Romersi : «L'Imu aumenta dal 4,8 al 6 per mille, ma per finta»
L'Imu aumenta. Senza aumentare. E' solo una finzione lo scatto all'insù dell'aliquota sulla prima casa per il 2013 - dal 4,8 al 6 per mille, ossia dall'aliquota minima a quella massima - deliberato dalla giunta e ieri approvato a maggioranza dalla commissione consiliare 1. Serve per simulare un gettito più alto per il Comune, in modo che Piacenza riesca a spuntare una quota più alta di trasferimenti statali. Si tratta infatti di gettito virtuale dal momento che l'Imu sulla prima casa è stata abolita per quest'anno (ma sulla seconda rata il governo per la verità deve ancora deliberare in via definitiva), dunque le tasche dei cittadini non ne risentiranno. E' piuttosto un "trucco" all'indirizzo di Roma che ha basato sulle aliquote del 2013 il calcolo del rimborso agli enti locali per il mancato introito dell'Imu. E poiché a Palazzo Mercanti mancano all'appello ben 2,3 milioni di euro rispetto al fabbisogno finanziario di quest'anno atteso dal riparto del fondo di riequilibrio nazionale, il rialzo delle aliquote serve a esercitare un pressing proprio su questo fronte, a fare capire al governo che se quei soldi non arrivano diventa dura coprire le uscite. Così l'ha spiegata l'assessore al bilancio Pierangelo Romersi che ieri in commissione ha usato toni drammatici per le casse dell'ente: «Ci stanno arrivando sulle reni le scelte del governo Monti per risanare i conti pubblici, scelte necessarie perché stavamo finendo come la Grecia per colpa dei governi precedenti, e tuttavia l'effetto boomerang sui Comuni si sente adesso». Tanto che nei giorni scorsi l'amministrazione ha deciso di «far bloccare tutti gli impegni di spesa». Significa che da qui alla fine dell'anno non un euro in più deve uscire dal bilancio che non abbia già una copertura, una misura necessaria per «non andare in disavanzo», ha detto Romersi chiarendo che il rialzo dell'aliquota Imu serve a «fare capire al governo quale è il nostro fabbisogno di risorse senza incidere sui cittadini». L'assessore lo ha definito un aumento «politico», che hanno adottato, o stanno per farlo, vari altri Comuni, anche grandi come Genova e Milano. Si conta che da qui al 30 novembre, termine ultimo per intervenire sulle aliquote Imu, cessi l'attuale stato di «estrema incertezza» sui rimborsi e il governo dia seguito a un riparto di fondi in linea con le aspettative. «E se paradossalmente ci arrivassero risorse in più, siamo pronti a rimettere mano a questa delibera», ha garantito Romersi. Rassicurazioni che non hanno per nulla convinto le opposizioni che in blocco hanno bocciato il provvedimento. Tommaso Foti (Fdi) ha sparato a zero contestando la tesi di fondo: «Non è vero che non ci saranno contraccolpi sui cittadini», ha obiettato facendo presente che il fittizio rialzo delle aliquote Imu da parte dei Comuni e il conseguente rigonfiamento delle quote di rimborsi a carico dello Stato farà scattare le clausole di salvaguardia contabile previste dalle norme, con conseguente aumento delle accise su benzina, alcolici, riscaldamento e (forse) sigarette. «Diventiamo complici di una stangata con nuove tasse», ha concluso evidenziando anche il caso di categorie di immobili, come gli edifici storici, che il governo proprio ieri ha eliminato dalla esenzione dell'Imu prima casa e per i quali dunque l'aliquota 2013 da zero si impenna al 6 per mille (ma era già fissata a quella cifra, ha replicato Romersi). «Siamo contrari a qualsiasi tipo di aumento», gli ha fatto eco Marco Tassi (Pdl), mentre Paolo Garetti (Sveglia) ha parlato di «manovra fumosa di cui non vogliamo avere la responsabilità morale». E Filiberto Putzu (gruppo misto) si è detto scettico sul fatto che il governo si presti a cadere in «un giochino stupido» quale il rialzo fittizio delle aliquote da parte dei Comuni. gu. ro. LIBERTA' 25/10/2013
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