Spunta l'ipotesi di un condono sul 2003
Spunta l'ipotesi di un condono sul 2003. Allo studio della Finanziaria la riapertura della sanatoria fiscale. di Dino Pesole, Il Sole 24 Ore del 25 agosto 2005 Si scaldano i motori per la messa a punto della prossima Finanziaria, e puntualmente riemerge la " tentazione" del condono. Torna così in discussione l'eventualità di estendere al 2003 i termini della sanatoria fiscale, per incassare secondo i primi calcoli attorno ai 3 miliardi. Proposta che certamente non verrà avanzata dal Governo, che con il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, si è espresso a più riprese contro l'eventualità di una riapertura dei termini ( « la stagione dei condoni è finita » ) , e che invece sarà con ogni probabilità fatta propria dalla maggioranza nel corso del dibattito parlamentare della Finanziaria. Il gettito aggiuntivo — secondo quanto ha anticipato ieri sulle colonne del « Riformista » Guido Crosetto, parlamentare di Forza Italia relatore della scorsa Finanziaria— servirebbe a finanziare parte delle misure per lo sviluppo. L'emendamento di fatto è già pronto. Basta ripescare quello presentato il 25 ottobre dello scorso anno in commissione Bilancio della Camera da Luigi Vitali, anch'egli di Forza Italia: « L'integrazione degli imponibili per gli anni pregressi, la definizione automatica per gli anni pregressi e la definizione degli omessi e ritardati versamenti sono estese ai periodi di imposta scaduti al 31 dicembre 2003 » . Proposta che lo scorso anno raccolse il consenso di un nutrito drappello di parlamentari di Forza Italia. Poi non se ne fece nulla, ma al Senato un analogo emendamento venne predisposto da Roberto Salerno ( An), con l'obiettivo di utilizzare il relativo gettito per il sostegno delle aree sottoutilizzate. Anche questa proposta cadde nel nulla. Se si considera che il pacchetto di sanatorie disposto dal Governo tra il 2003 e il 2004 ha consentito all'Erario di incassare ben 19,8 miliardi, la tentazione è forte, oltre a costituire una potente arma in termini elettorali. Se si determinerà in Parlamento un robusto schieramento a favore, sarà molto arduo per Siniscalco opporsi. Del resto, come potrebbe il ministro dell'Economia conciliare l'inserimento in Finanziaria di una serie di misure per contrastare l'evasione ( come previsto espressamente dal Dpef) con un nuovo condono? Segnali a dir poco contraddittori. Ma a ridosso delle elezioni tutto è possibile. La fase di preparazione della Finanziaria si annuncia peraltro alquanto complessa. C'è malumore nella Cdl sullo schema di massima della manovra annunciato nei giorni scorsi da Siniscalco: 11,5 miliardi per ridurre il deficit, secondo il percorso concordato con Bruxelles; 6 miliardi di misure a favore dello sviluppo, tra cui spicca la prospettata riduzione dell'Irap. La cifra a disposizione della crescita non basta, soprattutto perché la Finanziaria è l'ultima e più rilevante carta che la maggioranza ha in mano per tentare di vincere le elezioni. La replica del ministero dell'Economia, questa volta con riferimento alle ultime stime del Fondo monetario internazionale ( la correzione prevista per il 2006 è inadeguata), è stata affidata anche ieri al vice ministro Giuseppe Vegas: « La correzione, che nella prossima Finanziaria sarà di circa 11 miliardi, è un impegno che abbiamo preso in sede europea e che intendiamo rispettare. L'abbiamo concordata con Bruxelles e non vedo perché sia insufficiente » . Vegas torna poi sulle rendite finanziarie, per precisare che un eventuale intervento « non rientra nelle coperture della Finanziaria » . È la risposta indiretta a quanti nella maggioranza, a partire dal ministro di An Gianni Alemanno, hanno proposto di utilizzare l'eventuale maggior gettito derivante dalla revisione del prelievo sulle rendite per finanziare i progettati sgravi fiscali. « Se ci sarà un intervento in questo senso— ha ribadito Vegas— sarà teso a evitare gli aspetti deteriori della speculazione. Ma non è semplice » . Da An, Maurizio Leo rilancia: « Stiamo lavorando su due ipotesi. La prima prevede di lasciare al 12,5% la tassazione dei titoli di Stato, alzare al 19% le altre e abbassare quella sui conti correnti. La seconda prevede invece di portarle tutte al 23%, sia quelle sui redditi di capitale che quelle sui capital gain, dando però l'opzione al contribuente di metterli nel reddito complessivo, così chi rientra nella no tax area, cioè i piccoli risparmiatori, è tutelato » . Nel frattempo, il ministro della Salute, Francesco Storace, assicura: « Ho parlato con Siniscalco e ho avuto ampie assicurazioni sulle risorse per la sanità » . E al consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta, che a proposito delle rendite finanziarie aveva seccamente commentato ( « non mi sembra che Storace sia un economista, è folle tassare le rendite per coprire l'Irap » ) , il ministro replica: « Dichiarazioni indigeribili. Una cosa è il dissenso, un'altra gli insulti » .
