E' tra le 37 città a rischio per le concentrazioni di particolato.
L'Italia è tra i Paesi che ricevono il “cartellino giallo” dell'apposita Commissione europea affinchè si impegnino ad accelerare gli interventi e l'attuazione di misure per la riduzione dell inquinamento atmosferico nelle aree urbane.
E Piacenza è tra le città d'Italia in cui la situazione viene ritenuta drammatica per quanto riguarda la concentrazione di particolato (cioè le micidiali polveri sottili). La notizia arriva da Roma. La Commissione europea ha richiamato all'ordine nove Stati membri: Austria, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Gran Bretagna e Spagna. Nel mirino della Commissione due inquinanti ritenuti tra i più dannosi per la salute, soprattutto dei cittadini sensibili, anziani e soprattutto i bambini: il biossido di azoto e - appunto - il particolato.
Un recente studio dell'Organizzazione sulle malattie ambientali nell'infanzia denuncia che 13mila decessi all'anno nei bambini di età compresa tra gli 0 e i 4 anni in 52 paesi europei sono attribuibili a queste tipologie di inquinanti. La normativa comunitaria obbligava gli Stati membri a predisporre piani per la riduzione dell'inquinamento nelle aree che presentano elevate concentrazioni di particelle e biossido di azoto entro il 31 dicembre 2003, lasciandoli liberi di scegliere le misure più appropriate: restrizioni della circolazione o lo spostamento in aree meno sensibili degli impianti inquinanti.
I nove Stati sono sul banco degli accusati per non aver adempiuto agli obblighi imposti dalle norme comunitarie, compreso quello di trasmettere i piani o i programmi approntati per le aree a maggior rischio di smog, in previsione dell' approssimarsi delle scadenze entro le quali dovranno essere fissati anche nelle normative nazionali i valori limite per gli inquinanti stabiliti dalle direttive quadro per la valutazione e la gestione della qualità dell'aria.
La denuncia della commissione circostanziata: nei Paesi imputati sono state registrate concentrazioni superiori ai valori limite e non sono stati notificate le misure per fronteggiare e prevenire le emergenze.
Per quanto riguarda l'Italia, secondo la Commissione, la relazione 2001 avrebbe individuato concentrazioni di biossido di azoto superiori al valore limite maggiorato del margine di superamento in 26 zone. Per quanto riguarda, invece, il particolato concentrazioni superiori al valore limite maggiorato del margine di tolleranza sarebbero state rilevate in 37 zone (oltre a Piacenza troviamo Parma, Modena, Fiorano Modenese, Bologna, Imola, Ravenna, Faenza, Forlì/Cesena, Reggio Emilia, Ferrara, Rimini, Milano, Sempione, Como, alcune aree urbane della Lombardia, delle Marche e del Veneto, Roma, Frosinone, Prato, Poggibonsi, Genova, Torino , Vercelli, Novara, Cuneo, Asti, Alessandria, Verbania, Aosta, Pescara, Napoli, Bari, Taranto.
«Sono cose che sappiamo benissimo - spiega l'assessore all'Ambiente, Pierangelo Carbone - in Emilia, per quanto riguarda le polveri, siamo da tempo allineati sopra le soglie limite di attenzione previste dall'Unione Europea. Ma i Comuni capoluogo (e quelli superiori ai 50mila abitanti) della regione sono anche tra gli unici, in Italia, che agiscono in modo strutturale avendo sottoscritto un accordo di programma sulla qualità dell'aria finalizzata proprio alla gestione dell'emergenza da Pm10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dall'Unione Europea per il 2005. Tra l'altro, il 7 settembre, saremo a Bologna proprio per ratificare nuovamente questo accordo e decidere i provvedimenti da adottare: targhe alterne, ma anche interventi strutturali».
Sul fatto che i comuni dell'Emilia Romagna siano, secondo il rapporto della Commissione Europea, tra quelli maggiormente interessati dall'inquinamento da polveri sottili, l'assessore Carbone fa presente che «questo potrebbe anche essere conseguente al fatto che, conl'Arpa, la nostra Regione ha un apparatato di rilevamento particolarmente capillare di questi inquinanti». In sostanza, anche se Carbone non lo dice, altrove forse stanno peggio, ma non lo sanno (o fanno finta di non saperlo).
|