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Perchè liposuzione ?

L'intervento, Libertà del 19 febbraio 2002

da LIBERTA' del 19/02/2002 :


Ancora una volta la cronaca italiana si occupa con grande risalto dell'ennesima morte dovuta a “liposuzione”.
In questo caso si tratta di una giovane donna di 24 anni di Chieti che dopo qualche giorno aver subìto l'intervento chirurgico, ha presentato un malore risultato fatale.
L'anno scorso identica sorte era toccata ad una quarantenne di Firenze e nel 1999 ad una ragazza di Ancona.

Ricordiamo che la “liposuzione” (o lipoaspirazione, o liposcultura) è un intervento chirurgico teso alla riduzione dei depositi di grasso presenti generalmente agli arti inferiori e all'addome, la cosiddetta “cellulite”.

In realtà il termine “cellulite” è improprio e nel linguaggio medico è stato sostituito da altri vocaboli (PEFS, lipodistrofia,connettivopatia,etc.): si tratta in ogni caso di rimuovere per via chirurgica, tramite una cannula aspirante, gli accumuli adiposi, allo scopo di correggere e ripristinare i contorni, i volumi, l'armonia delle forme, la “silhouette”.

Si tratta ovviamente di una chirurgia “cosmetica” e solo in rarissimi casi terapeutica, dettata non dalla necessità o dalla malattia, ma dal desiderio di migliorare la propria immagine.

Qualcuno inserisce la liposuzione, assieme al lifting, alla correzione del naso (rinoplastica) e della mammella (mastoplastica), nella cosiddetta “chirurgia del superfluo”.

In questa sede risulterebbe assai complesso affrontare l'argomento se sia “giusto o sbagliato” sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica.
Certamente dobbiamo prendere atto che il ricorso al medico o chirurgo estetico è un fenomeno in questi anni sempre crescente, che non possiamo ignorare.

Possiamo dunque domandarci: perchè si ricorre alla chirurgia estetica; quali le motivazioni che spingono un paziente in buona salute ad affrontare uno stress chirurgico e costi talvolta considerevoli? Ed infine quali sono i modi più corretti per cercare di evitare disavventure di salute?

Per chi si occupa di chirurgia estetica da molti anni, la risposta al primo quesito è: “per sentirsi meglio”.

Normalmente si tratta del desiderio personale di acquisire maggiore soddisfazione in merito al proprio aspetto (estetico per l'appunto), e maggiore sicurezza nei rapporti interpersonali.

Direi alla fine che le motivazioni sono le stesse, certo amplificate, che sostengono il ricorso al parrucchiere e all'estetista, che determinano l'acquisto di un bel capo d'abbigliamento, che spiegano il successo dei “fitness-centers”.

Altre motivazioni spesso sollevate da chi è contrario alla chirurgia estetica (superficialità di pensiero, insicurezze caratteriali e nevrosi di vario tipo) sono molto rare.
Certamente è assai rilevante il condizionamento determinato dal piccolo e grande schermo e dal mondo della moda: vengono proposti canoni estetici ben definiti.
Spesso questo condizionamento è subliminale, ripetuto, devastante.

Infine il discorso sui valori morali (che mancherebbero a chi si sottopone a chirurgia estetica), è un tema ancora dibattuto e che personalmente tralascio perchè ,secondo me, falso.

Ma ritorniamo al tema delle nostre considerazioni: la morte di una giovane donna sottopostasi a “liposuzione”.

E' opportuno allora affrontare la seconda domanda: come evitare rischi di salute?
A questo scopo è necessario che l'intervento di chirurgia estetica (qualsiasi esso sia) venga presentato, programmato,preparato, affrontato e gestito come un vero atto chirurgico.
I rischi operatori legati alla chirurgia ed alla anestesia locale o generale devono essere descritti al paziente nella loro completezza, l'informazione deve essere chiara e comprensibile ed il paziente deve essere in grado di sviluppare un consenso informato e consapevole.
Il chirurgo deve mettere in atto tutte quelle precauzioni, competenze e capacità tese ad evitare al massimo rischi al paziente: il suo comportamento non può e non deve essere negligente, imprudente o imperito; il suo atteggiamento deve seguire,come dicono gli americani, la “buona pratica” ed il “buon senso del buon padre di famiglia”.

Nel caso specifico della “liposuzione” i rischi di salute non sono assenti.
Si tratta di un intervento che nell'immaginario collettivo è visto come assai semplice.
Spesso è presentato dai giornali e da operatori scorretti, minimizzando i rischi e magnificando i risultati. La “liposuzione” prevede rare complicanze che tuttavia possono risultare assai pericolose: soprattutto vanno ricordate l'emorragia e l'uso improprio dell'anestesia locale.
L'embolia adiposa è spesso evocata, ma finora mai chiaramente accertata.

In conclusione, manca ancora la coscienza e la consapevolezza da parte del paziente, che “la chirurgia e la medicina estetica non sono un gioco”, ma atti medici che prevedono sempre vantaggi e svantaggi, rischi e benefici.
Purtroppo anche il medico è spesso colpevole, allorchè non garantisce una informazione etica, esauriente e veritiera.
Anche le sue competenze tecniche vanno talvolta aggiornate, approfondite e coltivate.

In questo senso in Italia qualcosa si sta muovendo.
Infatti, oltre alla specializzazione post-laurea in chirurgia plastica e ricostruttiva, dall'anno accademico 2000-2001, su iniziativa del piacentino prof. dott. Luigi Donati, l'Università degli Studi di Milano, prima in Italia ed Europa, ha organizzato il primo Master Universitario in chirurgia estetica morfodinamica, corso di durata annuale a numero chiuso, il cui scopo è quello di formare chirurghi estetici con criteri universitari.
Il primo corso si è concluso a dicembre 2001, il secondo è iniziato nel gennaio del corrente anno.

Filiberto Putzu, Medico-chirurgo estetico


pubblicazione: 20/10/2005
aggiornamento: 31/07/2007

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