Perdono tributario a tutto campo di Dario Deotto In quest'ultima legislatura la principale forma di sanatoria in assenza di liti con il Fisco è stato il condono cosiddetto tombale ( legge 289/ 02). Attraverso questa forma di definizione, il contribuente provvedeva a chiudere il proprio rapporto tributario in relazione a tutte le annualità dal 1997 al 2002 ( il 2002 è stato successivamente inserito per effetto della Finanziaria 2004). Il condono poteva riguardare le imposte dirette, l'Irap e l'Iva. Si potevano definire anche i periodi d'imposta per i quali la dichiarazione risultava omessa, purché l'omissione non riguardasse tutte le annualità. Non sempre però era possibile avvalersi del condono. Nell'ipotesi di notifica di un atto di accertamento, di un processo verbale di constatazione ovvero nel caso in cui risultasse esercitata l'azione penale, la definizione era infatti inibita. Il condono tombale era quello che dava le maggiori tutele ai contribuenti in quanto, oltre la preclusione dagli accertamenti, garantiva l'esclusione della punibilità per determinati reati tributari, quali, ad esempio, quello per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti inesistenti. L'ipotesi di una nuova sanatoria potrebbe consistere nella semplice riapertura dei termini per accedere al condono tombale, anche se, a questo punto, non è da escludere l'estensione del tombale anche al 2003.
Il concordato Imprese e autonomi in regola fino al 2002
Un'altra forma di definizione, sempre in assenza di liti con il Fisco, è stata quella del concordato per anni pregressi ( legge 289/ 2002), alla quale avevano accesso però soltanto imprese e lavoratori autonomi con ricavi fino a 5.164.569 euro. Il concordato consentiva di definire solo la singola annualità. Anche in questo caso i periodi che potevano essere oggetto di definizione sono stati quelli fino al 2002. Il concordato non aveva effetti sul piano penale ma soltanto su quello tributario, consentendo la definizione delle imposte sui redditi, dell'Irap e dell'Iva. Contrariamente al tombale, il ricorso a questa sanatoria consentiva anche l'inibizione di accessi, ispezioni e verifiche da parte del Fisco. In sostanza, quest'ultimo inibiva gli accertamenti ma non le verifiche ( il che poteva determinare delle problematiche per le annualità post condono) mentre il concordato sia verifiche che accertamenti. Ecco perché alcuni hanno ritenuto di utilizzare il mix tombale concordato. Un'altra forma di sanatoria in assenza di liti è stata l'integrativa semplice, attraverso la quale il contribuente poteva integrare gli imponibili non dichiarati od omessi. Si poteva anche, attraverso l'integrativa, definire i redditi conseguiti all'estero. Anche in questo caso, oltre la semplice riapertura dei termini, un possibile intervento normativo potrebbe portare all'estensione di concordato e integrativa per il periodo d'imposta 2003.
Le liti pendenti Battuta d'arresto per le controversie
In presenza di controversie con il Fisco, le principali forme di definizione disciplinate dalla legge 289/ 2002 ( oltreché dall'estensione temporale avvenuta con la Finanziaria 2004) erano quelle delle cosiddette liti potenziali e delle liti pendenti. Con la prima si potevano chiudere gli atti di accertamento per i quali non erano finiti i termini per produrre ricorso, gli avvisi di irrogazione della sanzione, gli inviti al contraddittorio da concordato a regime nonché i processi verbali di constatazione. Si trattava di tutte le situazioni, in sostanza, per cui la lite non risultava ancora " pendente" innanzi gli organi giudicanti. Invece, con la chiusura delle liti pendenti si potevano definire tutte quelle controversie per le quali era stato presentato ricorso agli organi della giustizia tributaria e ordinaria. Si tratta delle Commissioni tributarie provinciali e regionali, della Commissione tributaria centrale, dei Tribunali, delle Corti d'appello e della Cassazione. Anche per le controversie con il Fisco si potrebbe pensare a una semplice riapertura dei termini ovvero a un ampliamento temporale delle fattispecie definibili. Ad esempio, potrebbero formare oggetto di definizione tutte quelle per cui gli atti risultano notificati al 30 settembre 2005 o per le quali, a quella data, la lite è pendente.
Le altre misure Nel mirino anche le imposte locali
Oltre al tombale, al concordato e alle liti pendenti, la legge 289/ 2002 prevedeva una lunga serie di sanatorie: dalla regolarizzazione delle scritture contabili ( alla quale potevano accedere coloro che avevano utilizzato il condono tombale o l'integrativa semplice), allo scudo fiscale per le imprese, al condono per le imposte indirette, alla definizione dei ruoli, alla regolarizzazione dei ritardati o omessi versamenti, al condono per i tributi locali. Tra queste, di estrema attualità è ancora la sanatoria degli omessi versamenti, vuoi per le vicende delle società calcistiche che l'hanno massicciamente utilizzata, in particolare, per regolarizzare l'Irpef degli stipendi dei calciatori, vuoi perché sul problema dei rapporti tra la sanatoria e la notifica delle eventuali cartelle di pagamento è recentemente intervenuta la circolare 36/ E del 9 agosto 2005 dell'agenzia delle Entrate ( si veda « Il Sole 24 Ore » del giorno successivo). Un'ipotesi di intervento sui condoni potrebbe portare anche per le sanatorie minori una semplice riapertura dei termini, anche se più utile ( sia per le casse che per i contribuenti) appare l'estensione dell'ambito temporale. Ad esempio, tornando agli omessi versamenti, potrebbero formare oggetto di regolarizzazione tutti i carenti od omessi versamenti di imposte o ritenute al 1° gennaio 2005.
25 agosto 2005, Il Sole 24 Ore
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