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Parlare di sviluppo economico e di ambiente può sembrare contradditorio, ma non lo è.

Intervento del Consigliere Filiberto Putzu al Convegno "Si può fare di piu'".

Parlare di sviluppo economico e di ambiente puó sembrare contraddittorio, stante la contrapposizione frequentemente sostenuta dal luogo comune e molto spesso da una certa sinistra ecologista, contrapposizione che esisterebbe tra il primato dell'economia rispetto all'ambiente, e viceversa.

Ma se invece facciamo nostro il concetto dello sviluppo sostenibile, di come cioè l'economia possa e debba andare a braccetto con il rispetto dell'aria, dell'acqua, della terra e degli uomini, allora comprendiamo come i due argomenti debbano essere affrontati mai in maniera dicotomica ma come un unico tema.

Piacenza è città che pur la si voglia considerare, nel bene e nel male, deve sempre confrontarsi con la sua posizione geografica: posizione strategica si dice, città di transito e fuga, di convergenza, di intersezione, connessione o divisione interterritoriale.
Città di mercanti e banchieri con gli Scoto, i Landi e gli Anguissola piacentini famosi in tutto il mondo del Medioevo con i loro tessuti ed i loro denari, città diventata figlia minore del Ducato dei Farnese, città delle chiese e delle caserme e dei casini, città dell'energia, poi della logistica, “Cenerentola” o “Bella Addormentata” della regione Emilia Romagna, città baricentrica ma ai confine del regno della regione rossa, mai protagonista, riservata, laboriosa, risparmiatrice, tollerante, preziosa ma poco conosciuta.

Piacenza ed i suoi figli illustri che hanno fatto carriera e successo nel campo della moda, del giornalismo, dell'arte, del cinema, manager di banche ed imprese, cardinali protagonisti della politica vaticana.
Figli illustri ciascuno portavoce della piacentinità, tratto distintivo quello della piacentinità , che hanno però rappresentata fuori, lontano da Piacenza.
Dall'altro lato concittadini meritevoli , coraggiosi, legati alle radici, che invece hanno investito, restando nella propria città, energie, idee e denaro sulla banca locale, sull'economia, sul terziario avanzato, sulla meccanica.

Città che paga lo scotto della vicinanza con la megalopoli Milano, senza riuscire ad ottenerne in cambio il giusto ritorno.
Città che nel salvaguardarsi dalla metropoli e da territori vicini più intraprendenti, nella tensione di una condivisibile autonomia, non è riuscita peró ad emergere con la sua inimitabile identità.

Piacenza città delle interconnessioni si diceva, identificata come polo strategico dalla logistica . Ma non basta la logistica dei capannoni e dei camion !!. Vogliamo per Piacenza una logistica dell'economia delle idee e delle persone.

Piacenza con bretelle autostradali e tangenziali troppo a ridosso delle case, una centrale elettrica ed un inceneritore dove una volta si andava a pescare cavedani e storioni.
Acqua da bere con le stimmate negative dell'agricoltura.

Una rinascita non è più procrastinabile.

Sono necessarie scelte civiche coraggiose che imbriglino le problematiche ambientali, con controlli accurati e prioritari, centraline di controllo nelle giuste aree per proteggere le persone. E ancora si impongono scelte politiche che identifichino esattamente le cause dell'inquinamento e le “pesino” per la loro incidenza, con rimedi che consentano a tutti di fruire al meglio la città senza provocare inutili lotte tra pedoni, ciclisti ed automobilisti. Non sono piu’ rinviabili soluzioni viabilistiche che consentano veramente di delocalizzare, anche con grandi opere infrastrutturali, il traffico pesante dalla città. Vogliamo un trasporto pubblico agile, efficiente, non inquinante , da tempo proponiamo invano una rete di bus elettrici . Serve un impegno reale sulle piste ciclabili e sul verde (come ci hanno richiesto e richiedono da anni gli adolescenti del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze). Piacenza merita una politica del verde che non sia solo quella degli annunci e delle statistiche ma caposaldo del nostro domani, la città "gentile" che si tutela dall'inquinamento con alberi e parchi.

E per l'economia cosa fare?
E’ necessaria una importante azione di marketing a favore della città, azione che ne divulghi sia gli aspetti socio-ambientali che quelli produttivi. Piacenza non è sufficientemente conosciuta come merita. Anche tra noi residenti va rinforzata la consapevolezza delle nostre positività, e non solo delle debolezze.

