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Piacenza : I vertici di Forza Italia contro Squeri.

Agogliati: «Il Cpe ha tradito le attese, chi aderisce sta fuori dal partito».

da Libertà del 8/2/2005

O di qua o di là, il piede in due scarpe non si può tenere.
Claudio Maschi, il segretario provinciale, l'aveva già detto ma ponendoselo come dubbio da chiarire; ora invece è tutta Forza Italia che, chiaritesi in fretta le idee, si mobilita dal suo supremo vertice nazionale in giù.
Si mobilita per dire ai propri iscritti che no, le doppie militanze non sono ammesse, e chi si ostina si pone «automaticamente» fuori dal partito.
Un principio, sì, generale ma che ha oggi un bersaglio preciso, quel Centro popolare europeo (Cpe) fondato solo due mesi fa da Dario Squeri e che sta facendo un po' troppi proseliti tra i forzisti, chiamandone anche alcuni a ruoli di primo piano nel nuovo movimento, è il caso della scelta del cooordinatore provinciale caduta sul consigliere comunale “azzurro” Carlo Mazzoni.
Ecco perciò che il senatore Antonio Agogliati, leader maximo di Fi a Piacenza, ha convocato ieri una conferenza stampa per tuonare contro un andazzo che proprio non gli garba.
Tuoni che arrivano dall'alto, visto che, così ha assicurato, è lo stesso segretario nazionale Sandro Bondi a lanciarli.
Prima Mazzoni, poi Sandro Ballerini, altro consigliere comunale a Piacenza, quindi l'ex presidente di Comunità montana Giuseppe Previdi, infine Luigi Francesconi, consigliere regionale e provinciale: l'infittirsi delle corrispondenze d'amorosi sensi con il movimento di Squeri ha preso ad assumere la forma di uno stillicidio in Forza Italia.

E così un'iniziativa la cui nascita era stata incoraggiata dagli stessi Agogliati e Bondi, viene oggi vista come il fumo negli occhi.
Ieri il senatore era un fiume in piena:
«Io sono una persona seria, ma se scopro che mi usano, che si servono di me e di Forza Italia...
L'ho spiegato a Bondi: io ti ho portato Squeri ma ora stanno usando la tua figura in modo non appropriato. Il Cpe doveva essere un soggetto cerniera tra la Casa delle Libertà e il centro del centrosinistra in modo da attrarre da lì più voti moderati possibili e dirottarli sulla Cdl.
Mi aspettavo che quel 40% che al congresso della Margherita si è messo in minoranza passasse con Squeri.
Invece niente, adesioni quasi tutte da Forza Italia, An, Udc.
Ma questo è “cannibalismo” all'interno del centrodestra.
Bel risultato: dovevamo allargare la coalizione e invece ci dividiamo la stessa torta».

Di qui la frontale rotta di collisione con Squeri e la sua iniziativa, che sembrava «sincera» e invece ora gli appare «più una scusa per fare politica abbandonando una coalizione e riciclandosi in un'altra».
Ma a questa stregua, se «doveva solo servire a catturare i delusi» delle varie forze della Cdl,
«tanto valeva che si iscrivesse a uno dei nostri partiti».

Nessuna traccia dell'idillio di un tempo recentissimo, quando, lo scorso giugno, alla vigilia del ballottaggio per le provinciali, Squeri ruppe col centrosinistra e cominciò a lavorare tra il giubilo di Bondi e Agogliati alla nuova iniziativa centrista nel segno della Cdl; e quando, solo due mesi fa, lo stesso Bondi accorse alla convention di nascita del Cpe sprecandosi in osanna e abbracci al fondatore.

“Azzurri, contrordine” dunque: se avevate puntato il timone sul Cpe, rientrate nei ranghi forzisti, altrimenti rischiate grosso.
Agogliati non vuole parlare di «epurazioni», ma solo perché «se si contravviene allo statuto del partito ci si pone automaticamente fuori».
Se perciò le regole interne sanciscono l'incompatibilità tra la tessera di Fi e quella di «altri partiti o movimenti politici», agli organismi disciplinari nazionali non resterà che prenderne atto.
Ma il Cpe ha sempre messo in chiaro di non essere un partito, tanto che non vi si aderisce con la tradizionale tessera del militante.
Agogliati l'obiezione la conosce.
E tuttavia, spiega, spacciarlo per associazione politico-culturale non si può più: l'annuncio l'altro giorno che dopo essersi dato un organigramma interno si prepara al primo congresso in primavera, e soprattutto la «precisa indicazione contenuta nel suo statuto circa la partecipazione con proprie liste alle elezioni amministrative» ne fanno a tutti gli effetti qualcosa che ricade nell'incompatibilità prevista dalle regole di Forza Italia.
È vero che all'Associazione dei Liberali iscriversi è consentito, ma «è una cosa diversa, loro sono a pieno titolo in Forza Italia».
Per questo il senatore è stato perentorio con chi ha aderito al Cpe: «Devono uscire dall'ambiguità, chiariscano con chi stanno».

