Insediato il nuovo Direttore di Tesa.
Il campo di Tesa spa va sgombrato innanzitutto da una polemica che non ha ragion d'essere: Reggio Emilia non ha mire egemonica su Piacenza e sulla sua azienda multiutility, basti dire che dallo scorso giugno, quando di Tesa divenne il principale socio di minoranza acquisendone il 40% (la maggioranza delle quote, 58%, è in mano al Comune di Piacenza), Agac, la multiutility reggiana, si è guardata dal nominare un amministratore delegato (ad) come pure sarebbe stato nei suoi diritti.
Così Roberto Paterlini, reggiano, 47 anni, da ieri ufficialmente direttore generale di Tesa, risponde a una delle principali critiche con cui la Casa delle Libertà ha accolto l'ingresso di Agac nell'azienda di Borgoforte dopo l'asta di un anno fa con cui il precedente socio, Camuzzi-Enel, mise in vendita la propria quota.
Critica ricorrente: ancora ieri in consiglio comunale Filiberto Putzu (Piacenza Nostra) ha “salutato” l'arrivo di un reggiano al vertice di Tesa rinverdendo il leit motiv della colonizzazione.
«Non è ambizione di nessuno colonizzare il soggetto più piccolo», considera Paterlini ragionando di NewCo Emilia, il progetto di integrazione che vedrà entro l'anno le multiutility di Piacenza, Reggio, Parma e Modena fondersi per dare vita a un unico operatore nei servizi energetico-ambientali (il quarto a livello nazionale): l'obiettivo «è invece di creare un gruppo con una forza d'urto tale da riuscire a difendere il territorio di riferimento dallo strapotere dei colossi stranieri che stanno attivamente muovendosi in un mercato fresco di liberalizzazione».
Così la vede il neo direttore generale che arriva a Borgoforte da Agac (forte di un cursus honorum di tutto rispetto all'interno dell'azienda reggiana) per affiancare, con mansioni più marcatamente operative, il presidente Guido Ramonda nel processo di avvicinamento alla NewCo. In questa fase il secondo socio di Tesa ha valutato più utile inserire la figura di un direttore generale piuttosto che quella, prevista dai patti para-sociali, di ad, carica che, ha detto Paterlini, resterà sospesa in attesa degli scenari futuri. Scenari tutti proiettati nell'ottica dell'integrazione lungo la via Emilia. Strada che Piacenza ha fatto bene a intraprendere, secondo il manager: non che fosse l'unica possibile, chi preferiva sbocchi in terra lombarda lo faceva legittimamente. L'importante era non restare al palo perché «la dimensione attuale è decisamente insufficiente, siamo facilmente scalabili dall'esterno». Con NewCo la risposta è azzeccata, «lungimirante per Piacenza che va ad aggregarsi con territori omogenei». Sarà possibile potenziare i servizi nel bacino di riferimento «prendendo il meglio di ogni singola azienda e spalmandolo a beneficio di tutti, senza predominanze in un settore piuttosto che in un altro». Tesa il suo valore aggiunto lo esprime soprattutto nell'ambito ambientale, gestione di acqua e rifiuti, annota il manager, ma anche nella partita dell'energia può dire la sua e l'ambizioso progetto per il teleriscaldamento della città avviato con la centrale Levante (entro il 2006 la prima concretizzazione prevista sulla carta con il servizio nel nuovo quartiere dell'ex Unicem) ne è la prova.
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