da quotidiano Libertà del giorno 08 agosto 2010
Quotidiano Libertà del giorno 8 agosto 2010 :
Peculato. E' con questa accusa che Paolo Botti e Pierluigi Scaglioni, rispettivamente ex presidente ed ex vicepresidente dell'azienda pubblica di trasporti locali Tempi spa, sono indagati dalla Procura della Repubblica di Piacenza. Entrambi sono sospettati di aver utilizzato in maniera impropria la carta di credito aziendale di cui disponevano per le spese di rappresentanza. Gli inquirenti ipotizzano che la usassero per in maniera indebita, in particolare per pagare pranzi e cene che nulla avevano a che vedere con l'attività aziendale. Il peculato è infatti il reato commesso dal pubblico ufficiale o dall'incaricato di pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria. Il conto finale sarebbe molto salato: nel periodo che va dal primo gennaio 2006 all'aprile 2010 la spesa contestata dagli investigatori ammonta a più di 50mila euro. Lo hanno accertato i carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza che assieme ai colleghi dell'Ispettorato del lavoro hanno svolto lunghe e minuziose indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Colonna e scattate nella primavera scorsa anche alla luce delle numerose voci e polemiche che si registravano attorno al bilancio dell'azienda pubblica.
Per Botti si tratta della seconda iscrizione nel registro degli indagati in pochi mesi: l'ex segretario provinciale della Fiom-Cgil è accusato assieme all'ex Cisl Gianni Salerno di appropriazione indebita aggravata per aver creato un conto corrente parallelo e segreto in cui confluivano contributi sindacali destinato alle organizzazioni ufficiali.
Le due indagini sarebbero però scollegate.
Quella su Tempi spa è partita a maggio, quando i militari andarono numerose volte nella sede di Borgo Faxhall della società, portando via e visionando numeroso materiale, in particolare relativo movimenti contabili aziendali degli ultimi anni. Già da una prima analisi degli incartamenti di cui erano entrati in possesso, gli inquirenti avevano notato il lungo elenco di fatture e ricevute fiscali relative a pranzi e cene pagate da Botti e Scaglioni con la carta di credito aziendale a cui ha diritto ciascun componente del consiglio di amministrazione. Ma a cui avevano rinunciato Enrico Zoino e Athos Zanetti, che si alternarono come terzo componente del cda recentemente azzerato e sostituito da altrettanti nuovi membri.
Botti e Scaglioni, ex presidente e vice in quota Pd probabilmente nei prossimi giorni saranno ascoltati dagli investigatori, a cui dovranno chiarire la natura dei pagamenti: gli inquirenti ritengono infatti che non possano essere catalogati come spese di rappresentanza pranzi e cene effettuate in presenza di amici, ma neppure quelle in cui a tavola sedevano anche esponenti politici.
Il materiale in mano ai carabinieri è molto sostanzioso: sono stati infatti ascoltati almeno una decina di ristoratori di Piacenza e provincia, alcuni dei quali avevano i due indagati come clienti abituali. Tutti hanno confermato le ipotesi dei militari, ossia che Botti e Scaglioni mangiavano e pagavano con la carta di credito aziendale (oppure facevano spedire la fattura a Tempi spa) anche quando erano in compagnia di amici o conoscenti. Botti giustificava la spesa indicando spesso sul retro degli scontrini il nome di personaggi politici di cui era stato in compagnia e per cui pagava il conto: sono stati ascoltate come persone informate sui fatti il vicesindaco Francesco Cacciatore, il presidente del consiglio comunale Ernesto Carini, l'ex presidente del consiglio provinciale Gabriele Gualazzini, l'ex consigliere regionale Nino Beretta. I quali hanno sostenuto che gli incontri avvenivano per discutere delle questioni relative a Tempi e al trasporto pubblico locale. Stesso discorso per altre persone, ad esempio dirigenti di altre società di Tpl o consulenti aziendali. Circostanze che, comunque, secondo gli inquirenti non giustificherebbero le spese di rappresentanza. A quanto pare, Scaglioni non avrebbe invece mai indicato il nome dei suoi commensali. Michele Rancati Quotidiano Libertà di Piacenza, 08 agosto 2010
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