Vale per tutti i quattro sopracitati, ma un riferimento particolare Agogliati lo dedica a Francesconi:
«Mi dispiace che la seconda carica del partito (consigliere regionale, dopo quella del senatore ndr) vada col Cpe. Io che quel movimento l'ho promosso mi sono guardato bene dall'aderire. Non si può essere uno e trino».
Per il consigliere regionale uscente significa l'altolà alla ricandidatura al seggio di Bologna già inoltrata dalla segretaria provinciale?
«Al momento rimane in piedi, ma va ancora ratificata ai livelli superiori del partito.
Deciderà il regionale, ma Francesconi, nell'iteresse suo e del partito, deve chiarire la sua situazione perché io non me la sento di candidare un soggetto che resta nell'ambiguità.
E su questo vado fino in fondo, anche a costo di mettere a rischio la mia posizione davanti a Silvio Berlusconi».
Gustavo Roccella
gustavo.roccella@liberta.it


La replica :
Francesconi: non cedo ai diktat.
Gli “azzurri” nel mirino difendono il percorso centrista verso il Ppe.


«Ero di Forza Italia, sono e sarò di Forza Italia e nessuno riuscirà ad annullare la mia candidatura alle regionali». Luigi Francesconi passa per un duro, uno che più il gioco si fa difficile più si diverte.
E la polemica sull'incompatibilità della doppia iscrizione tra Forza Italia e Cpe è un ottimo esempio di gioco che si fa duro.
Alle minacce di un'espulsione dal partito o di un depennamento della sua ricandidatura il 3 aprile prossimo al consiglio regionale -perché questo è, al di là dei giri di parole, il messaggio arrivatogli ieri - risponde a muso duro, senza cedere di un millimetro rispetto a quel «non ammetto censure politico da nessuno» già dichiarato: «Non ho ambiguità di nessun tipo, ero di centrodestra ben prima che Forza Italia esistesse, lo sono in tutti i modi e se ho sostenuto il tentativo di Squeri è perché è una dimostrazione del disagio che c'è nel centrosinistra».
Si è parlato di una direttiva precisa arrivata dal coordinatore nazionale Sandro Bondi.
«Non riesco a capire, fino a ieri Bondi è stato a fianco di Squeri. Mi inchinerò a lui se mi chiederà di stare fuori dalle liste. Ma devono chiedermelo e parlare con me. Sono 40 anni che navigo nella politica e sono coriaceo, stia sicuro».

L'hanno presa male anche i consiglieri comunali Carlo Mazzoni e Sandro Ballerini, pure finiti sotto accusa per l'adesione al Cpe.
«Non è un partito», ricorda il primo che del nuovo soggetto è anche neo nominato coordinatore provinciale: Quello di Squeri ritengo che sia sempre un progetto valido per la Cdl: le adesioni sono arrivate anche dalla Margherita e da persone nuove alla politica e per me è giusto andare avanti, nell'ottica di verificare la possibilità di costituire anche in Italia il Ppe».
Ballerini vuole capire meglio come stanno le cose prima di prendere posizioni definitive (ma «i diktat non mi spaventano») e tuttavia invita Agogliati alla cautela («Rompere col Cpe a breve distanza dalle elezioni comunali significa mettere a rischio una sacca di voti»). Fa però presente un malessere che esiste in «un partito dove non c'è una grande partecipazione e ci sentiamo trascurati».



La replica del Cpe.
«Proseguiamo il cammino con serenità»

«Prendiamo atto di quanto espresso da alcuni responsabili locali di Forza Italia ribadendo, con la massima serenità e convinzione, che il Centro popolare europeo non è attualmente un partito ma un movimento di uomini e donne che, ponendo la persona al centro del loro impegno politico e sociale, promuovono un percorso comune e condiviso con tutti coloro che si riconoscono nella storia e nei valori del Partito popolare europeo. Tutto il resto, polemiche incluse, francamente non ci interessa».
Così una nota diffusa ieri dal Cpe in replica alla conferenza stampa di Fi.
Il Cpe «conta più di mille adesioni locali spontanee», si fa presente nella nota a firma del portavoce del movimento, Vladimiro Poggi.
Un altro degli aspetti di polemica, questo del numero complessivo di adesioni.
Ieri il senatore forzista Antonio Agogliati ha dato il suo stroncatorio giudizio sugli annunci dei traguardi di iscrizioni fatti dal Cpe («Se iscriversi è gratis, in un mese ve ne trovo 5mila di firme») e ha sottolineato come «il peso reale si misuri sul consenso elettorale».
E ha colto l'occasione per affermare che Fi, primo partito della coalizione, fin d'ora «rivendica» a sé, dopo i passi indietro delle ultime tornate elettorali locali, «l'onere e l'onore di indicare» il candidato a sindaco alle comunali di Piacenza del 2007.






pubblicazione: 08/02/2005
aggiornamento: 24/08/2006

Dario Squeri 10485
Dario Squeri

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