con i suoi 464 euro di tasse comunali da pagare.
Piacenza si colloca al 46° posto: prima del nostro capoluogo troviamo altre città emiliane quali Bologna (al 6° posto con 1221 euro), Reggio Emilia (al 14° posto con 1.122 euro), Modena (al 16° posto con 1.110 euro) e Parma (al 35° posto con 1.011 euro).
Per quanto riguarda altri capoluoghi a noi limitrofi, ci supera di poco Lodi, al 43° posto con una pressione tributaria di 948 euro annuali, mentre sono più "fortunati" i cittadini di Cremona, al 75° posto con 818 euro di tasse annuali per famiglia.
«Al di là del dato numerico-secco - commenta l'assessore al bilancio, Francesco Cacciatore - queste indagini vanno prese come l'indicazione di una tendenza. L'indagine dunque ci colloca a metà della graduatoria scoprendo che, contrariamente a quanto ha più volte sostenuto l'altro versante politico, non siamo il Comune con la pressione tributaria più alta. Ci collochiamo invece in media nazionale e dopo di noi si possono notare molti capoluoghi di Regioni autonome dove giova l'intervento dello Stato. Altra considerazione va fatta in merito all'Ici: rimane aperto il discorso relativo al Catasto e alla possibilità di controllare i valori degli immobili dall'inizio alla fine mentre ricordiamo che la sua applicazione si colloca all'interno di una cornice statale che fissa precisi paletti. Va detto anche che l'Ici sulla prima casa a Piacenza è più basso rispetto agli altri capoluoghi della nostra Regione. E ancora per quanto riguarda l'addizionale Irpef ricordiamo che le manovre sulle aliquote sono bloccate da fine 2002». «Da ultimo ma non per ultimo il confronto tra la pressione tributaria e il livello dei servizi offerti - conclude Cacciatore -. A Piacenza il livello dei servizi in questi anni, in particolare per ciò che riguarda infanzia e anziani è stato incrementato in maniera consistente, in coerenza con le promesse fatte». (Libertà del 16 maggio 2006)
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