Intervento del Consigliere Comunale Filiberto Putzu.
Tutto nasce il giorno 12 gennaio 2002 allorchè viene presentato ufficialmente alla Cappella Ducale di Palazzo Farnese il "Patto per Piacenza".
Fu definito da piu' parti "l'evento che resterà nella storia della città" e venne firmato dalla Regione Emilia Romagna, dall'Amministrazione Provinciale (giunta Squeri), dall'Amministrazione Comunale di Piacenza (giunta Guidotti), dalla Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Piacenza (CCIAA), i Comuni della provincia di Piacenza, gli Enti, le Associazioni e le Organizzazioni rappresentate in seno al Comitato Strategico. Il Patto fu' il risultato del lavoro degli Stati generali promossi da Comune, Provincia e Camera di Commercio nel marzo del 2001.
L'obiettivo era la promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio piacentino, attraverso la valorizzazione delle risorse umane e ambientali per realizzare un sistema aperto e ospitale,innovativo e collaborativo, con benessere diffuso e qualità della vita come cardini portanti.
Le aree tematiche oggetto di studio con relative proposte operative furono : 1) risorse umane e cultura 2) infrastrutture e risorse materiali 3) Reti e servizi 4) Sviluppo economico e imprenditoriale 5) Logistica a Valore Aggiunto 6) Sistema Agroalimentare di eccellenza 7) Turismo integrato 8) Servizi Collettivi e Sociali 9) Polo energetico piacentino 10) Progetto Montagna 11) Agenda 21
Per ogni area si identificarono "obiettivi strategici condivisi" ed "azioni progettuali prioritarie".
E leggendo il documento del Patto, si capisce che fu la linea guida per il programma del candidato a sindaco Roberto Reggi : le scopiazzature sono molte ed evidenti.
Nell'agosto 2002 Reggi e Squeri confermarono l'impegno di collaborazione tra i 2 enti, la volontà di attuare i progetti raccolti ma definendo priorità ed eventuali aggiornamenti.
Nel novembre 2002 Augusto Rizzi è eletto Coordinatore del Comitato Strategico del Patto per Piacenza, patto che si allarga al Comune di Fiorenzuola. Si dichiara di selezionare 15 progetti tra i 50 presentati a gennaio e identificati dal lavoro comune di Enti e società civile.
Ma nel gennaio 2003 iniziano i problemi, i "distinguo" del Sindaco Reggi (troppi progetti, poco percorso partecipativo, poca chiarezza dei ruoli fra istituzioni e Comitato Strategico) Il 18 gennaio 2003 Reggi dichiara che i progetti dovrebbero essere 4 o 5 al massimo, pochi sarebbero adatti al Patto, no a sovrapposizioni e/o contrapposizioni con le competenze di Comune e Provincia. Si inizia a parlare di "Piano Strategico" (il passaggio da Patto a Piano strategico avviene ufficialmente 25 gennaio 2003), si parla di "governo" e "governance", con questo indicando l'analisi, l'identificazione degli obiettivi di sviluppo, il progettare in una logica di sistema, il coordinare le azioni.
Tutte cose già fatte e pronte per essere avviate, se solo si fosse fatto tesoro di quello che era stato studiato nel 2001.
Ma quel lavoro viene pesantemente ridimensionato dall'ex sindaco economista Giacomo Vaciago. Egli infatti in una intervista rilasciata alla rivista "Piacentini" nel dicembre 2000 aveva enunciato quelli che saranno i caposaldi sia del programma del sindaco Reggi che del "ridimensionamento del patto" , e cioè : 1) polo universitario 2) polo logistico ("la logistica è il cervello applicato ai trasporti") 3) qualità urbana 4) formazione nella scuola e conclude con la sua personale "ricetta" : una società è lungimirante se è attenta ai bisogni dei propri discendenti.
Proprio quest'ultima ricetta, come vedremo, è ripresa da Gian Luigi Boiardi e Roberto Reggi in questi ultimi giorni di maggio 2005, in occasione del nuovo Piano Strategico aperto ai giovani.
Nel luglio 2002 sempre Vaciago propone 3 regole : 1) polo universitario e polo logistico 2) attirare capitali a Piacenza 3) maggiore produttività della macchina pubblica.
Ai piu' attenti non sfuggono certamente gli argomenti che sono stati alla base dell'operato della Giuinta Reggi fino a questo momento, e gli argomenti che diventano oggetto del Piano strategico .
Si potrebbe dire che il "padre" del nuovo Piano Strategico è Giacomo Vaciago !!!
Augusto Rizzi nel gennaio 2003 dichiara il suo malessere con la frase "non ci sta nessuno a fare la parte dell'utile idiota, figuriamoci dell'inutile idiota".
A febbraio 2003 si ipotizzano 8 gruppi di Progetto del Piano Strategico : 1) progetto innovazione 2) promozione culturale e del lavoro tra gli studenti 3) integrazione immigrati stranieri 4) coordinamento del polo universitario 5) secondo ponte sul Po 6) fluidificazione del traffico nel capoluogo 7) porto fluviale Piacenza-Monticelli-Caorso 8) sviluppo dell'ospitalità turistica 9) piano strategico Marketing Territoriale.
