Dopo l'incontro di ieri tra il coordinatore del Piano strategico con Squeri e Reggi
Uscita di scena per Augusto Rizzi, coordinatore del comitato strategico di quello che fu il Patto per Piacenza. Un comunicato di fonte comunale mette il sigillo ad un congedo che era nell'aria da tempo e che sancisce la fine della collaborazione tra gli enti e il super-coordinatore Rizzi. Con tanti ringraziamenti, come si fa in questi casi. L'avvocato era stato uno tra i più accesi sostenitori dei progetti di sviluppo condivisi per Piacenza e la sua provincia. Tanto che nel novembre scorso il sindaco Reggi e il presidente della Provincia Squeri gli avevano chiesto di rilanciare il piano strategico, dopo un periodo di stanca coinciso con la pausa elettorale per il rinnovo di Palazzo Mercanti. Rizzi aveva chiesto, con franchezza, poteri effettivi per dar gambe ai progetti, forse trascurando il fatto che le strutture pubbliche hanno già le loro nomenclature. E dopo qualche sfogo per uno scarso coinvolgimento degli assessori (presenti nel comitato strategico), volendo evitare figure da «utili idioti» a chi lavora gratuitamente al Patto e non veniva convocato ai tavoli decisionali, da Rizzi è partita l'iniziativa di chiedere un incontro-verifica a Reggi e a Squeri.
L'uscita di scena del “regista” è la risposta più lampante della difficoltà, a questo punto, di esercitare il ruolo. Nessuna «accusa» agli enti - afferma Rizzi - ma visto come si erano messe le cose, il Patto agìto fuori dalle istituzioni «era morto». Passando alla fase esecutiva i problemi finanziari, di reperimento delle risorse, le sovrapposizioni di competenze con gli assessorati - prosegue - rendevano difficile andare avanti con un lavoro che era funzionato «perfettamente» nella fase degli stati generali.
Un pericolo già fiutato, e per il quale Rizzi aveva accolto con esitazione lo “scettro“ di coordinatore. Ma oggi Rizzi non accende micce polemiche e si dice anzi «fiducioso» che venga salvata la visione strategica e il convolgimento della società civile. I contenuti? «Saranno oggetto di approfondimento, i progetti che hanno funzionato bene, come il marketing, possono andare avanti». Lo stato d'animo? «Per ora esprimo fiducia. Valuterò dopo, sulla base di cosa avranno fatto i due enti».
Il lavoro del Piano strategico rientra da oggi nell'alveo delle due istituzioni promotrici e nella fase più difficile, in cui «diventa necessario il reperimento delle risorse e la predisposizione di conseguenti atti amministrativi» dicono Squeri e Reggi, che in più di un'occasione avevano avocato agli enti la titolarità dell'attuazione di quegli stessi progetti. Ma a Rizzi vanno i ringraziamenti «per l'impegno profuso, per la gestione di una intuizione oggi seguita da molte altre realtà, per il non facile coinvolgimento di un elevato numero di soggetti rappresentativi della società». A questi, una trentina di uomini e donne, Comune e Provincia chiedono di portare avanti «il lavoro così bene avviato». Ma come?
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