I sindacati dei pensionati chiedono una carta-servizi
A pochi giorni dalla firma degli accordi per i Piani sociali di Zona nei quattro distretti della provincia, i quali hanno portato alla definizione delle linee socio sanitarie per i prossimi tre anni, i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, puntualizzano priorità e richieste.
Tra queste figurano l'avvio di una carta dei servizi, di validità distrettuale, la definizione di uno specifico “capitolo anziani”, l'applicazione della certificazione Isee per l'accesso alle prestazioni socio - sanitarie, senza ovviamente scordare l'ormai imminente rivoluzione che interesserà le Ipab, ovvero le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, trasformandole in aziende pubbliche alla persona (il termine previsto è il 16 settembre, ndr).
Su questo punto Franco Sdraiati di Cgil, Aldo Sckokai di Cisl ed Angelo Finardi di Uil, ribadiscono la necessità di costituire un'azienda unica, dedicata sia agli anziani che ai minori ed ai disabili. «Condividiamo le linee guide contenute nei Piani di Zona» affermano i sindacati, i quali hanno dato il proprio contributo alla loro definizione, per poi siglare protocolli d'intesa.
«Si tratta adesso di dotarli di ulteriori contenuti: tra questi la redazione di una carta dei servizi che valga a livello distrettuale, che definisca le modalità di accesso, la temporalizzazione delle prestazioni. Chiediamo inoltre l'applicazione della certificazione Isee (per la definizione del reddito, ndr): è l'unico strumento che possa garantire l'equità della prestazione, nonostante possa essere, per gli enti locali, una misura considerata impopolare».
Accanto a queste richieste, deve essere definito uno specifico «capitolo anziani, con un regolamento per la non autosufficienza, ed un'azione di monitoraggio sulle criticità».
Alcune osservazioni vengono mosse anche al capitolo degli investimenti: per i prossimi tre anni gli enti locali e l'azienda Usl hanno stanziato circa il 3 per cento di più di risorse rispetto agli anni precedenti. «Sono sufficienti a coprire l'incremento dell'inflazione: è ora di iniziare a concepire il settore socio sanitario non solo come ad una spesa, ma come ad un investimento - viene fatto notare -, nonostante sia apprezzabile lo sforzo fatto dalle amministrazioni, in un momento in cui diventa sempre più difficile reperire risorse dallo Stato». Sempre apprezzabile è lo spirito concertativo che ha portato alla definizione dei Piani sociali di Zona. «Per la prima volta è stato possibile avere accesso ad una sorta di contrattazione di secondo livello per quanto riguarda gli anziani - affermano - in precedenza venivamo ammessi a soli tavoli informativi».
Trasformazione delle Ipab, chiesta una proroga La Provincia: necessario rinviare da settembre a novembre la modifica in Aziende pubbliche di servizi. La proroga dei termini, per la trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche di servizi alle persone è stata proposta alla Regione dal Comitato provinciale costituito proprio per supportare i Comuni in questa fase. (omissis) «Nel corso della riunione è emersa la consapevolezza che l'assunzione delle dimensioni distrettuali dell'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, attraverso la fusione di più Ipab - afferma l'assessore provinciale Paola Gazzolo - consente di avere le necessarie competenze gestionali, progettuali e finanziarie per governare i processi di consolidamento, miglioramento ed innovazione dell'assistenza, per sostenere l'impatto di nuovi bisogni e delle nuove richieste di servizi da parte dei cittadini. L'Asp rappresenta, quindi, la soluzione organizzativa in grado di assumere, gradualmente, la gestione integrata e unitaria del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari della zona. Si tratta tuttavia di una fase di passaggio delicata che riteniamo possa essere affrontata attraverso la cessione graduale di quote di servizi dei Comuni all'Asp sulla base dei risultati prodotti dalle nuove aziende e della qualità dei processi di assistenza e di gestione realizzati».
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