A settembre 2003 Augusto Rizzi esce di scena, poichè a suo dire, il Patto fuori dalle istituzioni è morto, molti sono i problemi di reperimento delle risorse finanziarie e le contrapposizioni di competenze con gli assessori di Comune e Provincia. Il Piano strategico rientra nell'alveo delle 2 istituzioni promotrici che ne assumono la titolarietà dell'attuazione.
Nel novembre 2003 si inizia a concretizzare il Piano di Marketing territoriale per - rilanciare il territorio - valorizzare le potenzialità locali - attarre risorse, investimenti e capitali esteri.
Si identificano i settori-obiettivo in : 1) meccatronica 2) agroalimentare e biotecnologie 3) logistica avanzata.
Ad aprile 2004 nasce l'Agenzia di Marketing territoriale costituita da Provincia, Comune di Piacenza, Camera di Commercio, Pc Expo (cui si aggiungerà a maggio il Comene di Castel San Giovanni). Lo scopo è programmare le iniziative di marketing, con la progettazione di un piano industriale di marketing per il 2005. Si vuole vendere" il sistema Piacenza". Come ? * valorizzando le potenzialità del territorio * promuovendo i ns prodotti con maggiore caratterizzazione e valorizzazione sui mercati di sbocco * coordinando l'attuazione di investimenti * cercando di attrarre investimenti e produzioni ad alto valore aggiunto.
La ricetta piu' volte ripetuta da piu' soggetti è :innovazione-ricerca-creatività-qualità. Puntiamo su : 1) logistica 2) meccatronica 3) agroalimentare 4) biotecnologie 5) turismo.
Il Comitato di Coordinamento propone un project manager, un nucleo tecnico, una segreteria di supporto a Pc Expo. Inoltre si auspica l'ingresso della Fondazione e si afferma che l'impostazione futura dovrà essere legata ai programm del nuovo Presidente della Provincia.
Dal gennaio 2002 sono passati 28 mesi e sostanzialmente vengono dette le stesse cose .....
A giugno 2004 Boiardi vince la Provincia e sostituisce Squeri.
Tutto si ferma , tanto che il direttore di Libertà Gaetano Rizzuto nell'editoriale di fine anno 2004 dice : "Un anno fa avevo scommesso su una classe dirigente capace di “fare squadra e sistema” per promuovere Piacenza. Ma sul fronte del Piano Strategico - dopo la positiva stagione del Patto per Piacenza - si è segnato il passo e tuttora dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio non arrivano segnali per una convinta ripresa di quel percorso che aveva fatto ben sperare nel progetto di “fare squadra e sistema”. La giunta Boiardi, dopo sei mesi, sembra ancora in rodaggio mentre la giunta Reggi, a metà del suo mandato, è ancora alla ricerca di stabilità. In Provincia c'è disagio, nello stesso centro-sinistra, verso una giunta che non decolla. L'impressione che traspare da un Palazzo impenetrabile e opaco, è che sulle grandi questioni (conferenza sanitaria, politiche sociali, ambiente, piano energetico, processi partecipativi) la Provincia sia ferma, non sappia pensare in grande e sia alla ricerca di un metodo. Ma sono passati sei mesi!"
Siamo arrivati a maggio 2005, e le critiche verso il presidente Boiardi sono parecchie. Recentissima la contestazione delle 3 Comunità Montane : "basta promesse, vogliamo attenzione", col particolare non ininfluente che a redarre il documento sono quasi esclusivamente rappresentanti dei partiti della coalizione di centrosinistra che guida l'amministrazione.
Ma per il Piano ex Patto ecco il "colpo di scena".
Reggi e Boiardi varano il "Piano strategico 2" : * Provincia ente coordinatore (aihme !!!) * riprogrammazione del piano per rispondere alla domanda : "Come vediamo Piacenza nel 2020 ?"
In altre parole dicono i 2 leaders della sinistra piacentina "occorre fare uno sforzo per immaginare quello che ancora non c'è". Inoltre si dichiara di voler recuperare la collaborazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Al di là della recente querelle sull'elezione di Marazzi alla presidenza con le "incredibili" dichiarazioni di Roberto Reggi, la divaricazione tra questi amministratori e le categorie economiche sembra essere vistoso e lo strappo difficile da ricucire. Sembra molto incrinato il rapporto di fiducia tra la società civile e la classe politica che governa Piacenza , le associazioni produttive hanno spinto fuori la politica ed i loro rappresentanti nascosti sia dalla Camnera di Commercio che dalla Fondazione.
Crisi di progettualità ? Idee confuse da parte delle Istituzioni ? Con il colpo di scena della ripartenza si vuole goffamente mascherare quella che risulta essere l'incapacità ad interpretare il mandato del consenso popolare.
Se il marketing territoriale deve promuovere e vendere, abbiamo deciso che cosa vogliamo vendere e/o promuovere? Vogliamo vendere, promuovere, sviluppare eccellenze presenti o confusi progetti futuri ?
Che fine hanno fatto : - il secondo ponte sul Po, - l'Hospice per malati terminali, - l'aeroporto, - la riconversione del sito di Caorso, - il reale coordinamento tra gli Atenei del Polo Universitario, - il porto fluviale, - la coollaborazione con l'Authority alimentare di Parma, - il piano industriale per il 2005 dell'Agenzia di Marketing ?
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