Il forzista attacca Bettamio: potrei andarmene, magari con Casini
Alla stretta finale nel Popolo della libertà (Pdl) la partita delle candidature alle politiche.
Mancano quattro giorni alla scadenza per la presentazione delle liste, sono ore convulse, con gli aspiranti a un posto di elezione sicura nei collegi che si danno un gran daffare alla ricerca della sponda giusta nelle alte sfere, della raccomandazione vincente.
Non fa eccezione la circoscrizione dell'Emilia-Romagna, e la fibrillazione regna soprattutto in Forza Italia dal momento che i posti di An sembrano già assegnati, con il piacentino Tommaso Foti dato da tempo tra gli eleggibili alla Camera.
Il nutrito gruppo di "azzurri" piacentini in corsa vive con un'altalena di stati d'animo le voci che si rincorrono sui nomi ora in auge, ora in ribasso. E si coglie non poca delusione tra chi avrebbe preferito un sistema di selezione diverso.
È il caso di Sandro Ballerini. Il consigliere comunale - inquilino di lungo corso a palazzo Mercanti «dove ancora detengo», rivendica con orgoglio, «il record di voti di preferenza che risale a 15 anni fa quando diventai assessore (per la Dc, ndr)» - aveva preso carta e penna nelle scorse settimane per scrivere direttamente a Silvio Berlusconi e metterlo a parte della sua disponibilità a una candidatura alle politiche. Ma tutto pare destinato a cadere nel vuoto, a sentire il diretto interessato che ieri ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa su come vanno le cose in Forza Itaila, oggi Pdl. Nel mirino in particolare il coordinatore regionale Gianpaolo Bettamio, ma anche la segreteria nazionale, per come la partita elettorale è stata condotta: «Un'operazione etica sulle candidature sarebbe stata partire dalla base», lamenta Ballerini che indica in quello seguito dagli avversari del Pd un modello apprezzabile: «Assemblee, dibattiti, consultazioni e "primariette", così hanno fatto loro, ne sono scaturite otto candidature partite da Piacenza e gliene va dato atto, mentre in Forza Italia da qui non è partita nessuna candidatura e questo non mi sembra il massimo dell'etica e della sensibilità».
Sebbene tra gli "azzurri" si sentano anche mugugni per la debole energia con cui le istanze territoriali sarebbero state spinte, dalla critica Ballerini tiene fuori il segretario provinciale Massimo Trespidi: «Non si può dare la responsabilità all'ultimo arrivato (è stato eletto da tre mesi, ndr), lo potremo criticare tra un anno o due, adesso il pallino ce l'hanno in mano Bologna e Roma, quello che accade è che i signori che sono ormai al Parlamento si terranno ben stretta la seggiola e il risultato è che Piacenza, dove Forza Italia è il primo partito, non avrà parlamentari locali. An ha Tommaso Foti, noi però non possiamo consideralo piacentino di Forza Italia».
«Mi ritengo un po' disturbato da questa situazione», continua Ballerini nel suo sfogo, «non avevo grandi aspirazioni, avevo dato la mia disponibilità ma se poi alla proposta di disponibilità ti voltano le spalle senza manco dirti "no, grazie".... Da Bettamio solo silenzio, sono sinceramente dispiaciuto».
Ma anche il modo il cui il Pdl è stato tenuto a battesimo da Berlusconi non lo ha convinto: «Non mi va giù tanto, non si può fare un partito calandolo dall'alto. Perché non partiamo dal basso, dai gazebo, dall'interno del partito, tutto un lavoro che non è stato fatto, mi si vuole imporre un gioco dall'alto per accettare qualsiasi cosa e una situazione che non mi piace».
Al punto che il consigliere comunale non esclude scenari di rottura: «Mi riservo di valutare la mia posizione, potrei anche andarmene magari sbattendo la porta. So che a qualcuno potrebbe fare piacere, però io il mio apporto l'ho sempre dato e mi ritengo un uomo di popolo, non di vertice, uno che ha capacità decisionale autonoma e non si lascia fagocitare».
E se rottura dovesse essere, è nell'Udc che Ballerini coglie una certa affinità politica: «Il Pdl in questa fase non mi è piaciuto, Casini invece sì, ha dimostrato amor proprio, personalità e forza politica, non si è lasciato attirare da percorsi facili e ha fatto scelte di coerenza pur sapendo che può andare incontro alla sconfitta».
Dopo quelle dell'ex Luigi Francesconi, ecco dunque che da un altro "azzurro" arrivano parole acuminate nei confronti della dirigenza del Pdl e della gestione della fase elettorale.
E a seconda dell'esito della partita sulle candidature altri se ne potrebbero aggiungere: se davvero - come pronostica Ballerini - nessun piacentino fosse inserito in lista nei posti sicuri, i malumori cresceranno.
Allo stato ad avere più chances parrebbero Luca Moschini e Carlo Mazzoni. Il primo però è in quota circoli della Brambilla e la base di Forza Italia lo sente piuttosto estraneo. Qualche riserva si sente avanzare pure sul secondo per essere coordinatore cittadino del Cpe, il movimento fondato due anni fa da Dario Squeri e con il quale gli "azzurri" hanno sempre avuto un rapporto alquanto conflittuale.
Per il resto sul tavolo ci sono i soliti nomi, da Antonio Agogliati a Filiberto Putzu, da Maria Lucia Girometta a Paola Pizzelli. C'è però chi prioritariamente nella rosa inserisce anche quello di Massimo Trespidi, nonostante l'interessato già abbia dichiarato di chiamarsi fuori.
Gustavo Roccella
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