E’ fondamentale investire sulle Università piacentine, vero laboratorio del sapere e delle conoscenze,... dovremo impegnare energie progettuali e risorse per far sì che gli insediamenti universitari già presenti si consolidino e crescano con sempre piu’ studenti, rubati agli atenei delle altre città, attratti dal “campus” Piacenza e da corsi di laurea specifici. Pensate al Conservatorio Nicolini, struttura essa stessa universitaria, tanto preziosa quanto bistrattata, che richiama futuri cantanti e musicisti dal lontano Oriente, proprio per la sua tradizione ed identità... Una Università che sforna specialisti prima o poi attrae nel territorio centri direzionali che di quei cervelli ha bisogno.

E ancora, bisogna finalmente intraprendere un impegno forte verso nuove infrastrutture.
In una strategia di crescita le infrastrutture di trasporto rappresentano uno dei motori dello sviluppo economico e sociale. La dotazione infrastrutturale svolge un ruolo essenziale nel migliorare le condizioni di competitività di un territorio e quindi le sue prospettive di sviluppo. Buone infrastrutture costituiscono un fattore produttivo per le imprese già insediate ed influenzano le scelte localizzative di nuove imprese.

Dobbiamo riuscire ad attrarre nuovi investimenti ed imprese con nuove conseguenti favorevoli opportunità di lavoro, capitalizzando il nostro ruolo territoriale, cerniera tra il sistema lombardo e quello emiliano, nel raggio del corridoio europeo 5, sull’asse di sviluppo logistico Genova-Milano. Ma non solo,... la politica deve creare una “task force” col mondo dell’impresa e del lavoro per definire nuovi ambiti di sviluppo, nel solco della tradizione ma guardando all’innovazione e alla qualità.

E ancora,.... è giunto il momento di contagiare e condividere con altri nuovi piacentini la nostra identità di città del gusto, dove si vive bene con un’alta qualità della vita, ...non dobbiamo avere paura di proporre il nostro sistema a chi è alla ricerca di soluzioni di vita alternative per sè e per la sua famiglia. Non a caso in un recente sondaggio di un’associazione amica, Piacenza che Verrà, la qualità della vita è stata ampiamente votata come punto di forza di Piacenza.

Il recupero alla città delle aree militari è l’occasione unica ed irripetibile per ribadire con forza da una parte il ruolo leader nazionale di Polo Militare e dall’altra per riqualificare la città e creare anche nuovi quartieri con vocazioni diverse - a verde, residenziale, produttivo.

Ma dovremo impegnarci anche a creare nuove opportunità su vecchi quartieri,... il mio pensiero corre in questo momento ad esempio a via Roma, gemma preziosa nel cuore della città storica, candidata ideale a diventare quartiere degli studenti. Ma tutti i quartieri sono egualmente importanti, ciascuno come il tassello, la tessera del mosaico della città. La città è come un mosaic che sfavilla se tutte le sue parti sono illuminate....Anche le frazioni devono essere riconsiderate nel loro ruolo fondamentale di avamposto della città che si ampia. Dovremo considerarle non piu’ frazioni , ma parti organiche nel processo di ampliamento della città consolidata.

Bisognerà investire politicamente anche sulla Piacenza del commercio e dell’artigianato : commercio ed artigianato , ne sono certo, possono rappresentare il volano del nostro rilancio economico e sociale. Il commercio in particolare deve essere tutelato con opportune politiche per far sì che tutta la città ne possa ottenere favorevoli ritorni.

Diciamo”basta!” alla politica del “divide et impera”, basta con la politica dei veti, degli obblighi, del non dialogo coi cittadini !!! basta con amministratori che si comportano come arroganti feudatari !! diciamo “basta!”alla sterile contrapposizione creata dal centrosinistra in questi anni tra centrocittà e periferia, diciamo “si !”alla valorizzazione dei tanti cuori di Piacenza, impegnamoci tutti per una Piacenza che può cambiare in meglio, tenendo insieme il cervello ed il cuore, la crescita e la qualità .
Filiberto Putzu, consigliere comunale Popolo della Libertà
Piacenza, 25 novembre 2010



pubblicazione: 26/11/2010

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