Luigi Francesconi ha ufficialmente ritirato la sua candidatura a consigliere regionale del Popolo della libertà, ruolo che ha ricoperto per dieci anni.
"Non ho più la serenità per portare avanti la campagna elettorale - spiega - perchè l'incompatibilità con l'ambiente che c'è nel partito si è fatta troppo forte. Ufficializzerò presto anche le mie dimissioni da capogruppo Pdl in consiglio provinciale, sul resto voglio pensare a mente fredda".
Ma cosa ha portato Francesconi a prendere una decisione così clamorosa e, a suo dire, irrevocabile? "La causa scatenante - risponde - è stata la richiesta di pagamento di 25mila euro che mi è arrivata dalla segreteria nazionale via telegramma. Non ho ancora capito adesso che soldi reclamano, pare contributi che i consiglieri uscenti che si ripresentino devono alla componente regionale ex Forza Italia. Avrei potuto rispondere che quel partito non c'è più o che io ne ero uscito per andare nei Circoli della libertà - precisa - ma ho deciso di pagarla comunque: tutto saldato di tasca mia nei tempi previsti (mezzogiorno di ieri, ndr), così nessuno potrà mai attaccarmi".
Una volta staccato l'assegno, però, Francesconi ha comunicato la sua rinuncia alla candidatura: "Non potevo andare avanti così - aggiunge - si erano create troppe tensioni. Ho pagato in modo che nessuno possa mai dire che sono stato inadempiente, anche se ancora adesso non so perchè mi venivano richiesti così tanti soldi. Ovviamente, visto che non mi presenterò alla Regionali, chiederò la restituzione della somma. Sono curioso si sapere se tutti gli altri miei colleghi che dovevano l'hanno pagata". Che futuro politico l'attende? "Non sono mica morto - ironizza - e comunque non è mica obbligatorio fare il consigliere regionale. Io ho il mio lavoro, ho sempre fatto politica per passione, spendendo soldi ed energie in prima persona, tutto di tasca mia. Non so se uscirò dal partito, voglio rifletterci su dopo aver smaltito l'amarezza per la situazione che si è venuta a creare. Non ho parlato con nessuno dei vertici locali o regionali, ho fatto quanto mi hanno chiesto per rendermi inattaccabile, i miei passi futuri sono ancora un'incognita".
L'episodio scatenante, però, è arrivato dopo circa un mese di schermaglie con la direzione provinciale del Popolo della libertà e una tensione neanche tanto nascosta con un altro candidato Pdl, Andrea Pollastri, accusato dall'entourage di Francesconi di essere appoggiato dai leader locali del partito.
"Io rispondo per i miei comportamenti - conclude - e sono con la coscienza a posto. Adesso non voglio entrare in polemica con nessuno e anche se me lo chiedessero, non riuscirei a tornare sui miei passi: le divergenze con un certo ambiente si sono fatte insanabili, non potevo proseguire".
A pochi giorni dalla presentazione dei candidati, che avverrà sabato, il Pdl si trova a che fare con una grana non da poco: in fretta e furia dovrà trovare un terzo nome da affiancare a Pollastri e a Carlo Mistraletti, altro candidato recuperato in extremis. Michele Rancati LIBERTA' 25/02/2010
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