Con Patch Adams decollano le "fabbriche della felicità"
E' un ciclone d'allegria, un catalizzatore di emozioni, un baciatore inarrestabile. E' un uomo alto quasi due metri con i capelli grigi e blu chiusi in una coda interminabile. E' Patch Adams. Il numero uno al mondo nella "terapia" del sorriso. «Prego, non voglio essere amato, voglio essere irritante. Mia madre mi ha insegnato ad essere irritante» è il suo saluto a un centinaio di piacentini che l'altra sera alla Volta del Vescovo sono accorsi alla cena benefica per l'ospedale olistico, il Gesundheit Institut, fondato dal capostipite dei medici-clown e che fa servizio «dappertutto» negli Usa e nel mondo, curando gratuitamente i più poveri.
«Ho avuto una grande giornata a Piacenza, ho incontrato una gioventù magnifica» ci dice Adams prima di galvanizzare i commensali, reduce da una serie di appuntamenti al galoppo: a Teatro municipale, davanti a centinaia di ragazzi delle Superiori; in Pediatria, dove ha capeggiato la parata di clown e medici a braccetto, facendo piegare in due dalle risate i piccoli pazienti; in Sala Colonne all'Ospedale, dove ha risposto alle domande di sanitari ed educatori (più di 200).
Non parla volentieri ai giornalisti. La sua idiosincrasia per Tv e giornali è arcinota («Non voglio essere un intermezzo fra la pubblicità della Coca Cola e la pubblicità della Volkswagen» ammonirà i colleghi delle Tv locali). Dei media odia l'enfasi su consumismo, guerre e distruzione, una certa esaltazione del masochismo. Ma non può sottrarsi a domande che gli poniamo per interposta persona, con l'intercessione del presidente della Provincia Gian Luigi Boiardi che insieme all'assessora comunale Giovanna Calciati lo ha seguito tutto il tempo piacentino. Fra i due, Adams e Boiardi, anche uno storico bacio e abbraccio. E un feeling che suscita invidia. «Io sono sempre felice al mattino, quando saluto la gente» confida il presidente, lasciando intuire che il resto della giornata non è così generoso.
«Volete il Darfur a Piacenza?! Nooooo. E io dico no alla fame, no alla guerra» ci ripete Adams che si è appassionato tantissimo alle nostre fabbriche della felicità, orgoglioso di tenerle a battesimo e perché la felicità ce la "costruiamo", non cade dal cielo. «Viaggio sei mesi all'anno dove le persone muoiono e non c'è un sentimento peggiore che abbracciare un bimbo che muore di fame. Voglio scuotere la gente, voglio la rivoluzione e il mio urlo dissacratorio è uno solo: insegnate l'amore».
Adams, vera dinamo emotiva, ti infilza con gli occhi azzurri, ti cattura con quella cravatta a forma di salmone i calzoni da clown ipercolorati che diventano una gonna (se li è tolti offrendoli ad un capoccia dell'Usl piacentina che nell'accoglierlo in ospedale si è incautamente scusato per non saper cosa indossare). A cena, Adams ha stretto una ad una le mani dei convitati, li ha ringraziati, mentre i suoi eroici pagliacci - ne sono arrivati una cinquantina da tutta Italia - intrattenevano gli ospiti infilando a tutti nasi color ciliegia. C'è gente come il frizzante "Ciabattina" che è partito di notte da Forlì per far parte dell'allegra masnada. Nell'ospedale della sua città si lavora (gratuitamente) non solo con i bambini, ma anche in Oncologia, in Geriatria, in Dialisi. Perché un sorriso strappato alla sofferenza è una vittoria senza prezzo e senza età. Patrizia Soffientini
Hunter "Patch" Adams, il medico clown reso famoso dal film interpretato da Robin Williams, è nato il 28 maggio 1945 a Washington Dc. La missione dell'inventore della "terapia del sorriso" comincia però da paziente. Ancor prima di intraprendere gli studi universitari, Adams conosce in un ospedale psichiatrico un ragazzo, Rudy, che lo aiuta ad uscire dalla depressione che lo aveva colpito grazie a un gioco. Dopo questa esperienza decide di iscriversi a Medicina alla George Washington University. L'ambiente ospedaliero, asettico e distaccato, però gli va stretto: Hunter Adams è convinto che a dover essere curato prima della malattia è il paziente. Viene addirittura bocciato per "eccessiva gaiezza" e un tutor universitario gli consiglia: «Se volevi fare il clown dovevi andare a lavorare in un circo». Il giovane tirocinante non si dà per vinto e ottenuta la laurea nel 1967 fonda, e dirige ancora oggi, il Gesundheit Institute, una comunità medica olistica in cui si cercano di curare tutti gli aspetti dell'essere umano, compresi quelli psicologici ed emotivi.
Ci sono i ragazzi del liceo Respighi, del Colombini, del Casali e del Romagnosi, del Gioia, del Cassinari e del Marconi: un pienone di studenti, ma anche tanti ospiti adulti provenienti da varie parti d'Italia ad accogliere Patch Adams che ha obbligato un po' tutti - con quel suo specialissimo rapporto empatico da persona a persona - a chiarire a se stessi la propria "strategia di felicità". Momenti esilaranti alla parata dei clown, ma giustamente protetti da occhi estranei, con i bambini del reparto di Pediatria dell'ospedale piacentino, insieme al primario Giacomo Biasucci. non meno intensa la terapia olistica spiegata da Adams a sanitari ed educatori per un approccio psicologico oltre che fisico con chi soffre. E' Daniele Novara a raccontare la giornata piacentina di Adams, ieri lo ha accompagnato anche al Palasport di Parma, un'altra tappa del tour. Novara è l'ideatore, insieme a Marco Carini, Giuseppe Magistrali, Andrea Cunico, Massimo Esposito e Paolo Rizzi del progetto "Le fabbriche della Felicità". «Non potevamo avere battesimo migliore» assicura. Certo, la filosofia di Adams non è solo gioia pura, c'è una carica anticonsumistica, è profondamente dissidente con un sistema sociale basato sull'ingiustizia, anche se il tutto viene intercalato da gag e umorismo. «Questo sistema di vita usa e getta è una tragedia» ammonisce l'ospite, spingendo sulla via di una felicità che è saper vivere intenzionalmente nella ricerca di gioia per se stessi e per gli altri («In questo modo da 40 anni - dirà - non ho una giornata triste»), celebrando la vita contro ogni forma di guerra e di solitudine («che è peggio del tumore»). Con una spinta di queste proporzioni, "Le fabbriche della Felicità" partono cariche d'entusiasmo. Già il 20 ottobre questo progetto piacentino che punta al benessere delle persone agendo su economia, educazione, sociale e salute, creando un grande laboratorio nazionale e persino una fiera, si cimenta con un nuovo evento: l'incontro tra 1.200 bambini con una storia del maestro Mario Lodi al Politeama.
|