C'era una volta e ancora c'è un bosco segreto, a pochi passi dal centro cittadino e circondato da mura invalicabili. Né ciclisti, né automobilisti, né viandanti, pur passandoci accanto quasi quotidianamente percorrendo via Emilia Pavese, si accorgono degli alberi rigogliosi che fanno a gara a toccare il cielo, e dei piccoli animali che si rincorrono in quel luogo tranquillo e selvaggio.
Per molto tempo lontano dai pensieri dei cittadini e dei costruttori, il bosco vive in un limbo quasi fatato, sotto gli occhi stupiti e meravigliati dei bambini della scuola media Calvino di via Stradella, che possono sbirciare i segreti del parco naturale grazie ad una rete che divide l'istituto dal bosco.
Sbircia una volta, sbircia un'altra, accade alla fine che nei bambini inizia a nascere la voglia di correre sui prati incolti, di giocare a nascondino dietro ai grandi tronchi, di poter pedalare fino allo sfinimento in un luogo lontano dalle macchine e grande tanto da potercisi perdere. Il cuore degli studenti della Calvino comincia così a battere all'impazzata per il bosco, che sente l'amore dei bimbi e decide di raccontare a quei piccoli ammiratori la sua lunga vita.
La memoria torna indietro di molti anni, a fatti e vicende di guerra, di esplosioni, di donne e uomini piacentini morti durante il lavoro a causa della Pertite, un esplosivo molto instabile che viene lavorato proprio nell'area, causa dei due grandi scoppi avvenuti il 27 settembre del 1928 e l'8 agosto del 1940, durante i quali perdono la vita 60 persone e molte altre rimangono ferite. I bambini insieme ai loro insegnanti, scoprono così che la storia dell'area verde più grande del parco della Galleana, è intrisa di memoria storica cittadina, e che a partire dalla fine della seconda guerra mondiale il luogo cade via via nell'oblio.
Dimenticato dalla quotidianità e dai piacentini, l'area della Pertite inizia lentamente la sua seconda vita, che porta la Pertite ad essere il bosco che è oggi. Area tuttora sotto l'autorità militare, che trascorre questa sua nuova vita in una condizione di libertà confinata. La polvere della terra battuta e gran parte dei capannoni usati per la lavorazione dell'esplosivo, ormai avvolti dalla vegetazione, diventano parte integrante di un incontaminato parco segreto. Aperto al pubblico solo una volta, all'inizio degli anni ‘80 per il concerto di Franco Battiato e subito richiuso, il parco registra da allora solo le "incursioni" dei militari, e le occhiate sognatrici degli studenti della Calvino. Sguardi, quelli dei giovani piacentini, che si inoltrano curiosi nella natura, quasi bisognosi di spazi liberi dove giocare e di ossigeno da respirare. Bambini che iniziano a tossire in fasce, che diventano asmatici e spesso hanno il volto pallido.
E' questa la Piacenza città dei bambini? Una città che non ascolta i sogni e soprattutto i bisogni vitali dei più piccoli? Valicare la rete per ritrovarsi in un bosco in città, nel parco della Pertite che sprigiona ossigeno. E' questo il desiderio dei bimbi della Calvino che credono così tanto in questa idea, da averla messa nero su bianco sui giornalini della scuola, da averla inscenata in uno spettacolo teatrale, da aver voluto incontrare i figli e i familiari delle persone morte durante gli scoppi avvenuti nella Pertite.
Un sogno gridato talmente forte da aver richiamato anche gli adulti. Piacentini che hanno deciso di dare un seguito a questo sogno. Persone che nel mese di maggio del 2009 hanno iniziato ad incontrarsi nella sede della Circoscrizione 2, a progettare iniziative ed eventi per far conoscere l'area della Pertite nella speranza che diventi un parco cittadino aperto al pubblico. E che finora hanno raccolto oltre 8mila firme, di gente che sogna come i bimbi della Calvino. Un parco che custodisca con dignità la memoria dei lavoratori civili morti, e che al contempo aiuti le future generazioni a vivere in un ambiente migliore, più salubre e meno inquinato.
Il Comitato parco Pertite compirà fra pochi giorni un anno. Un anno di impegno apartitico e apolitico, un anno di banchetti per la raccolta delle firme, un anno di incontri, che continuano a richiamare nuovi componenti. Sempre auto-finanziandosi, sempre con un unico obiettivo nella testa: rendere pubblica un'area che è già verde. Affinché il progetto si realizzi, e venga inserito in un più ampio sistema di parchi cittadini, l'area deve passare dall'autorità militare al Comune, e poi essere bonificata.
Il 19 febbraio 2009 il Consiglio Comunale approva però un documento di indirizzi per il nuovo Piano Strutturale Comunale - PSC - che prevede il recupero del verde, dando però la possibilità di costruire "nuovi quartieri urbani eco-compatibili e funzioni attinenti". Se quest'ultima ipotesi dovesse realizzarsi «la Pertite da parco diverrebbe un giardino, e Piacenza - spiega il Comitato - perderebbe una grande - l'unica nel suo genere - occasione».
Libertà del 12/04/2010
|