La crescita demografica dei piacentini messa a segno negli ultimi dieci anni subisce un arresto.
Il primo gennaio 2013 si apre infatti con un segno negativo: - 228 residenti.
Colpa - si fa per dire - di un doppio fenomeno combinato.
La crisi, che rallenta ineluttabilmente il volo della cicogna, e il censimento, che il 9 ottobre scorso ha "fotografato" nel Comune 100.311 residenti.
I 3mila "fantasmi" sono in corso di cancellazione da parte del Comune dall'elenco dei residenti. «I primi - spiega Raffaella Guelmi, responsabile dell'Ufficio Statistiche del Comune di Piacenza - sono già stati tolti, ma il grosso dei 3mila circa che non hanno risposto al censimento verranno cancellati nel 2013».
Tale cancellazione peserà dunque ulteriormente sul bilancio demografico definitivo ma non dovrebbero esserci dubbi sul mantenimento dei 100mila abitanti da parte della Primogenita.
Sul saldo complessivamente negativo del bilancio 2012 dei piacentini ha pesato un decremento di nuovi nati, che ha mandato in rosso il bilancio nati e morti. Fenomeno non nuovo, ma con una forbice particolarmente consistente quest'anno: - 348 piacentini, perdita a cui il saldo iscritti-cancellati, quest'anno stabile ma non in particolare ascesa, non ha portato troppo giovamento. "Solo" 120 residenti in più, sicchè il saldo finale della popolazione si è appunto tradotto in quei 228 residenti in meno registrati dall'Anagrafe al primo gennaio 2013.
I complessivi 103.610 di oggi, come annunciato, dovranno affrontare la scure degli effetti del censimento Istat, che nei prossimi mesi gradualmente cancellerà quella fetta di piacentini non individuati neppure dai rilevatori (in genere, persone che hanno compiuto un cambio di residenza in un altro Comune senza comunicarlo agli uffici di Palazzo Mercanti). Ha pesato, sul saldo negativo, anche la crisi, che ha diradato il volo della cicogna: nel 2012 sono stati 849 bambini, contro gli 887 dell'anno prima (- 38 nati). Stabili, invece, i livelli di iscrizioni ai registri comunali di Piacenza: 3.685 neo piacentini nel 2012 contro i 3.673 dell'anno precedente, + 12 unità. Gli elenchi degli uffici comunali di via Beverora si aprono con il bilancio del 1939: quell'anno si chiuse con 67.698 residenti. Simona Segalini Libertà, 10/01/2013
Immigrati in ascesa ma meno prolifici
Meno prolifici che in passato - la crisi tocca tutte (quasi) le famiglie all'ombra del Gotico - ma pur sempre in aumento. I nuovi piacentini, gli immigrati - appartenenti ad oltre 100 nazionalità diverse - il primo dell'anno hanno toccato quota 18.940 residenti, pari al 18,28 per cento del totale dei residenti nel Comune di Piacenza. Secondo i dati forniti dal Municipio e dall'Ufficio Statistiche di via Bevevora mancano ancora con precisione i numeri sui Paesi di provenienza, ma non è difficile pronosticare il mantenimento del primato di arrivi dall'Albania, che in questi ultimi anni a Piacenza ha preso il posto del nord Africa sulla vetta del podio. Un piacentino su 5, ormai, è immigrato, rapporto destinato a farsi ancora più stretto se si guarda ai più giovani: nel 2012 degli 849 neonati residenti, 329 appartengono a famiglie di residenti stranieri, pari al 38,8 per cento (in pratica, 4 su 10 non hanno origini italiane). Una cicogna, dunque, che arriva sempre di più da famiglie di nazionalità non italiana. Ma anche gli stranieri che hanno deciso di vivere e lavorare a Piacenza subiscono l'impatto della crisi e anche del differente modello culturale. E così capita che anche nelle famiglie di immigrati nascano meno bambini. «L'indice di fecondità - premette la responsabile dell'Ufficio Statistiche Raffaella Guelmi - in pratica conta quanti bambini nascono da donne in età fertile, calcolata dai 15 ai 49 anni». Ebbene, se l'indice generale di fertilità delle piacentini resta basso (siamo a 37,79), lo stesso valore calcolato soltanto sulle donne di nazionalità non italiana residenti a Piacenza è superiore sì (54,41) ma in discesa rispetto all'anno scorso (era stato quasi 59). E un rallentamento dell'indice di natalità si riflette anche sul progressivo invecchiamento della comunità straniera, confermato dall'innalzarsi dell'indice relativo, e così pure, in numeri assoluti, dall'aumento di anziani stranieri: 465 over 65 nel 2012, erano 419 nel 2011. Resta tuttavia una comunità ancora molto giovane: quasi il 50 per cento, infatti, ha meno di 30 anni. I minori stranieri (under 18) nel 2012 sono stati 4.295.
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